Nell’entroterra campano, in provincia di Avellino, c’è Serino, piccolo paese di circa 7.000 abitanti, stazionato su un altopiano a poco più di 400 metri slm e percorso dal piccolo fiume Sabato.
Le sue origini di Serino vanno ricercate nella misteriosa Sabatia abitata dal popolo sannitico dei “sabatini” che verso la metà del secolo II a.c. trovarono rifugio nella zona ove attualmente sorge il centro urbano.
La sua storia è la stessa dell’intera Italia centro-meridionale e soprattutto dell’epoca medioevale e rinascimentale di cui sono rimasti alcuni interessanti reperti.
Tra questi i resti del castello feudale, sulla vetta di una collina, circondato da bastioni, vi si accede tramite due porte ad arco; dell’antico maniero rimangono oggi la Cappella, l’Abbeveratoio ed il campanile.
Ancora intatto, invece, il Castello d’Orano, avamposto fortificato prima Romano poi Longobardo, che agli inizi del 900 fu trasformato in “Lazzaretto” e successivamente restaurato e riportato alla forma primitiva.
L’Oratorio Pelosi è invece uno dei rari esempi dello stile barocco esistente in Irpinia; un’antica cappella gentilizia costruita nel 1475 dalla famiglia Pelosi dedicata a San Vincenzo.
Seicentesco è invece il Monastero delle Clarisse, in tardo barocco con bellissimi affreschi con episodi del vecchio testamento.
L’importanza dell’acqua di Serino
L’importanza dell’acqua di Serino nei secoli è testimoniata dalla presenza dell’acquedotto romano, fatto costruire dall’imperatore Claudio tra il 54 e il 41 a.c. per portare acqua pura alla “Piscina Mirabile” presso Miseno, a Napoli, e dove tutt’oggi, rifatto ed ammodernato più volte, serve ancora la metropoli partenopea.
L’economia di tipo agro-pastorale, con coltivazioni tipiche del bosco e del sottobosco, vede impegnate le aziende locali nella trasformazione dei prodotti legati per lo più all’agricoltura e all’allevamento.
La castanicoltura
La trasformazione di prodotti alimentari, soprattutto salumi e prodotti lattiero-caseari rappresentano la parte più rilevante dell’economia locale che ha nella filiera della castagna, con raccolta, trasformazione e distribuzione in tutto il mondo il suo punto di forza, cui viene anche dedicata una grande sagra autunnale.
Da qualche tempo si va sviluppando un discreto turismo ambientale, con attività agrituristiche, passeggiate a cavallo, trekking nei boschi e sui rilievi circostanti.
La cucina di Serino è caratterizzata dagli odori e sapori del luogo e si tramanda di generazione in generazione; i primi piatti a base di pasta fatta a mano, rape e patate, minestra di verdura “asciatizza”, il pastiere, il pizzillo, la pizza con le erbe, la frittata con le “viticelle”, ricotta, scamorze, caciocavallo, sono semplici e affondano le loro radici nella cultura agreste del territorio.
I dolci più noti sono la pizza di castagne, il tronchetto, le crostate con i frutti del bosco e del sottobosco.