Magnifico balcone fiorito sulla sommità del promontorio del Conero, a sud di Ancona, Sirolo è uno dei più graziosi borghi della riviera adriatica.
Il paese, a 125 metri slm, meno di 4000 abitanti, a picco sul mare, ha un centro storico d’impianto medioevale ancora ottimamente conservato; dalla sua piazza principale il panorama sul golfo è spettacolare, pieno di scie bianche di navi e barche che solcano l’azzurro del mare, il giallo delle spiagge a sud ed il suggestivo paesaggio collinare marchigiano alle sue spalle.
Oltre al panorama, Sirolo offre anche diverse attrattive storiche, artistiche ed architettoniche, come la chiesa di San Nicolò, con un portale quattrocentesco e l’imponente campanile; la piccola chiesa della Madonna del Rosario, che ospita una cinquecentesca Madonna della Misericordia di scuola marchigiana; l’antica cinta muraria e una porta dell’antico castello.
L’antico castello d’inizio millennio e sorto su un manufatto preesistente ancora più antico, situato in una posizione strategicamente difesa naturalmente e la possente cortina muraria l’hanno reso inespugnabile per secoli, contribuendo a fare di Sirolo uno dei più importanti baluardi della marca anconetana.
Il mare di Sirolo
Ma naturalmente l’attrazione principale di Sirolo sono le sue spiagge inserite in una natura selvaggia e incontaminata dove è possibile praticare ogni genere di sport.
Nel lungo litorale è possibile trovare diverse calette di sassi con le rocce sovrastanti a picco e dove il mare è trasparente, così come lunghe spiagge dorate di sabbia finissima.
La spiaggia più caratteristica e più famosa di Sirolo è la Baia delle due Sorelle, un luogo selvaggio con acqua limpida e cristallina, con i due faraglioni denominati appunto le Due Sorelle a fare da sentinella ad un luogo circondato da varie leggende.
Transitando sotto la Punta di Giacchetta, da Spiaggia Urbani, con il mare calmo, è possibile raggiungere la spiaggia di San Michele e la spiaggia dei Sassi neri, così chiamata in quanto, molti anni or sono, vi si svolgeva un’attività di lavorazione della calce e sull’arenile rimanevano quotidianamente i resti della combustione dei fuochi accesi nella notte per produrre la calce.
Il Parco del Conero
Sirolo e la riviera del Conero si trovano nel territorio del parco del Conero, un bell’esempio di paesaggio collinare, urbano e costiero, con elementi di natura pittoreschi e piacevoli, pieni di percorsi escursionistici in mezzo a macchie di corbezzoli, ginestre, lecci, pini marittimi; numerose specie di uccelli presenti, alcuni dei quali rari, assieme ad una ricca presenza faunistica.
Oltre al Parco del Conero, nei pressi dell’abitato vi è anche l’area archeologica dei “Pini”, l’unica area marchigiana in cui è possibile visitare un settore di necropoli picena, comprendente tre circoli di cui il più grande, di 40 m. di diametro, relativo alla cosiddetta “tomba della Principessa di Sirolo“, complesso funerario del VI sec. a.C. appartenente a una nobile signora picena tumulata con ricchissimo corredo; parte dei ricchi e numerosi reperti rinvenuti sono esposti presso l’Antiquarium Statale della vicina Numana.
Numerose le manifestazioni che vi si svolgono, dalla Notte Bianca, all’annuale Festival “Sirolo in Musica”, dall’«Archeo’s Festival» ai “Capìricci di Gola”, solo per citarne alcune.
Sirolo ed il suo entroterra, col suo clima mite quasi tutto l’anno, è pieno di ristorantini tranquilli dove la cucina, in particolare quella di pesce, è curata con amore e passione; crostacei, gamberi, spigole, orate, seppie e calamari, triglie, sogliole, lumachine di mare, vongole che ogni giorno arrivano freschissimi dalle barche che durante la notte illuminano il mare antistante, sonagli elementi preziosi della cucina locale.
Tra le prelibatezze regalate dal mare, c’è anche la cozza selvatica di Portonovo, chiamato “mosciolo”, divenuto presidio Slow Food per l’esiguita della produzione.
Tra i tanti piatti rinomati i “ciavattoni di pesce”, dei paccheri con una carbonara di mare, le cozze, lo scoglio e la “pasta con stocco e piselli”, il brodetto ed il pesce azzurro “in saor”; tra i primi di carne invece i “vincisgrassi” tra i primi e coniglio e maiale tra i secondi, ma anche salumi e formaggi di diverso tipo delle colline vicine, accompagnate dagli ottimi vini marchigiani, come il Verdicchio ed il Rosso Conero.