Piazza Conte Rosso, Avigliana (Torino), domenica 29 settembre 2024, ore 9: l’aria frizzante di un mattino d’autunno pieno di sole accompagna l’allestimento di una scenografia agricola sulla suggestiva piazza medievale.
La scena prevede una serie di banchetti gastronomici occupati da produttori locali della Valle di Susa, ma non solo, c’è anche una nutrita schiera di produttori di alcune eccellenze piemontesi, venuti da fuori. Serpeggia una certa fibrillazione… oggi si celebra un prodotto di eccellenza del luogo, un Presidio Slow Food, la “Cipolla Bionda Piatta di Drubiaglio”.
“La Bionda in Tavola” è un Evento Off di Terra Madre Salone del Gusto, che si sta svolgendo a Torino.
Piazza Conte Rosso è vestita a festa per fare onore alla bella Bionda!
Squillano le trombe, arrivano gli Sbandieratori e Musici di Avigliana e Corte del Conte Rosso: la bandiere sventolano verso il cielo e lasciano intravedere i resti dell’antico Castello un tempo avamposto fortificato all’imbocco della Valle di Susa. È un momento emozionante!.
Tra i diversi prodotti esposti ecco in bella mostra la nostra “bionda”: si fa corteggiare, anche accarezzare, e assaggiare!
Sono una decina i produttori che la coltivano qui, su questi territori, attorno alla piccola borgata di Drubiaglio, nel Comune di Avigliana, accanto alla Dora Riparia che assieme al torrente Messa hanno lasciato nel tempo un suolo ricco e fertile, adatto alla coltivazione di questa particolare e storica cipolla.
Un grande applauso va a questi eroici contadini, ostinati e coraggiosi che ancora oggi mettono le mani nella terra per vivere e offrirci un prodotto dal gusto inimitabile. Un grazie a Slow Food che con la politica dei Presidi la protegge, la tutela, la valorizza, l’ha salvata dall’oblio nel 2022.
Un grande padellone si prepara ad accogliere il “Gran Risotto del Presidio”, cucinato dall’Associazione Cuochi della Mole, recentemente costituitasi Comunità Slow Food, con gli chef Donato Tamburrino e Marcelo Nicolas Abbruzzo, con il supporto della Pro Loco di Avigliana.
L’ho assaggiato e devo dire che il profumo, il gusto, la cottura meritano l’eccellenza! Grazie, a nome anche di quelle centinaia di persone che lo hanno assaggiato e apprezzato. Complimenti ai Cuochi della Mole e alla Pro Loco di Avigliana per il supporto.
Le Miasse gourmet della Condotta Slow Food della Val Chiusella, i Gofri di Marcello Drago, uno dei produttori del Presidio della cipolla, le Birre artigianali di BILAC dei Maestri del Gusto del Birrificio di Rivoli, i Piccoli Produttori del tuo panino del Food-truck di “Mollica, il Gelato alla cipolla dell’Azienda agricola Cascina Bramante hanno rallegrato di profumi e sapori il panoramico Giardino delle Donne.
Ma “La Bionda in Tavola” è stata l’occasione per allestire una Tavola Rotonda nella Sala Consiliare del Comune di Avigliana: “Coltivare il Paesaggio per salvarlo – Ode alla Cipolla Bionda Piatta di Drubiaglio”.
Oggi è una giornata importante qui ad Avigliana, strategica. Si firma un accordo storico di collaborazione, il primo, tra il Comitato esecutivo Regionale Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta, nella persona del Presidente Roberto Costella e il FAI della Valle di Susa, nella persona del Capo Delegazione Marilena Gally.
Si avvia così un progetto di tutela e valorizzazione del territorio (beni, luoghi, realtà locali) e si favorisce un mutuo coinvolgimento nelle iniziative promosse da ciascuno dei due enti. Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta applica, infine, uno sconto del 10% in occasione di eventi a pagamento.
LA TAVOLA ROTONDA: “COLTIVARE IL PAESAGGIO PER SALVARLO – ODE ALLA CIPOLLA BIONDA PIATTA DI DRUBIAGLIO”
Ma veniamo alla Tavola Rotonda che ho avuto l’onore di moderare.
