Ai piedi del massiccio del Taburno Camposauro, stretto e lungo, c’è Solopaca, paese di circa quattromila abitanti della provincia beneventana nota per dare il nome all’omonimo vino.
Una storia travagliata
La zona circostante Solopaca fu abitato sin dall’antichità, come hanno testimoniato diversi ritrovamenti archeologici nel territorio comunale, ma l’origine del borgo è di epoca medioevale, quando il paese nacque probabilmente come casale, centro minore o frazione di Telesia, probabilmente dopo la distruzione di questa città prima da parte dei saraceni e poi di un violento terremoto.
Attorno al duecento Solopaca divenne prima feudo angioino e successivamente normanno, per poi passare ai Ceva Grimaldi, che governarono per due secoli la cittadina con il terrore, eseguendo perquisizioni e carcerazioni arbitrarie, corrompendo magistrati ed eseguendo torture e pene corporali.
Il suo centro storico ha una caratteristica forma allungata e conserva ancora edifici storici di grande pregio artistico il seicentesco Palazzo Ducale dei Ceva-Grimaldi, con la facciata decorata a “rinzaffo”; il millenario Castel San Martino, castello normanno del quale resta una torre circolare in prossimità della Chiesa Madre o Chiesa del Corpo di Cristo con decorazioni barocche ed un campanile in stile vanvitelliano.
Del trecento è la Chiesa di San Martino, e seicentesca quella di San Mauro, che contiene un’antica scultura del Santo, dagli sfollati della vicina Telesia a seguito del terremoto del 1349:
Terra di vini Solopaca Doc, Aglianico e Falanghina…
Oggi Solopaca è fra i centri economici più attivi del Sannio, noto per la produzione di vino ed in particolar modo del Solopaca Doc bianco e rosso, nonché di Aglianico e Falanghina.
È conosciuto anche per la grande Festa di settembre, uno spettacolo unico e suggestivo, con la tipica sfilata per le strade del paese di carri artistici realizzati con chicchi d’uva che richiama, nella cittadina e in tutta la Valle Telesina, decine di migliaia di turisti provenienti anche da altre regioni.
Lungo il percorso sono allestiti i banchi gastronomici, per gustare i piatti della cucina contadina locale, come i “cavati”, cioè gnocchi di farina, salsicce alla brace, peperoni imbottiti, gli “struscioli”, una specie di rustici bignè e poi tanta uva e vino Solopaca.
La festa dell’uva di Solopaca vuol essere una rievocazione dell’antica tradizione di offerta dei prodotti della terra alla divinità. Non a caso essa cade in prossimità della festa della Madonna Addolorata, a cui era dedicata l’antica “Sagra”.
…e del caciocavallo silano
Uno dei prodotti tipici locali più caratteristici di Solopaca è il caciocavallo silano Dop, un formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di vacca di diverse razze, tra cui la podolica, una tipica razza autoctona delle aree interne della Campania.
Ma è il vino Solopaca Doc ad essere sempre protagonista delle varie sagre, un vino prodotto nella zona del Sannio, dove le tecniche di coltivazione e di vinificazione hanno raggiunto livelli di eccellenza e dove la vita delle popolazioni è scandita dalle diversa fasi di vegetazione del vigneto.
Circa 2000 i viticoltori che conferiscono l’uva alle due cantine sociali locali e sempre più numerose sono le aziende vitivinicole di piccola e media dimensione che producono una vasta gamma di vini di grande pregio e tipicità, dal “Solopaca Classico” Bianco, asciutto e vellutato; Rosso, intenso e caratteristico e Rosato, delicato e fragrante.