Il maestro Beppe Vessicchio, che ama trascorrere il suo tempo tra vino e pomodori in Puglia, ne ha trovato un po’ anche per fare esperimenti e assaggi nelle cucine della Gambero Academy, giungendo a dare conferma alla validità del suo nuovo rivoluzionario approccio scientifico che collega la musica al cibo. Entrambi legati alla sfera sensoriale, quello tra musica e cibo è un rapporto antico e solido che, grazie agli studi sul campo del noto compositore e memorabile direttore d’orchestra del Festival di Sanremo, è riuscito a scardinare anche le ferme certezze di Gambero Rosso e dei suoi degustatori.
Come lui spiega: “Quello del suono è prima di tutto un linguaggio capace di interloquire con la materia, non solo quella biologica, grazie a principi elettrici…Il suono è movimento delle molecole dell’aria sollecitate da una sorgente: un amplificatore, una corda che vibra, una campana” e sollecitati da un suono, gli organismi vegetali attivano una reazione del sistema.
Tutto comincia dal vino
Questo accade nel mondo del vino, da cui questi studi sono cominciati, dove le molecole trattate con la musica si riorganizzano dal punto di vista elettrico offrendo prodotti dal sapore e dal profumo gradevolissimo, ma in generale è vero per tutti gli ortaggi e i prodotti della terra. Dalle sue ricerche è nato il metodo Freeman (Frequenze e Musica Armonica Naturale) con musiche da lui appositamente composte “per avere più possibilità di entrare in empatia con il sistema e aprire le cerniere elettriche”, prosegue. Bastano dieci minuti di trattamento del liquido a contatto con il dispositivo che emette il suono perché la trasformazione avvenga.
E questo è vero anche per l’olio dove un eventuale difetto da ossidazione può essere attenuato e il test di Gambero Rosso prosegue affascinato e incredulo su un broccolo, che acquista un sapore più morbido e meno pungente sull’amaro, su un limone dove la sensazione di acre è meno intensa con gli effetti della musica.
Ma gli studi del maestro Vessicchio non si fermano qui e stanno proseguendo sui formaggi, dove addirittura si può compiere un viaggio nel tempo per far guadagnare 6 mesi di stagionatura a una forma di Grana, e sulla pasta dove però è ancora solo una questione di lievi sfumature.
“Siamo davanti a nuova influenza delle onde elettromagnetiche sulla materia in genere: il principio non è musicale ma fisico”, continua, affermando la sua volontà di proseguire le indagini in questa direzione con possibili importanti risvolti anche a livello industriale per andare oltre la scadenza e aumentare la longevità di un prodotto sugli scaffali.