Nell’alta Valsesia c’è una valletta laterale, la Val Mastellone, in fondo alla quale ci sono una quindicina di piccolissime frazioni che formano il comune di Rimella che conta meno di 150 abitanti, che ha la particolarità di essere un’enclave walser e dove si parla ancora l’antica lingua Tittschu di origine tedesca.
Il posto fu scelto a metà del 1200 da diverse famiglie walser provenienti dal Vallese svizzero di contadini e pastori, che vennero a rifugiarsi in questa valle isolata per sopravvivere lontano dagli eserciti in guerra che percorrevano in lungo e in largo tutta l’Europa di quell’epoca.
Qui trovarono un ambiente isolato sia dal loro retroterra di origine tedesca, sia dalla popolazione piemontese, che permise loro di mantenere la loro lingua ed i loro costumi tradizionali, che sono stati tramandati nei secoli fino ad oggi.
Nei pochi luoghi pianeggianti che si trovano lungo i ripidi pendii delle montagne della valle, si trova un piccolo gruppo di case raccolte attorno ad una cappella o una Chiesa, che rappresenta ancora oggi il luogo d’incontro della piccolissima comunità.
Rimella, una storia avvolta di mistero
A parte poche notizie raccolte da qualche appassionato studioso, la storia di Rimella è praticamente avvolta nel mistero essendo rimasta per secoli in perfetto isolamento; i pochi documenti ufficiali sono andati praticamente distrutti nell’incendio della chiesa un paio di secoli fa.
Vi sono stati periodi di prosperità per la popolazione, che si moltiplicò non poco, almeno fino alla fine del secolo scorso, quando iniziò lo spopolamento delle sue vallate, con l’emigrazione della popolazione più giovane verso i centri maggiori di pianura.
A quasi 1200 metri slm, Rimella è un luogo particolare e suggestivo, circondato da alpeggi, boschi e montagne maestose, lontano dal frastuono e dal caos delle città; un borgo dove la natura incontaminata regna sovrana ed è tenuta nella massima considerazione.
Il territorio circostante è piuttosto selvaggio; sui monti, pieni di gole rocciose e ripide dorsali, scorrono diversi torrentelli tra fitti boschi di faggio, abeti e frassini, alternati ad alpeggi d’alta quota, spesso faticosamente raggiungibili.
Rimella e le sue frazioni
Rimella è praticamente suddivisa in quattro zone: il Centro, con le sue frazioni cantonali Grondo, Villa Inferiore, Chiesa, Prati, Villa Superiore, Sella; S. Gottardo, la parte sud orientale del territorio, la valle dell’Enderwasser; la parte nord della valle del Landwasser, nei primi tempi molto abitata ed i territori del Capezzone, il complesso degli alpeggi abitato dai pastori la sola estate, al di là dello spartiacque.
In paese ci sono la bella chiesa di San Michele, con un organo ottocentesco che conta ben 1400 canne nel somiere e l’oratorio di San Giuseppe, costruito a metà del ‘700 intorno all’antica cappella cinquecentesca, perché si potessero celebrare le funzioni mentre veniva ampliata la vecchia Chiesa.
Il Museo Walser
Inoltre la comunità ha raccolto la sua storia e le sue radici realizzando il Museo etnografico walser, dove sono raccolti ricordi, oggetti di vita quotidiana, attrezzi da lavoro e molti ricchi costumi che ancora oggi le donne indossano nei giorni di festa.
Non sono pochi i turisti che nel periodo estivo salgono a visitare queste montagne, sia per escursioni sui tanti sentieri ben segnalati in mezzo ai boschi, con panorami mozzafiato, sia per arrivare nelle casere degli alpeggi, dove trovano sempre una buona polenta fumante ed i formaggi di capra o di mucca prodotti dai pastori da portarsi a casa.