Due vini dell’azienda ravennate La Tenuta del Paguro sono stati scelti tra le 16 migliori bottiglie italiane secondo i più importanti sommelier del mondo, in servizio nei “World’s 50 Best Restaurants”. Nella graduatoria “The World’s Best Sommeliers Selection” (WBSS) finiscono lo Squilla Mantis, un Albana di Romagna DOCG dal colore giallo oro con riflessi verdognoli, e il Mare Urchin, uno spumante metodo classico vendemmia 2012. La selezione dei vini è stata curata da un panel con i 30 migliori sommelier del mondo, secondo William Reed, i quali hanno riconosciuto il valore e l’unicità delle creazioni della Tenuta del Paguro.
La particolarità di questi vini è che passano il periodo di affinamento in mare. Le bottiglie riposano per mesi sul fondo del Mar Adriatico, dove le particolari condizioni microclimatiche conferiscono al vino caratteristiche organolettiche uniche. Il Mare Urchin, in particolare, prima di affrontare l’affinamento subacqueo si affina per 100 mesi sui lieviti. Ogni anno vengono immerse solo 1.200 bottiglie per tipologia di vino nell’oasi del Paguro, rendendo ogni bottiglia un prezioso frammento dell’esperimento enologico degli “UnderWater Wines”.
L’affinamento in mare delle bottiglie di vino
Dal 2008, infatti, Tenuta Del Paguro è la prima cantina al mondo ad affinare con il metodo subacqueo: “L’affinamento subacqueo ci permette di ridurre gli spazi da riservare al cantinamento terrestre e al magazzino, contribuendo a ridurre il consumo di suolo – spiegano dall’azienda vinicola – Durante l’affinamento subacqueo la temperatura subisce pochissimi mutamenti stagionali, garantendo una refrigerazione dei vini completamente naturale. I vini vengono immersi in zone naturalistiche protette, la Tenuta si impegna a promuoverne la conoscenza e il rispetto e a garantire un ridottissimo impatto su di esse”.
Dopo la fermentazione in acciaio e l’imbottigliamento con sughero protetto dal sigillo di ceralacca e gommalacca, Albana, Sangiovese, Merlot e Cabernet trovano una culla nel reef artificiale. E nei cesti di maglia metallica zincata, ancorate sui fondali, rimangono sommersi tra i 12 e i 18 mesi a una profondità di circa 30 metri, maturando senza alterazioni il loro gusto armonico e rotondo, unico nel suo genere.
Questo particolare processo di maturazione richiama il passato dei baccanali, nei quali il magister bibendi, sorteggiato ai dadi, mesceva con perizia una varietà di vini, fra cui i vini “salsi”, o salati, che erano prodotti con uve seccate al sole e quindi miscelati, prima della fase di affinamento, con acqua marina, in modo da accelerare la maturazione e prevenire l’acetificazione. Il tappo in sughero di ogni bottiglia viene ricoperto da una miscela il cui impasto è una ricetta in continua evoluzione, composta da ceralacca e gommalacca. Questa permette il microscambio di gas, senza che vi sia contaminazione salmastra.