Organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani con il Consorzio di Tutela Roero, in collaborazione con Piemonte Land of Wine, Grandi Langhe, edizione 2025, la manifestazione riservata agli operatori professionali, si presenta al pubblico con più di 500 cantine (il 75 % di Langhe e Roero e il 25% del resto del Piemonte) e più di 3000 etichette di tutte le Doc e Docg piemontesi.
Oltre 5.000 presenze di cui circa un 20% dall’estero e circa 150 giornalisti, italiani e stranieri. Più di 200 buyers selezionati da più di trenta Paesi del mondo.
Numeri molto interessanti che, uniti alla grande soddisfazione dei produttori, fanno di questa edizione la più partecipata.
Il Piemonte del vino si ritrova compatto a Grandi Langhe, grazie anche all’invito esteso a tutti i consorzi regionali, ampliando così la rappresentatività ai diversi territori vitivinicoli piemontesi.
Un viaggio del vino che ti fa battere il cuore in ogni stagione: si coltiva la vite, si vendemmia, si lavora in cantina, si riempiono le bottiglie, si etichettano, si inaugurano…, si levano i calici. Una favola che si rinnova nelle stagioni in questo mare di colline color del vino che è il Piemonte.
Unanime il giudizio degli espositori sulla manifestazione: parole di soddisfazione, di consenso, di ottimismo, di voglia di fare gruppo e qualche sguardo al futuro. Perché non si pensa di esportare, dopo qualche anno di consolidamento, Grandi Langhe all’Estero così come è ora?. La suggestione lanciata da qualche produttore sembra molto intrigante.
E diamo, a questo punto, voce ai produttori: vogliamo sapere cosa pensano di Grandi Langhe e quali motivazioni li hanno spinti a partecipare. Andiamo sui Colli Tortonesi e diamo la parola a Walter Massa, vignaiolo visionario e geniale, pioniere del Timorasso.
LA VOCE DEI PRODUTTORI
WALTER MASSA di Vigneti Massa – Monleale – Colli Tortonesi
“Grandi Langhe, per me, è l’evento più importante attorno al vino sul territorio piemontese. L’unico evento di successo nella storia del vino piemontese da quando hanno abolito le cattedre ambulanti di enologia che avevano il centro culturale a Casale Monferrato e non ad Alba. Poi sono arrivate tutte le tragedie del vino raccontate dalla ‘Malora’ di Beppe Fenoglio, seguite dal sole nascente di Angelo Gaja che dagli Anni Sessanta ha parlato di vino buono e oggi siamo qui con un Piemonte strepitoso sia sotto le Alpi che sotto l’Appennino. Mi riferisco a Gavi, a Ovada, all’Acquese, ad alcune zone della Langa. A Cadibona nascono gli Appennini ma sono ancora presenti le Alpi. E poi ancora le terre del Pinerolese, le colline del Saluzzese, il magico territorio di Carema, Ghemme, Gattinara che danno il nome al vino, se non Bramaterra e Lessona, nel Nord Piemonte”.
“Tutto questo è antropologia, significa portare nel bicchiere la tua terra. Siamo arrivati anche noi del Tortonese che grazie al successo del Timorasso daremo forza alla Barbera. Gavi si sta affermando come area di volumi e qualità bianca in giro per il mondo. Esiste il Gavi di tutti i giorni e della domenica, della raffinatezza. Tutto questo per dire che Grandi Langhe è un grande collettore che porta la gente a Torino. Questa è una città turistica non molto considerata ma ha molto da offrire. Se viene l’operatore del vino, sia giornalista o ristoratore o enotecaro, questo evento del vino avvicina famiglie, persone a visitare la città. Grandi Langhe è un evento che ha senso”.
