Placidamente adagiata sulla riva occidentale meridionale del lago di Garda, Salò, in provincia di Brescia, è sempre stata una città importante, fin dai tempi antichi collegata al mare Adriatico attraverso i fiumi Mincio ed il Po, che, risaliti via nave, la rifornivano di sale.
Una storia antica
Le sue origini risalgono probabilmente al neolitico, cui si sovrappose successivamente la civiltà romana, come attesta la necropoli scoperta qualche decina d’anni fa.
In epoca medioevale il territorio fu assoggettato prima alla Repubblica di Venezia e successivamente dei Visconti e degli scaligeri, passando poi da un potentato all’altro, fin quando tornò sotto il dominio del Doge, ottenendo privilegi ed autonomie tali da renderla quasi uno Stato nello Stato, seguendone poi le sorti fino alla costituzione del Regno d’Italia.
La Salò medievale si sviluppava all’interno della cinta di mura, intervallata da diverse torri; all’esterno del borgo c’erano solo qualche rara e povera abitazione;
La via di Sotto, conosciuta popolarmente come tale ancor oggi era la strada più importante, che collegava le due porte principali del borgo fortificato.
I vicoli che tagliano perpendicolarmente le tre vie principali erano chiamati nel medioevo “tresande”, termine che è rimasto vivo nella parlata dei Salodiani e figura anche nello stradario; solo nei secoli successivi, con l’inurbamento della popolazione, nascono i quartieri periferici.
Durante l’occupazione austriaca di Salò vi fu istituita la Società Filarmonica, attiva ancora oggi, con una scuola pubblica di strumenti ad arco ed una “sala di istruzione per le esercitazioni del contrabbasso e del violoncello”, che divenne presto un punto di riferimento di artisti e musicisti anche di località lontane.
La svolta ad inizio ‘900
Ad inizio ‘900 la città fu colpita da un forte terremoto che rese inagibili gran parte degli edifici pubblici e parte di quelli privati, per cui si diede l’avvio ad un periodo di grandi cantieri che cambiarono il volto dalla città, rendendola quel gioiello che oggi conosciamo.
Venne infatti realizzato il lungolago, il palazzo comunale, la Scala Santa, la via Tavine e via dei Colli, piazza Sant’Antonio, le nuove chiese di Villa, San Bernardino e Serniga ad altri edifici pubblici e privati, tra cui alcune belle villette liberty.
Salò, città oggi di circa undicimila abitanti, deve la maggior parte della sua notorietà af fatto di essere stata decretata a metà della Seconda Guerra Mondiale quale sede della Repubblica Sociale Italiana, conosciuta come Repubblica di Salò, con i suoi uffici, ministeri e corrispondenti esteri.
Tra gli edifici di culto, il duomo di Salò, in stile tardo-gotico, rappresenta l’opera di maggior pregio architettonico, con numerosi e pregevoli affreschi mentre, tra gli edifici civili, c’è il palazzo del Podestà, ora sede del comune, ricostruito dopo il terremoto d’inizio ‘900 ed il quattrocentesco palazzo Fantoni, che ospita l’Ateneo di Salò, ente derivato dell’antica accademia degli Unanimi.
Notevole anche palazzo Martinengo, a Barbarano, costruito dal marchese Sforza Pallavicino capitano della Repubblica Veneta, è circondato da un grande parco con stupende fontane; delle antiche mura medioevali, invece rimangono solo rare tracce, al contrario delle due porte della città, una delle quali sormontata da un antico orologio.
Il turismo, settore fondamentale
Per un Comune come quello di Salò, il turismo è certamente uno dei settori chiave, della città, che rappresenta uno degli elementi che hanno portato Salò ai primissimi posti nella graduatoria dei comuni italiani per reddito e qualità della vita.
Un turismo che richiama tra l’altro moltissimi tedeschi che amano in modo particolare il lago di Garda, alimentato da numerose manifestazioni culturali sportive e gastronomiche tra le quali spicca “Salò in Tavola”, un percorso enogastronomico per le vie del centro cittadino, che prevede la degustazione di raffinati cibi proposti da ristoratori sia gardesani che internazionali con l’accompagnamento di musica classica e jazz suonata dal vivo.