“Colline Teramane in Tour” è l’evento itinerante, organizzato dal Consorzio di Tutela Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo, nelle principali città italiane, per i 20 anni della Docg. Dopo Milano, la tappa di Torino ha rivelato un vino speciale rappresentativo dell’identità di un territorio
“La strada si è aperta a metà degli Anni Novanta quando un gruppo di produttori della provincia di Teramo chiese di menzionare in etichetta la zona di origine dei loro vini, partendo dalla convinzione che avessero un’identità particolare rispetto agli altri vini abruzzesi. Ottennero così la Sottozona alla quale fu dato il nome ‘Colline Teramane’ e poi, a seguito di altre battaglie, nel 2003 fu riconosciuta la Docg. La nostra missione è quella di raccontare, attraverso il vino, l’identità del nostro territorio. Abbiamo dato importanza a un’area e un valore alle sue produzioni. Per merito dell’impegno dei vignaioli, il territorio ha anche dato visibilità ad altri prodotti, quali la pasta e il miele delle Colline Teramane”.
Con queste parole, Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Colline Teramane si è presentato alla stampa di settore, presso Opera Ristorante a Torino, mettendo in degustazione 22 vini dei produttori del Consorzio Tutela Vini Colline Teramane Docg. Si festeggiano i 20 anni della Docg.
Era infatti il 2003 quando un gruppo di produttori, con l’ottenimento della Docg per il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo – prima denominazione di origine controllata e garantita della regione – decise di valorizzare la produzione di questo vino prodotto in una trentina di comuni racchiusi nella provincia di Teramo.
Le Colline Teramane: un Abruzzo speciale
“Questo territorio è stato da sempre zona di confine – spiega il Presidente del Consorzio – e ha visto in ogni momento la presenza di piccoli imprenditori in una concentrazione maggiore che nel resto della regione. Se a questo si aggiunge la posizione geografica, oltre alla diversità proprio del suolo, ecco spiegato il senso identitario di questo territorio”.
Parliamo di una terra dove l’intreccio tra Uomo, Natura e Tempo ha origini antiche e dove, quindi, antica è la storia della viticoltura e vigorosa l’attitudine a creare vini profondi e sontuosi, di grande identità, immediatezza, eleganza.
Questa è la porzione di un Abruzzo speciale, racchiuso tra il massiccio del Gran Sasso e il mare Adriatico. Un luogo che incanta per la varietà dell’ecosistema, dove l’Uomo c’è, ma discretamente e rispettosamente, in equilibrio costante con la Natura che ne domina una grande parte; dove le colline sono una distesa di vigne e uliveti, ordinati e sistemati come giardini, interrotti da campi coltivati, boschi, borghi, abbazie e monumenti di grande profondità storica e culturale. Questa è una zona un po’ “nascosta”, fuori dai soliti itinerari turistici, ma di grande interesse storico, culturale, gastronomico. Le Cattedrali di Atri e Teramo, unite alla Scala Santa di Campli, passando per il Museo delle Ceramiche di Castelli meritano da sole il viaggio. Possiamo definire la tradizione gastronomica “ibrida”, un compromesso quasi perfetto tra mare ed entroterra, cucina del mezzogiorno e influenze marchigiane. È un territorio vocato alla viticoltura, soprattutto per il suo clima (mix di esposizioni, tra correnti fredde provenienti dal Gran Sasso e brezze marine più calde) e per le forti escursioni termiche giorno-notte.
La Denominazione
Attualmente la denominazione, con le sue cantine, si estende su una superficie totale di 172 ettari con una produzione annua di circa 600 mila bottiglie, di cui il 60% è destinato al consumo nazionale, il resto all’esportazione. La zona di produzione dei vini Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg rientra in una trentina di comuni interamente compresi nella provincia di Teramo, la più settentrionale d’Abruzzo. I terreni di coltivazione sono argillosi-limosi.
