Prima edizione del Festival dell’Agricoltura un modo nuovo di raccontare la terra, tra verità e paradossi. Dal 31 marzo al 2 aprile 2023, l’Agricoltura entra nel dibattito urbano, attraverso incontri, conferenze, dibattiti, spettacoli teatrali, concerti, e una rassegna cinematografica
Il titolo è ColtivaTo e si terrà a Torino dal 31 marzo al 2 aprile 2023. È la prima edizione del Festival Internazionale dell’Agricoltura che racconta l’agricoltura in un grande evento scientifico-divulgativo con cadenza biennale.
L’Agricoltura entra nel dibattito urbano, non in silenzio, addirittura con un festival internazionale. Dalla città dell’automobile all’Agricoltura in città, Torino continua ad essere una città dove le idee viaggiano ad alta velocità, che sa convertirsi. Questa è un’iniziativa coraggiosa, attuale, puntuale.
ColtivaTo nasce da un’idea di Antonio Pascale, ispettore agrario presso il Mipaaf, e di Maria Lodovica Gullino, fitopatologa e imprenditrice, rispettivamente direttore artistico e responsabile scientifico.
L’IDEA DEL FESTIVAL
“Il Festival nasce da una chiacchierata, all’epoca di Eurovision, nel 2022. Ci siamo trovati a cena una sera e, partendo da una visione condivisa di agricoltura, intesa come produzione, qualità a fronte di una economia dalla visione allargata, abbiamo riunito le idee, le abbiamo fatte viaggiare ed è nato il concetto del festival”.
Lo rivela Maria Lodovica Gullino che aggiunge: “Devo dire che io e Antonio ci conosciamo da molto tempo e quando ci siamo ritrovati in quest’atmosfera magica di Torino, io con un approccio molto concreto, pragmatico, sabaudo, fin troppo organizzato, calvinista e Antonio, determinato anche lui, ma più sentimentale, più poetico, con idee geniali, è partita l’idea ed eccoci qui, oggi, a parlarne e, tra un mese, a realizzarla. Lui è il Poeta io il Contadino.
E poi è bella questa contaminazione Nord-Sud, Napoli-Torino: due mentalità diverse ma “vicine” che si combinano bene e ci fanno lavorare in modo splendido. Possiamo dire che il festival aggiunge un’altra motivazione.
Con quali finalità? “Sicuramente a fare conoscere l’agricoltura come settore economico, di fondamentale importanza, alla gente di città, aiutare i cittadini a comprendere i processi, ai consumatori di fare delle scelte più consapevoli. La gente deve capire che se si vogliono comprare, ad esempio, dei pomodori sott’olio e li voglio pagare 50 centesimi, non avrò dei pomodori delle nostre terre, italiani, ma avrò un prodotto che viene dalla Cina o che so dall’India, da lontano sicuramente. Bisogna convincersi che la qualità è fondamentale, e, se dietro un prodotto c’è studio, ricerca, innovazione, bisogna orientarsi a pagarlo di più. Se parliamo di carne, il punto non è consumare carne o meno, l’impatto che hanno gli allevamenti, ma sapere qual è il processo di filiera, come si allevano gli animali, e quali tecnologie vengono impiegate per ridurre l’impatto ambientale. Quindi, l’innovazione, la tecnologia devono andare incontro alla qualità e bisogna raccontare i processi non in modo molto tecnico ma in modo che sia piacevole da ascoltare: Il festival dell’agricoltura parte quindi da una base culturale. Un progetto ambizioso ma che nasce dall’umiltà”.
Alla professoressa Gullino fa eco Antonio Pascale, giornalista, scrittore, saggista, autore teatrale e televisivo, ispettore agrario Mipaaf. “Se chiediamo alle persone: preferite farvi operare da un dentista del 1930 o da uno moderno?, nessuno preferirà quello antico – nessuno sosterrà che il trapano di una volta fosse migliore e che un’operazione senza anestesia temprasse il fisico. Se invece cambiamo oggetto e chiediamo: preferite il cibo di una volta o quello moderno?, la risposta non sarà scontata, nella convinzione che l’agricoltura di un tempo fosse migliore, meno inquinante, più salubre, più naturale”.
