Quando è l’ora giusta per degustare il Vermouth?
Scriveva Edmondo De Amicis: “Torino ha l’ora del vermut, l’ora in cui la sua faccia si colora e il suo sangue circola più rapido e più caldo. Allora le scuole riversano per le strade nuvoli di ragazzi, dagli opifici escono turbe di operai, i tranvai passano stipati di gente e le botteghe dei liquoristi si affollano”.
Prendiamo in prestito la frase dello scrittore per continuare la tradizione, per parlare di un’altra “ora del Vermouth”, però, quella della cena organizzata presso il Ristorante Santa Marta di Mazzé (Torino) dalla Cantina Produttori Erbaluce di Caluso e dedicata al famoso vino aromatizzato.
Ma, da ottimo aperitivo, il Vermouth può diventare protagonista di abbinamenti gastronomici con qualche piatto o dessert?
Procediamo e alla fine scoprirete gli abbinamenti suggestivi proposti.
IL LOCALE: RISTORANTE SANTA MARTA
Il ristorante si trova all’interno della chiesa di Santa Marta, XV secolo, ormai in disuso da più di un secolo, sconsacrata al culto, nella parte alta del borgo di Mazzè. Luogo fascinoso e un po’ misterioso, dove si respira ancora aria di sacralità, anche se la verve di Ilaria Lauricella, la proprietaria, rende l’ambiente un luogo accogliente e caloroso e l’allestimento gradevole e conviviale fanno sentire gli ospiti come a casa. Si respira una bella atmosfera.
LA CUCINA
Lo chef Matteo Esposito e Marinella Toscani, mamma di Ilaria sono le anime della cucina. I piatti riscoprono il gusto della tradizione canavesana, pur svelando una certa, direi apprezzabile contemporaneità. Si percepiscono un’attenzione rilevante per la ricercatezza delle materie prime e uno sguardo essenziale rivolto alla ricerca e all’innovazione. Ilaria, sommelier, è la responsabile di sala. Molto garbata e professionale, mostra tutte le caratteristiche di una perfetta accoglienza.
I VERMOUTH PROPOSTI
VERMOUTH DI TORINO BIANCO SUPERIORE
A base Erbaluce di Caluso, si presenta di colore ambrato; al naso offre un’esplosione di sentori con base di assenzio e dominanza di spezie dolci e frutti, pompelmo in primis. In bocca è secco, piacevolmente acido, persistente.
VERMOUTH DI TORINO ROSSO SUPERIORE
Alla vista mostra colore luminoso con dominate rosso aranciato; al naso profumi e sentori che nascono dall’amalgama delle uve rosse canavesane e di una miriade di specie vegetali con base di assenzio e dominanza di spezie quali cardamomo, incenso e vaniglia. In bocca è dolce quanto basta, caldo e avvolgente.
LA DEGUSTAZIONE
La degustazione di questa serata è nata per presentare il Vermouth di Torino Superiore Rosso e Vermouth di Torino Superiore Bianco della Cantina Produttori Erbaluce di Caluso abbinati ai piatti della cucina del Ristorante Santa Marta. Altri vini della Cantina sono entrati a far parte del menu, per dare completezza.
IL PERCORSO
Pancake alla maggiorana, salmone e maionese allo yuzu
Erbaluce di Caluso Docg Spumante Goccia d’Oro 2020
Alici in saor
Vermouth di Torino Bianco Superiore
Risotto alla zucca e salsiccia di Bra, riduzione EdC
Erbaluce di Caluso Docg Punto 75 2020
Tuorlo d’uovo, fonduta di toma del Mayen, chips di topinambour
Erbaluce di Caluso Docg Spumante Goccia d’Oro 96 mesi 2014
Mousse al cioccolato fondente, scorzette di bergamotto
Vermouth di Torino Rosso Superiore
GLI ABBINAMENTI
Il Vermouth di Torino Superiore Bianco in abbinamento alle Alici in saor?
Azzardato? Assolutamente no! Quella dolcezza della Cipolla di Tropea unita alle alici va a braccetto con l’amaro del vermouh: semplicemente delizia per il palato.
E la Mousse al cioccolato fondente e scorzette di bergamotto accostata al Vermouth di Torino Rosso Superiore?
Che dire!? Sensazione sorprendente e nuova per il palato. Due fiori all’occhiello della torinesità, cioccolato e vermouth che giocano col profumo del bergamotto calabrese, agrume dal profumo inebriante, delicato e non troppo pungente. Sposalizio perfetto, direi!
E dopo tutto un buon caffè, ma stavolta senza Vermouth!.
Prima di chiudere desidero sapere come la pensa Matteo Esposito, lo chef:
BREVE DIALOGO CON MATTEO ESPOSITO
Matteo, racconta come nasce il menu di questa sera
“In questa cena ho voluto ribaltare la consuetudine secondo la quale il cibo deve stare al centro del tavolo e i vini in abbinamento deve accompagnare il tutto. Qui, ho voluto che i vini della Cantina dei Produttori Erbaluce di Caluso fossero i protagonisti assoluti della tavola e i piatti serviti si adeguassero o meglio esaltassero, valorizzassero le note sensoriali, le sfumature dei vini proposti.
Alla fine hai presentato una Mousse al cioccolato fondente e scorzette di bergamotto, che definisco semplicemente strepitosa. Bravissimo!. Quel bergamotto calabrese che ha dato una spinta fantastica alla mousse tradisce un po’ le tue origini?
“Io non sono di origine piemontese; mio padre è mezzo veneto e mezzo calabrese, mia mamma è sarda, quindi ho influenze che provengono dal Sud e dal Nord. Sono un amante degli agrumi e il bergamotto penso sia uno tra i più buoni che abbiamo. In Italia non è tanto utilizzato in cucina, non è valorizzato; invece, il profumo, la flagranza che sprigiona nessun agrume riesce a darlo. La scorza, poi, è meravigliosa. Quando ho assaggiato e ho percepito le sensazioni organolettiche di questo intrigante Vermouth di Torino Rosso Superiore, allora ho elaborato la mia idea della mousse e sono felice che sia piaciuta molto ai commensali. Grazie!”.
Siamo noi a ringraziare Matteo Esposito, per averci offerto l’opportunità di “provare questo percorso gastronomico” che ha trovato nei vini proposti un alleato perfetto.
BARTOLOMEO MERLO, IL PRESIDENTE
Ma tutto questo non poteva succedere senza l’apporto della Cantina, sicuro riferimento della viticoltura canavesana. Quindi è doveroso dire ancora grazie al suo presidente, Bartolomeo Merlo, per il suo impegno, il coraggio, la lungimiranza, l’amore per questa terra e la professionalità.
“Oggi la Cantina ha proposto anche due Vermouth – sottolinea Bartolomeo Merlo – ottenuti dal vino simbolo di questo straordinario territorio, l’Erbaluce, e da una tradizione secolare torinese. Vogliamo dimostrare che l’Erbaluce si può declinare in mille sfaccettature. Con queste nuove sfide si tende a rafforzare il forte legame tra il Canavese e Torino. Uve locali e tradizione sabauda vanno a braccetto per la celebrazione di un rito che va dall’aperitivo al dopo cena, che seduce e invita al benessere”.
“La vite significa vita e molto, forse tutto, dipende da coloro che la coltivano, che curano i vigneti, dai contadini, dai produttori. Un appezzamento di terra diventa l’immagine di un’intera zona, di un’intera civiltà e portabandiera dei viticoltori locali”.
Grazie!