Caratteristiche dei vini
Vini eleganti seppur potenti e tannici. Il microclima è straordinario e variegato da Nord a Sud. Si afferma lo Stile Colline Teramane: Colore rosso rubino in tutte le sue sfumature dai toni purpurei violacei in gioventù che volgono al granato dopo alcuni anni; il caratteristico profumo di frutti rossi piccoli nei vini che nascono più vicino al mare, diventano polposi ed intensi verso la montagna. Il gusto è secco, complesso, armonico e soprattutto fresco e sapido, di rimandi salmastri marini sulla costa e con spiccate mineralità saline risalendo l’Appennino; ritornano frutti rossi arricchiti di naturale speziatura e tostatura.
Abbinamenti
Se il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg è un vino che si sposa perfettamente con i sapori intensi ma equilibratissimi della cucina teramana – in particolare nelle preparazioni a base di pecora e agnello – l’eleganza di questo vino si abbina anche con carni diverse, come brasato e stracotto, e con i formaggi stagionati.
Il Consorzio di Tutela
Nasce nel 2003 per tutelare, valorizzare e promuovere la prima Docg della regione Abruzzo. I produttori si sono imposti, da subito, regole di lavoro severe accompagnate da un Disciplinare rigoroso e ne stanno raccogliendo i frutti.
“La nostra missione è quella di raccontare, attraverso il vino, l’identità del nostro territorio – afferma Enrico Cerulli Irelli -. Fino alla metà degli Anni Novanta, l’Abruzzo era identificato con un solo vino, il Montepulciano. La regione è molto articolata, è sotto le montagne e vicina al mare, ha paesaggi e storie molto diverse tra loro. Era impensabile continuare a raccontare l’Abruzzo del vino attraverso un solo vino. La rottura di questo rapporto è iniziata proprio nel territorio di Teramo”.
“Oggi, Colline Teramane produce 600 mila bottiglie in tutto e fino a due anni fa solo 400 mila – sottolinea il Presidente -. La forza del Consorzio evidentemente ha giovato al comparto. Assaggiando questi vini troverete declinazioni e interpretazioni molto diverse tra loro –. Oltre il 70 per cento delle aziende, infatti, opera in regimi di qualità certificata come il Biologico e la Biodinamica. Il Disciplinare non impone il legno per la categoria ‘Giovane’, lo impone solo per la ‘Riserva’. Il Colline Teramane si sviluppa per circa 170 ettari sparsi in circa trenta comuni. Le aziende consorziate sono una trentina, circa il 90% delle cantine presenti sul territorio. Possiamo affermare che il Consorzio rappresenta molto chiaramente la compagine produttiva del nostro territorio”.
Base Ampelografica
Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg deve essere ottenuto dalle uve prodotte dai vigneti aventi la seguente composizione ampelografica: Montepulciano minimo 90%; Sangiovese fino ad un massimo del 10%. Però la stragrande maggioranza dei produttori vinifica Montepulciano in purezza. Questo vitigno si esprime al meglio su suoli argillosi, in condizioni ambientali difficili per altitudine e siccità. Ha un germogliamento tardivo che sfugge alle gelate primaverili dell’Adriatico, tollera la botrite e asseconda la maturazione lenta. Si vendemmia fino ad ottobre inoltrato.
Tipologie
Sono due: Giovane e Riserva. Per il Giovane, il vino deve essere sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio di un anno, di cui almeno due mesi di affinamento in bottiglia. Nella versione Riserva il vino è sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno un anno in botti di legno ed almeno due mesi di affinamento in bottiglia.
La degustazione
Si è svolta presso Opera Ristorante di Torino. Sono stati proposti i ventidue vini tra Giovane e Riserva, in abbinamento ad una serie di piatti ed assaggi preparati dallo chef Stefano Sforza.
Descrizione dei piatti
Antipasto: Angus, piselli, oxalis. La carne è presente in forma di tartare marinata a secco con muscovado e spezie e in cubetti di carpaccio farciti con crema di piselli. Il piatto è completato da un’emulsione di acetosella (Oxalis acetosella), pianta dal sapore acidulo che sottolinea l’attenzione dello chef al mondo vegetale.
