Salendo dalla costa verso l’entroterra, percorrendo le dolci colline del Montefeltro marchigiano, ci ritroviamo ad Urbino, poco più di 15.000 abitanti, che di questo territorio può considerarsi la capitale.
Una storia importante
Di origini antichissime, Urbino è sempre stata al centro di dispute accese per il suo possesso, dai Galli Senoni ai Romani, anche per la sua felice posizione sopraelevata rispetto alle vie di comunicazione lungo le vallate.
La morfologia del territorio su cui è sorta la città era molto adatta ad ospitare la città fortificata; il pianoro inclinato verso nord era circondato da una linea di difesa naturale idonea per l’edificazione della cinta muraria.
Anche nel periodo medioevale Urbino era considerata città strategicamente importante, visto che che subì assalti da Goti, Bizantini e Longobardi, prima di finire sotto il dominio pontificio.
L’imperatore Federico Barbarossa la concesse infine al conte Antonio da Montefeltro, che governava la vicina Carpegna, per garantirsi il controllo sulla via Flaminia per Roma.
Con l’avvento negli anni seguenti di Federico da Montefeltro, Urbino si sviluppò in città con la costruzione di conventi e oratori, palazzi e nuovi agglomerati urbani.
Il conte, divenuto duca, ampliò i suoi possedimenti con conquiste ed alleanze e trasformò Urbino da piccolo comune medioevale che era, nella capitale economica e politica dello Stato del Montefeltro.
Ospitò inoltre nel suo splendido palazzo i migliori talenti letterari, artistici e scientifici del 1400, portando al suo territorio un benessere straordinario tale che poté permettersi l’edificazione di un’opera grandiosa come l’attuale Palazzo Ducale.
Fu l’artefice anche della costruzione di molti altri edifici religiosi e civili, come il Duomo, il Convento dei Gesuiti, il Convento di S.Chiara, il Mausoleo dei Duchi e numerose rocche per controllare le vie di accesso più vulnerabili del suo territorio.
Nei secoli che seguirono, il Ducato di Urbino continuò a prosperare e a rimanere un faro per artisti e letterati, anche quando passò dalla dinastia dei Montefeltro a quella dei Della Rovere.
In questo periodo fiorì anche l’attività artigianale di tipo scientifico: costruzione di orologi, compassi, strumenti scientifici e matematici di precisione, divenendo anche uno dei principali centri della cultura scientifica dell’epoca.
Con la fine del Ducato di Urbino e del Montefeltro ed il ritorno sotto le insegne papaline, viene ad esaurirsi anche la spinta propulsiva della città ed il sostegno che per secoli aveva accordato a quella cerchia di intellettuali, artisti e musicisti.
Urbino, la città medioevale
Trovarsi oggi a passeggiare per il borgo medioevale, praticamente alieno dalla presenza delle infestanti automobili, circondato dagli studenti dell’Università, una delle più antiche d’Italia, è un piacere indicibile ed emozionante.
Sono stati organizzati dei percorsi che portano per mano i turisti in un suggestivo viaggio fra architetture armoniose, palazzi signorili, residenze che appartennero alla Corte dei Montefeltro e punti panoramici che si aprono sul territorio.
Nel peregrinare per il centro ci si ritrova nella Fortezza Albornoz, imponente costruzione del secolo XV da cui è possibile ammirare una larga parte della città antica, a Palazzo Ducale, con le sue torrette, dalla quale sembra di toccare con mano le colline intorno.
Ed ancora , girovagando fra gli stretti vicoli, ci si ritrova a Palazzo Odasi, nel Monastero di Santa Chiara, sulle scalette di San Giovanni, a Palazzo Riviera ed in piazzetta San Francesco.
Urbino, patrimonio dell’Umanità
Urbino, patrimonio dell’Umanità Unesco va assaporata così, camminando senza una meta precisa, poco alla volta, passeggiando lungo i vicoli meno frequentati, lasciarsi sorprendere da scorci inattesi, godersi lentamente la città e apprezzare i prodotti tipici del territorio.
La città possiede una lunga tradizione di artigianato artistico, soprattutto a partire dal Rinascimento; orafi, ebanisti, ceramisti, stuccatori, pittori, falegnami, scalpellini erano conosciuti ben oltre le mura della città.
Ancora oggi molti laboratori sono testimoni di questa creatività: piccole botteghe situate nel centro storico e officine sparse nel territorio, dove è possibile vedere da vicino tecniche antiche e nuove creazioni, seguire corsi o acquistare oggetti.
L’antica magnanimità ed ospitalità dei signori medioevali ha lasciato il segno, tanto che anche in epoca moderna Urbino offre ai visitatori ed ai turisti, oltre alle vestigia del suo passato mantenute in uno stato davvero invidiabile, anche tante occasioni d’intrattenimento, tra cui sagre e fiere che richiamano gente anche da lontano.
Uno di questi eventi, ormai conosciuto a livello internazionale, è il “Biosalus”, festival dedicato al biologico e al benessere olistico: un’armonica integrazione tra cultura del benessere personale nel rispetto dell’ambiente e del mondo in cui viviamo.
Ma Urbino ed il Monteleltro sono anche terre di antiche tradizioni gastronomiche tramandate di generazione in generazione; la cucina urbinate è caratterizzata da semplicità e genuinità, ma non per questo è meno ricca di sorprese e tentazioni, tra le quali l’arte della norcineria.
Tra i primi piatti troviamo quelli tradizionalmente preparati nelle festività natalizie, come i cappelletti in brodo di cappone o i passatelli, che comunque oggigiorno sono più considerati piatti della domenica che relegati al solo Natale.
Arrosti e cacciagione sono tra i secondi tipici, spesso con contorni di funghi e tartufi di cui il Montefeltro è ricco, accompagnati dalla famosa “caciotta d’Urbino”, un formaggio fresco dal gusto delicato e dalla crescia sfogliata, farcita con il saporito prosciutto locale o con verdure di campagna, bagnate dal leggero e frizzante Bianchello del Metauro.