Dopo i saluti del Sindaco di Avigliana, Andrea Archinà, si sono alternate le riflessioni dell’Assessore all’Agricoltura del Comune di Avigliana, Andrea Remoto, sul percorso storico del Presidio; di Luca Giai, assessore all’Agricoltura e Cibo Unione Montana Valle di Susa – Distretto del Cibo, sulle opportunità dei nuovi finanziamenti per gli agricoltori; le suggestioni di Roberto Bellei, agronomo e Membro della Commissione Locale del Paesaggio di Avigliana e Almese, sulla “Bionda figlia di Madre Terra e di Padre Cielo”; di Marilena Gally, Capo Delegazione FAI Valle di Susa, su “Lo sguardo del FAI” relativo al Paesaggio Rurale italiano; di Roberto Sambo, Responsabile regionale Presidi Piemonte e Valle d’Aosta.
Partendo dal piccolo Presidio della Valle di Susa, si è spaziati fino ad “incontrare” il Paesaggio agrario italiano ed abbracciarlo. Si sono messi a fuoco la ricchezza, la bellezza, l’utilità di un Paesaggio che molte volte, ahimè, svanisce, per tanti motivi.
Ma ci siamo mai chiesti perché questo Paesaggio serve… quale è il ruolo dell’Agricoltura nel Paesaggio?
Questo è memoria, storia, è una risorsa economica, un Patrimonio culturale, una risorsa insostituibile della civiltà. La qualità del Paesaggio è legata alla qualità della vita. Governare la natura e tutelare il paesaggio è una priorità sociale!
Dobbiamo allora conservarlo! Dobbiamo dire grazie ai contadini, umili e infaticabili, silenziosi e coraggiosi, a volte bistrattati, al cui lavoro secolare dobbiamo la meraviglia, la varietà e l’antica ricchezza del paesaggio rurale italiano.
Il contadino costruisce un’opera d’arte con le sue mani, con l’esperienza, l’intuito: lavora la terra, la modella, la studia, la nutre, la protegge e la difende. È lui che fa nascere la biodiversità sul territorio di gran parte del pianeta.
Sono i contadini che lo hanno disegnato in passato e continuano ancora a costruirlo; non esistono altri Paesi al Mondo che esprimano la bellezza del Paesaggio italiano: un mix di grano, ulivi, vigneti, boschi, cipressi, noccioleti, frutteti.
Senza il lavoro dei contadini non esisterebbero Le Risaie del Piemonte, i Meleti del Trentino Alto Adige, i Vigneti di Langhe Roero e Monferrato, le Terrazze di vino delle 5 Terre, il Bosco Eliceo dell’Emilia Romagna, il Vivaismo della Toscana, i Tratturi del Molise, i Limoni Sfusati della Costiera Amalfitana, i campi di grano del Tavoliere, i Pascoli della Basilicata e il Bergamotto della Calabria, gli agrumeti ai piedi dell’Etna o la Vite ad Alberello di Pantelleria, se non lo Zafferano della Sardegna.
Sono queste coltivazioni che disegnano la Bellezza del nostro paese!
Dobbiamo difenderla, tutelarla, comprenderla, guardarla, gioirne, coltivarla…, sì coltivarla, perché solo così riusciremo a salvarla!!!
La Bellezza è fragile e va curata bene in ogni momento. Senza bellezza rinunciamo alla felicità.
Senza colture, la campagna soffre, il Paesaggio svanisce, viene cancellato, e con esso un pezzo di civiltà vola via. Bisogna farlo produrre, per proteggerlo e valorizzarlo.
Un paesaggio coltivato è presidiato, tutelato e manutenuto; conserva un’identità, vitalità, valorizza l’incontro tra storia e natura e oggi può offrire notevoli benefici alla salute dell’ambiente e alla nostra.
Noi abbiamo bisogno del paesaggio e il paesaggio ha bisogno della presenza umana, ed in particolare degli agricoltori. Espellendo gli uomini dall’agricoltura e dalle campagne si determina anche una rottura dell’equilibrio ambientale e paesaggistico. Sappiamo bene che è impossibile ritornare all’agricoltura dei nonni, c’è invece l’urgenza di ripensare, con l’ausilio della ricerca e della scienza, ad un rapporto equilibrato tra l’uomo e il territorio rurale, aspetto non secondario del più generale rapporto tra uomo e natura.
Sul Paesaggio si misura il livello di civiltà dell’uomo. Abbiamo il dovere di salvarlo!!! Coltiviamolo, allora!. La Cipolla Bionda Piatta di Drubiaglio è un bell’esempio!!!