Primo: Risotto, animella, salvia. Riso Carnaroli accompagnato da animelle scottate. Riso mantecato con un Olio alla salvia, per mettere maggiormente in luce gli ingredienti protagonisti del risotto e per ottenere maggiore leggerezza.
Secondo: Guancia, ceci, papaya: Carne di maialino preparata come uno stracotto e accompagnata da ceci speziati e brunoise di papaya.
Dessert: Gianduia, lamponi, rosmarino. Sfera di cioccolato Gianduia con inserto al lampone e gel al rosmarino.
Le impressioni
Le annate in degustazione vanno dal 2015 al 2020. Dagli assaggi effettuati, tra Giovani e Riserve, spaziando dalla fascia litorale adriatica a quella collinare e montana del Gran Sasso, si può affermare che i vini mostrano caratteristiche molto spiccate in termini di eleganza, di piacevolezza, di freschezza e tipicità. Si apprezza il tessuto vivace di piccole realtà animate da vignaioli intraprendenti e virtuosi che ricercano interpretazioni originali e di carattere. Personalmente, ho preferito la tipologia “Annata” piuttosto che “Riserva”. “Abbiamo intrapreso un percorso importante – ribadisce Enrico Cerulli Irelli –, vogliamo vincere una sfida, quella di far conoscere al mondo un vino, il Montepulciano d’Abruzzo, piacevole ma un vino quotidiano, che può aspirare alla corona”.
Riflessione
Tra i vini in degustazione sono rimasto incuriosito da un’etichetta che recitava: Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg – Verso sera – Annata 2020 – Cantina Velenosi.
La mente è volata subito al tempo della scuola e al Sonetto del Foscolo “Alla sera”:
“Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago a me sì cara, vieni,
O Sera![…]
Sono i primi versi di Alla sera, dove il Poeta racconta il senso sereno della sera, di allontanamento dalle “tempeste” della vita, il momento in cui si placa l’inquietudine dell’anima.
Raggiunta telefonicamente la gentile signora Angela Velenosi, titolare dell’Azienda Vinicola Velenosi, sul significato dell’etichetta del suo vino “Verso sera”, risponde con encomiabile savoir faire e grande passione:
“Decisi di produrre “Verso sera”, perché per me doveva rappresentare il vino top di gamma, il più importante della nostra azienda che arrivava ad una certa maturità produttiva, visto che sono quarant’anni che sono nel settore. “Verso sera”, inoltre, nasce dalla consapevolezza che quel momento rappresenta l’ora più bella della giornata, il ritorno dalle fatiche del giorno, quando ti porti appresso il bagaglio di un tempo vissuto, che sia stato positivo o meno. In realtà sei arrivato a casa e la casa diventa il tuo guscio, le pareti ti allontanano dal frastuono, sei tornato nel luogo che ti protegge”.
“E allora perché non stappare una buona bottiglia, importante, che ti gratifica sia che le cose siano andate per il verso giusto, e allora ti premi, sia che siano andate storte, e allora quel vino servirà a farti vedere le cose da un altro punto di vista, in senso positivo. Quindi, ‘Verso sera’ è il movimento lento di un calice di vino ripensando alla giornata. ‘Verso sera’ è il vino che accompagna il tramonto e il rientro a casa dei miei figli, e per me, questo, è il momento più bello della mio giorno, quando i miei figli ritornano”.
Non mi resta che fare i complimenti alla gentile signora per questo accostamento di pensiero al grande Poeta, a cui, però, aggiungo, doverosamente, un forte applauso dopo avere assaggiato il suo impeccabile “Verso sera”.
Ed è un applauso che accomuna tutti i produttori consorziati che hanno allietato le mie papille in questo pomeriggio da ricordare. Ho degustato dei vini che non conoscevo, ho assaggiato il territorio teramano, dal Gran Sasso al mare. In due ore… scusate se è poco!