In Toscana, contornato da boschi di castagno e macchia mediterranea, nell’alta Maremma, c’è Sassetta piccolo borgo di 550 abitanti circa, immerso nella natura ancora incontaminata della Val di Cornia.
Il piccolo borgo, che fu costruito attorno all’anno Mille e non ha subito mutazioni rispetto alle architetture originali, si trova su un’altura nell’entroterra della Costa degli Etruschi, dove tra i vicoli e le piccole piazzette, le case in pietra abbarbicate l’una all’altra, i piccoli ristoranti, i gatti e le sculture in marmo rosso, la vita scorre con un ritmo lento, come al tempo dei vecchi carbonai.
Tra le caratteristiche peculiari dei sassetani c’è quella di essere considerati da sempre come gente orgogliosa, aspra e ribelle, particolarmente attaccata ai boschi del suo territorio, in particolare il castagno, simbolo di Sassetta.
Pare che i paesani siano noti anche per essere poco propensi nei confronti della religione, tanto da aver adottato il modo di dire di esser “battezzati col brodo di castagne secche” invece che con l’acqua santa, oltre che per risultare ancora degli “scomunicati” per un episodio risalente al 1200.
Antica località termale
La zona è stata sicuramente abitata dagli Etruschi e poi dai Romani, che hanno lasciato la cultura delle Terme; quelle di Sassetta, incastonate e circondate dai boschi di castagni e querce, alimentate con acqua termale proveniente dalle falde della Val di Cornia, hanno le piscine a temperature differenziate e si ispira alla tradizione architettonica delle Terme Etrusche e Romane, come un edificio riportato alla luce dal passato.
In epoca medioevale Sassetta fu un importante castello della Repubblica di Pisa, sorta probabilmente come contrafforte per la difesa della costa tirrenica dalle incursioni dei pirati saraceni, certamente prima del Mille; fu poi distrutto con la conquista del territorio da parte dei Medici di Firenze.
Tra le vestigia del passato, a Sassetta ci sono la chiesa di Sant’Andrea, l’Oratorio di San Rocco, i resti dell’antica residenza castello degli Orlandi, al centro del borgo, Palazzo Ramirez de Montalvo.
Quest’ultimo, costruito nel ‘500 su fondazioni anteriori lungo la fortificazione del borgo antico, dietro la chiesa di Sant’Andrea, ha il nome della nobile famiglia spagnola che governò il borgo per conto dei Medici.
Il marmo rosso sassetano
Il borgo è anche noto per il suo marmo, unico al mondo, un marmo rosso che scalpellini e creativi scultori plasmano magicamente da sempre. La sua particolarità è la speciale colorazione : rosso – rosato intenso ricco di formazioni nodulari e di splendide ammoniti: fossili di molluschi scomparsi alla fine del Cretaceo. Questo tipo di marmo è stato utilizzato sin dal XIV secolo in importanti strutture architettoniche come il Duomo di Firenze, il Campanile di Giotto e il Battistero di Siena. A Sassetta i tombini, le soglie di porte e finestre, le scalinate e molti altri ornamenti del borgo storico sono in marmo rosso autoctono.
In passato il territorio dell’attuale comune era quasi interamente coperto da macchie e da boschi di castagni, quindi l’economia locale era legata soprattutto alle risorse boschive. Oggi si coltivano olive, uva e frutta.
Il territorio circostante è di notevole interesse naturalistico, inserito nel sistema dei Parchi della Val di Cornia; sulla cima del monte Bufalaio, nei pressi di una piccola cava, è presente una parete rocciosa, con un crepaccio frequentato dagli amanti della speleologia.
Il Museo del Bosco
Nel Parco Forestale di Poggio Neri c’è il Museo del Bosco, dedicato alla vita dei carbonai; il parco è una meta perfetta per il trekking e le passeggiate a cavallo o in bicicletta, con lunghi sentieri attrezzati con punti di sosta, dove si possono osservare gli animali del bosco, fonti d’acqua sorgiva, ruderi secolari, essiccatoi e rifugi, tra scorci suggestivi e punti panoramici mozzafiato.
I sassetani sono i discendenti dei vecchi carbonai e boscaioli, gente che ha sempre vissuto in simbiosi col bosco, grazie alla caccia e alla raccolta di castagne e questo si rispecchia anche nella cucina locale a base di cacciagione e prodotti della terra: la pasta di farina di castagne, il colombaccio, i fichi sott’olio e il piatto principe di questo borgo che è il cinghiale con castagne.