SARA VEZZA di Cantina Josetta Saffirio – Monforte d’Alba – Langhe
“Grandi Langhe è una fiera che sta crescendo di importanza, ben organizzata, che riesce ad offrire anno dopo anno servizi sempre più puntuali ed efficienti ai produttori, agli ospiti, ai giornalisti, ai buyers e agli operatori del settore, oltre che una grande qualità dei vini in degustazione. Sono orgogliosa di fare parte di questa manifestazione che, credo, abbia ancora grossi margini di crescita in futuro, diventare un polo di attrazione a livello mondiale, a livello di business. Se parliamo di paragonarci al Vinitaly, mi sento di dire che il mondo fieristico è cambiato tantissimo negli ultimi anni; gli operatori preferiscono avere a disposizione magari un numero di giorni inferiore ma meno dispersivi e maggiormente focalizzati. Questo è quello che ho avuto modo di capire nel corso di questi ultimi 15 anni”.
“Le novità nella nostra cantina? Beh ce ne sono sempre, siamo continuamente in cammino, l’evoluzione fa parte della nostra filosofia. Penso al progetto rinnovato della nostra sala degustazione, puntando sempre di più al concetto di enoturismo. Questo nel 2025. Stiamo però, anche, pensando di allargare ancora i progetti legati alla biodiversità: per me l’ambiente che ci sta attorno deve essere al centro dei progetti di un’azienda, è una cosa che sento dentro di me da quando faccio l’imprenditrice. Migliorare l’ambiente significa migliorare noi stessi”.
BARTOLOMEO MERLO – Presidente Cantina Produttori Erbaluce di Caluso – Canavese
“Devo dire che Grandi Langhe per noi è la prima volta ed è stata organizzata molto bene. 500 produttori che espongono in questa fantastica location delle OGR di Torino e dialogano con migliaia di operatori è un grande evento per la città. Un Vinitaly piemontese che secondo me sta riscuotendo un notevole richiamo, vista l’enorme affluenza che si sta verificando. Per quanto riguarda il nostro Consorzio, abbiamo avuto numerosi contatti con ristoranti, enoteche e distributori che, magari, al Vinitaly nazionale, dove c’è il mondo del vino, a volte sei un po’ messo da parte. Questa mia affermazione ha trovato consenso anche dialogando con gli interlocutori incontrati che hanno confermato la mia impressione. È vero che la maggior parte dei produttori presenti rappresentano i territori di Langhe, Monferrato e Roero, ma è altrettanto vero che qua ci siamo anche noi. Su questo treno dei vignaioli piemontesi, stavolta, siamo saliti pure noi. Cerchiamo di ritagliarci il nostro spazio e posso affermare con disinvoltura che ce lo stiamo ritagliando molto bene. Sono molto, molto soddisfatto”.
MARINA ROGGERO di Roggero Vini – Albugnano
“Innanzitutto desidero far sapere che noi siamo onorati e molto orgogliosi di essere presenti. È il primo anno che la manifestazione include ‘l’Altro Piemonte’, al di fuori di Langhe e Roero, e non appena abbiamo saputo la notizia abbiamo colto subito al volo l’opportunità. La partecipazione ci rende molto felici, in una piazza per noi di prossimità, visto che Torino è vicina alla nostra zona di produzione, Albugnano, appena dentro la provincia di Asti. In secondo luogo, un palcoscenico così importante come Grandi Langhe, con un pubblico di qualità, interessato e consapevole, in centro città, con spazi a disposizione che favoriscono gli incontri, non si poteva assolutamente mancare. Per noi, piccoli produttori, tutto questo significa molto; far conoscere il nostro territorio, la nostra realtà, la nostra piccola denominazione, l’Albugnano Doc, base Nebbiolo, è importantissimo. Una denominazione che sta lavorando bene, che sta cercando di crescere e di farsi conoscere come vino di eccellenza, un Nebbiolo di nicchia. Da quando, nel 2017, è nata l’Associazione Albugnano 549, c’è stato un nuovo impulso nella conoscenza e nelle vendite; la gioia più grande è quando il visitatore, l’enoturista che viene a visitare la nostra cantina conosce già il prodotto…e Grandi Langhe favorisce tutto questo”.
