Dalla Torino grigia alla Torino rosa, il passo è breve. Basta varcare la soglia di “La Deeva”, bar, pasticceria, bistrot, in centro, a Porta Susa, e la magia è compiuta. Siete proiettati nel Metaverso, tra colori, sapori, gioia.
Dimenticatevi la Torino grigia, la città sabauda, la Torino ottocentesca. Lasciatevi alle spalle la città di Gramsci e di Gobetti, la Mecca dell’aristocrazia operaia. Non pensate alla città dove De Amicis ambientò il suo Cuore.
Abbandonate l’idea di quell’antico fascino, quell’eleganza delle architetture interne di quei locali dell’Ottocento in cui trovavano armonicamente posto specchi antichi e boiserie, marmi pregiati e tappezzerie di raso, sontuosi lampadari e piatti di porcellana: dovete dimenticare!.
LA DEEVA: PROIEZIONE NEL METAVERSO
È il momento di varcare la soglia di “La Deeva”, locale già proiettato nel futuro, che rivela la sua particolare identità solo una volta entrati. Ci troviamo sotto i portici di Piazza XVIII Dicembre, a un passo dalla stazione del Metrò.
Vieni subito aggredito da una marea di rose ‘rosa’, alle pareti, al soffitto, perfino nei servizi. La Deeva, Pasticceria e Bar, Bistrot, luogo d’attesa, di incontri belli e gioiosi, dove tutto invoglia a sorridere e a stare bene. Luogo di relax dove verrai accolto da due gigantesche ali d’Angelo. Qui ti senti libero, non dai pace allo smartphone che tieni nella tasca del jeans o in borsetta: tutto è a portata di selfie. Qui vieni per un caffè ma scopri che può diventare location fotografica di fantasia. Entri in un mondo di favole, in un bosco rosa meraviglioso che ti abbraccia, ti coccola, ti invita a restare, ti fa compagnia e ti fa dimenticare. La facciata grigia di forte ispirazione juvarriana di quel palazzo di fronte, tra l’altro molto molto bella, scompare al di qua delle vetrate. Il sobrio grigio Torino qui si trasforma in rosa, in sorriso. È una sensazione bellissima.
Ma chi sono gli artefici di tutto questo? Chi ‘è dietro questo fantastico volto rosa? Chi si è inventato tutto?
L’IDEA
Ecco la giovane Valentina, nata in Italia ma di origini cinesi: “Idee bizzarre e intime quì si intrecciano. In verità, ho pensato di organizzare una specie di fuga dalla città, un modo per volare in un mondo fantastico. All’inizio volevo chiamarlo “Nel bosco incantato”, poi Leo, mio marito, mi ha suggerito di farlo rosa, un locale ‘femmina’, ma anche gli uomini possono entrarci”.
Perché Deeva?
“Perché è rosa, è femmina, e in quanto tale deve sentirsi importante, protagonista, quindi diva, e allora ho giocato sul nome ‘Deeva’. Si scrive ‘Deeva’ ma si pronuncia ‘Diva’.
La città, vista da qui, è completamente estranea, lontana…
“Qui dentro si entra in un mondo fantastico, magico, una piccola isola che ti fa sognare, ti protegge, ti fa stare bene”.
Avete aperto da 2 mesi circa: chi sono i vostri visitatori e casa ti aspetti da questo luogo?
“Sono tante ragazze, il mondo femminile è predominante, sarà per il colore, per la tipologia dell’allestimento, per il gioco di luci e di soffitti; qui dentro anche le ragazze e i ragazzi che servono sono vestiti di rosa. Non abbiamo ancora pensato al futuro, pensiamo al presente per il momento, vogliamo che tutti si accorgano di noi, donne e uomini sono protagonisti. Ma tanti ragazzini entrano con i genitori, attirati da tutto e subito selfie”.
Nella parete di fondo 2 ali d’Angelo e la scritta Deeva, ali di gioia, di accoglienza, di libertà
“Esatto, sono due ali che invitano a sederti, a stare seduti davanti ad una colazione, a un tramezzino, a un dolce, a un caffè; qui sei portato a volare, a sognare, a instagrammare”
Cosa si può mangiare da Deeva?
“Si può mangiare a tutte le ore, dalla colazione al pranzo, alla merenda. Abbiamo una pasticceria artigianale, piemontese, con un laboratorio centralizzato. La nostra è una cucina italiana, le materie prime sono assolutamente italiane”.
E mentre parlo con Valentina, due donne fanno capolino nel locale, sono estasiate, si siedono sotto un tunnel di rose, ordinano due caffè e due macarons, sorridono. La mia curiosità mi spinge a chiedere perché sono entrate. Mi rispondono “per trovare un po’ di relax, con la musica che ci tiene compagnia, per stare bene, per rimanere mezz’ora fuori dall’altro mondo”.
La risposta mi rende ancora più felice.
Mi passano davanti deliziosi croissant al gusto di tutto. Qui vige la formula brunch tutto il giorno. Assaggio il Black Burger alla fassona piemontese della Macelleria Tre Carni di Piazza Nizza; poi un tocco di Pink Burger, panino rosa alla barbabietola, con farcitura salata; un appetitoso Bacon Burger, con fassona, formaggio cheddar, bacon, insalata, pomodoro, salsa burger. Tutto è presentato con raffinatezza, i sapori sono squisiti, studiati, ricercati. Sono una deliziosa tentazione questi burger di ottima fattura. Si beve di tutto, dalla caffetteria tradizionale ai Bubble tea, con topping a scelta. Per non parlare del Breakfast, dai croissant dolci e salati al cube, ai cruffins. Ho dato un’occhiata al Cakes Menu, stellare!.
Intercetto Leo, il giovane marito di Valentina. Insieme gestiscono Koi, un ristorante gourmet nelle adiacenze di piazza San Carlo. Mi parla del progetto Deeva.
“L’idea è nata durante il periodo del Covid. Valentina ha pensato di creare un locale moderno, attuale, che guardasse al pubblico femminile. Qui si respira aria di futuro. Dentro di noi c’è cultura italiana, visto che siamo cresciuti qui in Italia, lei addirittura nata. Qui dentro le donne devono sentirsi WOW. Vengono attirate dall’ambientazione e poi dall’atmosfera: entrano, chiacchierano, fotografano, gustano un dolcino, bevono un caffè, sorseggiano un aperitivo, fanno merenda. La qualità del prodotto è ottima, ci serviamo dai migliori produttori piemontesi. Qui si entra felici e si esce ancora più felici”
L’ambiente forse è un po’ kitsch… la febbre rosa comincia a conquistare anche Torino. Quando sono uscito è come se avessi indossato un paio di occhiali con le lenti rosa, un attimo di disagio, però ci voglio tornare.
L’effetto wow è assicurato e non solo… sarete proiettati nel Metaverso, sapendo che non è spettacolo ma partecipazione!.