Lambita dall’omonimo fiume, con poco più di 6500 abitanti, Gradisca d’Isonzo è un borgo antico ben conservato ricco di storia, una fortezza quattrocentesca costruita sulla riva destra del fiume dai veneziani con il contributo di Leonardo Da Vinci, per fronteggiare le invasioni dei turchi, ed ha mantenuto molto del suo aspetto rinascimentale, con diversi spazi verdi che punteggiano un centro elegante, su cui si aprono severi palazzi baroccheggianti, testimoni di quattro secoli di influenza asburgica.
Gradisca d’Isonzo: un po’ di storia
Probabilmente abitato già in periodo romano, il territorio di Gradisca è stato, durante il periodo longobardo, luogo di frequenti incursioni da parte degli ungari, prima di finire sotto la dominazione della Serenissima, che ne fece una roccaforte nel suo sistema di difesa contro l’invadenza turca.
L’intera città viene racchiusa in una possente cinta muraria alta quasi venti metri rafforzata da sette torri fortificate mentre, all’esterno delle mura, le acque del fiume Isonzo vennero deviate e convogliate in un ampio fossato.
Successivamente il piccolo borgo agricolo cresce di importanza e nei decenni successivi si arricchisce di nuovi edifici civili e religiosi, tra cui la quattrocentesca chiesa della Beata Vergine dell’Addolorata e il duomo barocco dei santi Pietro e Paolo, costruito su una chiesa preesistente, di probabile origine longobarda, all’interno del quale c’è la tomba monumentale di Niccolò II della Torre, primo capitano della città.
Tra i palazzi civili c’è l’imponente palazzo Torriani, antica residenza della nobile famiglia dei Della Torre, il palazzo del monte di pietà e la loggia dei mercanti, il palazzo De Comelli-Stuckenfeld e quello De Fin Patuna e la casa dei Provveditori veneti , da quasi cinquant’anni sede della celebre enoteca “La Serenissima”, prima enoteca regionale pubblica italiana.
Gradisca d’Isonzo: la fortezza
E’ ancora in piedi la fortezza di Gradisca, già nota sin dall’inizio del millennio scorso e fortificata dalla Serenissima nel XV secolo per contrastare le scorrerie ottomane e ampliato quando la città passò sotto il dominio austro-ungarico.
Passeggiando per il borgo antico si percorrono calli silenziose e stradine romantiche, piene di quiete, serenità e vecchi caffè in stile liberty che le danno l’inconfondibile tocco mitteleuropeo.
E’ possibile percorrere le mura con i possenti torrioni della Campana, di San Giorgio, del Portello, della Spiritata, della Marcella e della Calcina, e con le due porte: Porta Nuova e Porta del Soccorso.
Gradisca d’Isonzo: ospitalità ed enogastronomia
Gradisca d’Isonzo, che fa parte del prestigioso Club dei Borghi più belli d’Italia, vuol dire anche tradizione nell’ospitalità e cultura dell’enogastronomia: la fertile pianura bagnata dall’Isonzo e che ha per centro Gradisca produce vini che rientrano nella Doc “Isonzo del Friuli”: da quelli rossi, come il robusto Cabernet, il fragrante Merlot e il corposo Refosco, al suo bianco principe, il Pinot.
Nelle trattorie ed osterie del territorio si possono gustare ottimi salumi e formaggi; tra i primi la jota, una sostanziosa zuppa a base di fagioli, patate, cotenne, costine di maiale affumicate e crauti, ma anche il goulasch, le trippe, il baccalà e, nella stagione fredda, il cotechino con le rape acide.
I dolci a Gradisca d’Isonzo rivestono un ruolo importante e, su tutti, lo strudel di mele, il presnitz e la gubana, dolce tipicamente friulano, un involucro di pasta farcita di noci, zibibbo, uvetta, pinoli, cioccolato e servita a fette irrorata con grappa.