Nell’entroterra appenninico pescarese, in Abruzzo, alle falde del monte Piano nella parte settentrionale della Maiella, nella conca del fiume Alento, troviamo il paesino di Serramonacesca, piccolo borgo circondato da boschi e uliveti.
Serramonacesca, il cui nome significa proprio “serra dei monaci”, ha un’interessante struttura urbanistica, dove sono evidenti gli elementi in pietra realizzati dai suoi abili artigiani e scalpellini.
Il paese si è formato durante le invasioni barbariche dell’Italia, quando alcune famiglie longobarde si riunirono costituendo il borgo che si formò attorno ad una struttura fortificata ed alcune contrade di povere abitazioni.
Nel ‘400 ci fu una forte epidemia di peste che colpì soprattutto la popolazione delle contrade, costringendo la popolazione a concentrarsi nel borgo.
Un borgo e la sua Abbazia
Serramonacesca è oggi un borgo di nemmeno 600 abitanti che si è formato attorno all’antica Abbazia benedettina di San Liberatore, che dipendeva da quella di Montecassino.
L’edificio, che subì nei secoli gravi danni ed è stato restaurato solo da alcuni decenni, ha dei bei portali romanici nella facciata, affiancata da una possente torre campanaria; l’interno, a tre navate, contiene un prezioso pavimento a mosaico ed alcuni affreschi, entrambi del ‘200.
Nella valle, a poca distanza, si trova l’eremo rupestre di S. Onofrio, nei pressi della fontana dell’acqua santa, che secondo la tradizione popolare, favorirebbe la guarigione dalle malattie renali e dell’addome come pure il rituale dell’adagiarsi e strofinarsi sulla “culla di S. Onofrio”, il giaciglio del Santo scavato della roccia.
Il territorio compreso nell’area del Parco Nazionale della Majella, è un autentico “scrigno” di tesori storico-artistici e naturalistici, come appunto le citate abbazia di S. Liberatore e l’eremo di S. Onofrio, ma anche le rovine di Castel Menardo, le tombe rupestri di S. Giovanni e i ruderi del borgo fortificato longobardo di Polegra.
La parte naturalistica, oltre ai boschi che circondano il paese, è particolarmente interessante; nella vallata del fiume Alento, infatti, nei pressi dell’abbazia di S. Liberatore, le sue acque percorrono brevi tratti sotterranei, riaffiorando più a valle con delle piccole cascate.
Il territorio è ricco anche di formazioni calanchifere che si rinvengono nei terreni argillosi di formazione pliocenica. Il paesaggio montano offre delle tipiche capanne in pietra a secco (Terroni o tholos), espressione di tecnica ingegneristica agro-pastorale.
Interessante e piena di contaminazioni anche la cucina tipica di Serramonacesca, con piatti come il coniglio con le lumache, le cozze allo zafferano, la Pastuccia, la polenta all’abruzzese, le Nevole, i Papatilli, un triplo disco di cioccolato con crema di pistacchio.