Nella provincia di Arezzo, circondata da colline piene di boschi, al confine tra il Chianti e la ValdiChiana, c’è un borgo dove si respira ancora l’aria del tempo che fu: Gargonza.
È un borgo agricolo fortificato medioevale ancora in ottimo stato di conservazione, divenuto sede di un centro alberghiero e convegnistico, ma gli esterni sono liberamente visitabili.
Sempre contesa tra guelfi e ghibellini
Il complesso venne edificato nella prima metà del XII secolo, ad opera degli Ubertini, vassalli dell’episcopato di Arezzo, che nei secoli fu contesa tra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini con soventi passaggi di mano.
Gargonza ospitò anche l’esule Dante Alighieri, guelfo bianco; successivamente fu ceduta alla Repubblica Senese e quindi alla Repubblica fiorentina che portò sviluppo e floridità economica, decidendo di abbatterne le mura, lasciando in piedi solo la torre merlata che ancora oggi domina l’abitato.
In epoca rinascimentale il borgo perde importanza strategica, diventando un borgo agricolo e forestale noto per la produzione della lana.
A metà del secolo scorso, con la fine della mezzadria, il paese si spopola e inizia ad andare in degrado, ma a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, la famiglia Guicciardini Corsi Salviati, curando un restauro conservativo dei caratteri medioevali, ha sapientemente trasformato il borgo in centro turistico-alberghiero, entrando a far parte dell’Associazione “Abitare la Storia”, che riunisce strutture ricettive situate all’interno di edifici storici e di pregio artistico-architettonico.
Gargonza, un borgo senza tempo
Una visita al borgo è molto suggestiva, aggirandosi per le sue stradine, osservando i resti delle mura, le vestigia storiche ed il castello, oggi quasi tutto di proprietà privata.
La porta d’acceso, che faceva parte della seconda cinta muraria del XIII secolo, conduce in uno slargo con un pozzo, sovrastato dal cassero, ristrutturato nell’ottocento.
Poco oltre c’è la chiesa romanica dei SS. Tiburzio e Susanna, risalente al XII secolo. I restauri del 1928 le hanno restituito l’aspetto romanico antecedente ai rimaneggiamenti del XVII secolo, con alcuni affreschi quattrocenteschi.
Gargonza, aria e sapori della Toscana
Nei dintorni del paese il panorama spazia su vasti boschi con viste sulle vallate sottostanti, ma prima di lasciare il borgo, è d’obbligo cercare uno dei tanti angoli dove dare soddisfazione al palato e gustare i piatti tipici della tradizione della Valdichiana, come la carne di razza Chianina, l’oca e la faraona, i fagioli dall’occhio, il pomodoro costoluto, le pulezze (cime di rapa), la mela rugginosa e la Mela stayman, la mela cotogna, l’olio extravergine di oliva, salumi quali la finocchiona, il salame toscano, la sopressata e i vini Cortona DOC, Bianco Valdichiana, Chianti colli Aretini, Sirah e Vinsanto.