Il Festival nasce intorno ad alcune riflessioni, su questo paradosso.
“Come mai nel primo caso l’innovazione è sentita come una spinta migliorativa ed entusiasmante, mentre nel secondo rappresenta un limite?”, si chiede Antonio Pascale. “Forse perché l’agricoltura è stata raccontata male, usando immagini stereotipate e il cittadino non è in grado di orientarsi?. In questo Festival ci proponiamo di raccontare l’agricoltura in modo nuovo, con dovizia di particolari. Racconteremo la straordinaria avventura della terra, com’è cambiata negli anni, le novità nel settore agricolo. L’avventura della terra altro non è che la nostra avventura nel mondo e nella vita. Interrogarsi sulla terra significa provare a rispondere anche ad alcuni dilemmi che ci tormentano e cercare delle soluzioni a problemi comuni”.
Il Festival dell’Agricoltura vuole dunque provare a rispondere a queste domande, proponendosi di parlare della “vera” agricoltura, spesso diversa da quella immaginata, bucolica, in modo rigoroso, basato su fatti e numeri, da un punto di vista di economia e lavoro, di innovazione, scienza e tecnologia, senza dimenticare il cambiamento climatico e la sostenibilità, che all’agricoltura sono strettamente (inter)connessi. Il tutto con spirito critico ma aperto, rivolgendosi a un pubblico eterogeneo e affiancando a eventi di carattere strettamente scientifico, come seminari, interviste e tavole rotonde, momenti puramente divulgativi, come concerti e spettacoli teatrali, visite guidate, incontri tra giovani e imprenditori. Perché raccontare l’agricoltura significa coltivare conoscenza e da qui nasce anche il titolo – ColtivaTo –.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, dichiara il suo entusiasmo per la prima edizione del festival dell’agricoltura: “Saranno giorni che insegneranno molto a tutti. L’agricoltura è pensiero, elaborazione, stile di vita e, non per ultimo, rimane un settore produttivo con la sua rilevanza economica. Potremo riportare nel dibattito pubblico quello che una volta era definito il settore primario dell’economia, quindi tornerà centrale il fascino del territorio e delle sue produzioni agricole”.
“L’agricoltura rappresenta uno dei comparti più importanti per l’economia del nostro territorio, un’eccellenza che contraddistingue l’identità dell’Italia in ogni parte del mondo”. sottolineano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa. “Un festival che parla di agricoltura non poteva che nascere in Piemonte. Le sfide da affrontare sono molte, a cominciare da quella della sostenibilità e della tutela ambientale. E nessuno può essere testimone di questo impegno più di chi dedica la propria vita alla terra, ogni giorno”.
Il Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Enzo Pompilio D’Alicandro, commenta favorevolmente la prima edizione del Festival: “La Camera di commercio, promuove da sempre il mondo agricolo con progetti dedicati, quali Torino DOC, Maestri del Gusto, Torino Cheese, e ne assicura vasta visibilità non solo nei grandi appuntamenti di settore, come il Salone del Gusto o il prossimo Salone del Vino, ma anche in occasione dei maggiori eventi cittadini, ad esempio durante gli ATP Finals di Tennis o le Final Eight di Basket”.
I LUOGHI DEL FESTIVAL
Il Circolo dei lettori, il Museo Egizio, il Museo Nazionale del Risorgimento, la Cavallerizza Reale e il Palazzo Civico ospiteranno le diverse sessioni del Festival, mentre il Cinema Massimo e il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” saranno sede di spettacoli teatrali, concerti e proiezioni cinematografiche. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, salvo dove diversamente indicato.
Il programma completo e aggiornato è disponibile sul sito istituzionale del Festival dell’Agricoltura.