Secondo quanto dichiarato a Food da Giancarlo Addario, Principal di Five Seasons Ventures, il tema “food as medicine” può essere suddiviso in due sottoinsiemi.
Il primo è quello della prevenzione: “I consumatori ricercano soluzioni per vivere meglio e più a lungo, per migliorare la propria performance fisica (immunità, salute dell’apparato digerente, brain hacking, nutrizione sportiva, salute femminile, ecc.). Le categorie che meglio rispondono a questi bisogni sono integratori, drink e barrette che tendono in prevalenza a utilizzare ingredienti naturali ‘presi in prestito’ dall’Ayurveda o dai rimedi orientali più in generale e/o utilizzano principi attivi sviluppati ad hoc per migliorare l’assorbimento, la biodisponibilità e la funzionalità (es. collagene, ferro ecc.) o, nel caso dei ceppi microbici, per colonizzare il colon portando benefici che spaziano dal benessere intestinale fino al gut-brain axis”.
L’altro sottoinsieme è quello della cura, un’area dominata secondo Addario “da quella che viene definita ‘metabolic health’ o ‘metabolic syndrome’.
Nella società occidentale è in atto una vera e propria epidemia legata ad alimentazione e stili di vita non corretti con percentuali elevate di persone obese e sovrappeso e conseguenze sull’incidenza di malattie cardiovascolari, infarto, pressione alta, diabete, stati infiammatori. L’industria farmaceutica è intervenuta con una nuova classe di farmaci iniettabili denominati GLP-1 (glucagon peptide-1) agonists (es. Ozempic, Wegovy, Mounjaro), indicati per aiutare la perdita di peso nei soggetti obesi e sovrappeso. Negli Stati Uniti, la diffusione di questi farmaci è andata ben oltre gli utilizzi strettamente terapeutici con effetti deflagranti anche sul mercato del food”. Addario cita una ricerca di Morgan Stanley, la quale ha mostrato una significativa riduzione dei consumi di cibi considerati ad alta densità calorica per cui l’industria alimentare ha cominciato a sviluppare e immettere sul mercato prodotti che rispondono a tre esigenze:
1) alternative naturali ai farmaci senza effetti collaterali (es. berberina, ceppi microbici ecc.);
2) complementi nutrizionali alla terapia farmacologica (integratori, o cibi);
3) servizi/app per integrazione e lifestyle management.
Nestlè, per esempio, ha annunciato il lancio in ottobre del brand Vital Pursuit, una linea di piatti pronti surgelati con alto contenuto di fibre, proteine e altri nutrienti per prevenire problemi di malnutrizione durante il dimagrimento.
“Il trend ‘food as medicine’ è in piena continuità e sovrapposizione con il trend health&wellness – aggiunge Addario –, sicuramente accelerato e rafforzato dalla pandemia, alimentato dall’interesse della Gen Z per tutto ciò che è salute, benessere e performance fisica, ma anche dall’invecchiamento demografico. Tali evidenze si traducono in opportunità di mercato che noi di Five Seasons Ventures abbiamo da tempo compreso e su cui abbiamo scommesso investendo in aziende come HerOne (female health), Spacegoods (functional mushroom & adaptogens) e Yfood (drinking complete meals – acquisita da Nestlè)”.
Un nuovo approccio alla nutrizione
Secondo Sharon Cittone, fondatrice e Ceo di Edible Planet Venture “il food as medicine si trova all’intersezione tra tecnologia sanitaria e tecnologia alimentare, segnalando un cambiamento significativo nel nostro approccio alla nutrizione.
Alcune ricerche infatti indicano che alimenti specifici possono migliorare significativamente la nostra difesa contro le malattie metaboliche come il diabete, rafforzare la nostra immunità e sostenere la crescita e lo sviluppo dell’organismo. Questo cambiamento di paradigma sta guidando l’innovazione, con la nascita di nuovi prodotti alimentari, tecnologie nutrizionali di precisione basate su test genomici e consulenza nutrizionale personalizzata basata sull’intelligenza artificiale”.
Una delle aree chiave all’interno di questo filone è quella dei nutraceutici e degli alimenti funzionali. Questi prodotti sono progettati per offrire benefici per la salute che vanno oltre la nutrizione. “Ad esempio – racconta Cittone –, startup come Oobli stanno facendo scalpore con il loro sviluppo di proteine dolci. Queste proteine forniscono un’alternativa più sana allo zucchero. Offrendo un dolcificante che non aumenta i livelli di zucchero nel sangue, l’innovazione di tale startup potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella gestione e nella prevenzione delle malattie metaboliche”.
La nutrizione di precisione rappresenta un’altra frontiera in questo ambito, sfruttando la tecnologia avanzata per adattare le raccomandazioni dietetiche alle esigenze individuali. Aziende come
ZOE esemplificano questo approccio, utilizzando la ricerca scientifica e l’intelligenza artificiale per fornire consigli nutrizionali personalizzati che riequilibrino il microbioma intestinale. “Questo livello di personalizzazione mira a ottimizzare i risultati sulla salute allineando l’assunzione alimentare con i profili genetici, microbiotici e metabolici unici dei consumatori”.
La cattiva alimentazione rimane una sfida critica per la salute pubblica, contribuendo all’allarmante aumento dei tassi di obesità, che sono triplicati negli ultimi 40 anni nell’Ue. I fattori di rischio dietetico sono stati collegati a 11 milioni di decessi a livello globale nel 2017 e le proiezioni indicano che i casi di diabete di tipo 2 potrebbero raddoppiare entro il 2045.
“Affrontare questi problemi – afferma Cittone – richiede un approccio articolato, integrando i più recenti progressi nella scienza alimentare, nella genomica e nell’intelligenza artificiale per creare interventi dietetici efficaci e personalizzati. La tendenza del cibo come medicina promette di migliorare significativamente i risultati sanitari globali ridefinendo il ruolo della nutrizione nella prevenzione e nella gestione delle malattie”.
Start up e investimenti
Max Leveau, cofondatore e COO di Forward Fooding, afferma che il food as medicine “abbraccia i settori degli ingredienti funzionali e dei sostituti/integratori dei pasti, coprendo funzionalità quali salute cognitiva, gestione energetica, salute dell’intestino, microbioma e perdita di peso, tra gli altri”.
Secondo il database proprietario FoodTech Data Navigator, si contano attualmente 861 startup e scaleup che operano in tale settore a livello globale, con una raccolta di 6,8 miliardi di euro dal 2014. Come tutti sappiamo, negli ultimi due anni gli investimenti foodtech sono diminuiti drasticamente (-74% dal 2021). Eppure, in tale contesto sfavorevole, gli alimenti funzionali rappresentano una tendenza particolarmente resiliente.
Riassumendo i nostri domini di ingredienti funzionali e sostituti/integratori dei pasti, questi rappresentavano l’1,6% degli investimenti globali nel settore agrifood-tech per raggiungere ora una quota del 5,8% nel 2023 con 1 miliardo di euro investiti e un picco di 1,89 miliardi investiti nel 2022, mentre il resto del settore era già in declino.
Infine, secondo i clienti corporate di Forward Fooding “si è registrato un crescente interesse per gli ingredienti funzionali e il food as medicine, anche combinato con un’alimentazione personalizzata. Nel complesso, potremmo aspettarci che la frontiera tra cibo e prodotti farmaceutici diventi più sfumata e che nascano nuovi prodotti estremamente mirati per benefici specifici, in particolare la salute cognitiva, ma anche la salute intestinale e il microbioma”.