“Novità della nostra cantina per il 2025? Certo! Si tratta del Bric Carvè, sempre base Nebbiolo, che abbiamo impiantato nel 2020 sulla collinetta di fronte a noi, detta Carvè (Carnevale in dialetto ndr), perché secondo una leggenda, anticamente, lì si svolgeva il falò di carnevale… e a seconda della direzione che prendeva il fumo si prevedeva l’andamento dell’annata a venire, ottima o mediocre. Partiremo con l’annata 2023 con 2000 bottiglie, essendo un vigneto giovane: un anno di botte grande, 20 ettolitri, e un affinamento di 8-10 mesi, per cui l’uscita sarà a settembre di quest’anno. Un’edizione limitata, forse riservata a pochi”.
RUGGERO LENTI di Sant’Anna dei Bricchetti – Costigliole d’Asti – Monferrato
“Grandi Langhe è un appuntamento incredibile in quanto ci sono tutte le tipologie di vino piemontese, con 500 produttori che si ritrovano tutti assieme, stand molto democratici, tutti uguali, uno accanto all’altro. Così il buyer trova affiancati il grande e il piccolo produttore, i vini più rinomati accanto ai brand meno noti ma altrettanto di qualità: questo è un grosso richiamo. La nostra azienda? Cosa produciamo? Voglio innanzitutto sottolineare che lavoriamo nel rispetto dell’identità vinicola del territorio. Assieme a mia moglie Orsetta e a mio figlio Giacomo stiamo portando avanti, ormai da 10 anni, un sogno. Sulla nostra collina di Costigliole d’Asti da dove si domina il paesaggio di Langhe, Monferrato e Roero, ci sentiamo profondamente monferrini, tant’è che abbiamo deciso di lavorare sui due vitigni monferrini per eccellenza: la Barbera e il Moscato. Partendo da questi due vitigni, abbiamo prodotto dieci vini, non solo le quattro tipiche Barbera e le due tipologie di Moscato, ma anche due ‘Metodo Classico’, oltre ad un ‘Metodo Martinotti lungo’. Infine anche il Moscato Secco e un Passito di Moscato, Abbiamo avuto la fortuna di comprare un vigneto molto longevo: i nostri vini migliorano invecchiando, abbiamo tralci che hanno 70-80 anni”.
LUIGI VICO dell’Azienda Agricola Luigi Vico – Serralunga d’Alba – Langhe
“Ritengo che questa sia una manifestazione molto importante certamente per il vino piemontese ma altrettanto interessante per la città di Torino, in quanto vetrina di eccellenza del vino del Piemonte e immagine internazionale di una città enoturistica. Questo è un evento che deve rimanere un punto fermo nel panorama del calendario delle manifestazioni dedicate al vino in città. Non solo, crediamo ci siano ancora margini di crescita, coinvolgendo anche i piccoli produttori. Noi abbiamo partecipato alle edizioni precedenti e questo allargamento alle denominazioni dell’Altro Piemonte lo trovo molto lungimirante. Gli organizzatori possono ancora migliorarsi nella comunicazione, nel creare le condizioni per un’accoglienza in città più convincente”.
“I vini piemontesi hanno tanto da raccontare, le potenzialità sono enormi; si sono presentati (ancora non tutti) al mondo ma attraverso queste iniziative possono salire sulla scena del protagonismo. Noi crediamo molto in questo. Occorre consolidarci e poi sfruttare questa esperienza. Ad esempio, pensare di esportare in qualche grande città europea, Parigi, Berlino, Vienna, tutta la manifestazione così com’è, dopo essersi consolidata. È un’alternativa alle grandi fiere come Vinitaly, molto dispersive e caotiche. Lancio questa suggestione”.