Nell’alta Valle dell’Agno, incuneata in una conca verdissima di prati e di boschi, per questo detta “Conca di Smeraldo”, Recoaro Terme è circondata da un bellissimo anfiteatro di montagne chiamate le “Piccole Dolomiti”.
Il paese è celebre per il suo stabilimento termale e per le acque minerali; quella con caratteristiche oligominerali viene commercializzata, mentre le altre acque minerali sono utilizzate nelle terme delle Fonti Centrali fin dalla loro scoperta a fine seicento.
Il territorio del paese collinare vicentino è abitato fin dal medioevo, colonizzata da agricoltori di origine tedesca, che trovarono nella sua posizione collinare esposta al sole e protetta dai venti freddi del nord una situazione favorevole per un insediamento urbano.
Il borgo, durante medioevo e rinascimento, fu assoggettato alle diverse dinastie che regnarono nella regione, dagli Scaligeri ai Visconti, ai Dogi di Venezia fino all’impero Asburgico ed alla storia successiva fino ai giorni nostri.
La scoperta delle acque termali
A fine seicento vennero scoperte le qualità minerali delle acque e fin da subito si notò un certo sviluppo dovuto al termalismo con la costruzione di numerosi impianti termali ed una notevole espansione alberghiera che interessò soprattutto la zona centrale del paese.
Le terme di Recoaro divennero nell’ottocento una vera e propria industria, legata allo sfruttamento curativo delle acque; tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento vennero edificati molti villini ed alberghi in stile “liberty” che si possono ancora vedere su alcune facciate degli hotel del centro cittadino, con fregi e decorazioni floreali.
La fama del paese, soprattutto a cavallo tra Ottocento e Novecento, fu tale da richiamare personaggi illustri quali Nietzsche, Mascagni, Verdi e la regina Margherita di Savoia, che alloggiò nel paese con il figlioletto, il futuro re Vittorio Emanuele III.
Nonostante lo sviluppo turistico portato dalle terme e dalle acque, comunque, la maggior parte della popolazione era ancora legata al mondo rurale e della montagna e solo nel novecento, con lo sfruttamento commerciale dell’acqua minerale tramite lo stabilimento di imbottigliamento, Recoaro pose le basi per uno sviluppo economico che si consolidò nel secondo dopoguerra quando furono unificate le varie sorgenti in un unico imponente “parco termale”.
La moderna Recoaro
Oggi Recoaro Terme è una rinomata, frequentata e moderna stazione turistica dove, oltre alla possibilità delle cure idropiniche e molte altre legate alle sue acque minerali, è possibile praticare tutti gli sport invernali ed escursioni, trekking e alpinismo estivo sulle Piccole Dolomiti che la circondano.
Le due più antiche chiese trecentesche della conca sono quella di Santa Giuliana, sul colle omonimo, e di San Bernardo; numerosi anche i capitelli votivi presenti sul territorio recoarese, ben 128; uno di questi si trova in località Camonda, un capitello-rifugio sull’omonimo passo, che oltre alla sua funzione religiosa, serve anche da ricovero e protezione temporanea per i viandanti.
Recoaro Terme, tante le manifestazioni
Tra le tante manifestazioni per allietare il soggiorno dei numerosi turisti che scelgono la località vicentina, c’è la “Chiamata di Marzo“, un’antichissima tradizione di Recoaro, comune a molte altre zone che consiste nell’andare in giro l’ultima notte di febbraio con strumenti per “chiamare” la primavera usando i tipici campanacci delle vacche ed i secchi per mungere come tamburi, tipici attrezzi della cultura montanara.
Una tradizione iniziata nel corso dell’Ottocento, quando la popolazione iniziò a sfilare per il paese con i propri attrezzi di lavoro, caratteristica che rimase poi immutata fino alla metà del Novecento, venendo poi progressivamente abbandonata e ripresa una trentina d’anni fa con una sfilata e una rappresentazione in costumi tipi dei mestieri, degli usi, delle abitudini di un tempo.
Recoaro ha anche un suo piatto tipico denominato “Gnocchi con la fioreta”, oggi diventato prodotto a denominazione comunale De.Co. con un proprio preciso disciplinare di produzione, cui hanno aderito ristoranti e alberghi e che vanta anche una sua “Venerabile Confraternita dei Gnocchi con la Fioreta”, che organizza l’omonima festa settembrina.
Alla festa organizzata in collaborazione con “i malgari dei Ronchi” si può degustare il tipico piatto recoarese nella ricetta originale, un piatto tipico che riassume il sapore della malga di montagna e dell’alpeggio.