In Valtellina, e precisamente nell’alta Valchiavenna, precisamente in Val Bregaglia, lungo la strada che conduce ai passi del Maloja, del Julier e del Septimer e la Svizzera, c’è, rinato dopo che una frana nel ‘600 lo distrusse completamente falciando un migliaio di vittime, il borgo di Piuro.
Dopo quell’immane tragedia l’antica Belfort, com’era chiamato il borgo in precedenza, è stata lentamente ricostruita e pare che lo stesso nome del borgo derivi dalla parola latina “plorare”, ossia piangere, a causa di quel disastro che l’annientò
La storia di Piuro
Le operazioni per trovare superstiti e recuperare oggetti e abitazioni iniziarono subito dopo la frana, e nel tempo divennero vere e proprie campagne di scavi archeologici, che proseguono ancora oggi.
Da oltre quarant’anni è stato aperto a Piuro il Museo degli scavi il cui scopo di conservare, esporre e valorizzare i reperti ritrovati durante le campagne di scavo archeologico operate sul territorio colpito dalla frana.
Il primo Museo fu aperto a cura dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro presso il palazzo scolastico di Borgonuovo, che fu poi trasportato nella chiesetta settecentesca di Sant’Abbondio di Piuro e da una trentina d’anni è stato riallestito nelle sacrestie della chiesa stessa.
Alcuni degli oggetti rinvenuti ritrovamenti, come le monete, si trovano presso l’ex sede della Comunità Montana della Valchiavenna, mentre gli oggetti che appartenevano all’antica chiesa parrocchiale di San Cassiano ritrovati in epoca seicentesca sono conservati presso il Tesoro della chiesa di Prosto e una preziosa pianeta è esposta al Museo del Tesoro della collegiata di San Lorenzo di Chiavenna.
Ogni anno l’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro organizza una bella iniziativa nel piccolo borgo della Val Bregaglia, come sempre ispirata alla riscoperta di Piuro, la cosiddetta “Pompei delle Alpi”, conosciuta in tutta Europa per le sue ricchezze.
Durante l’evento i partecipanti possono visitare alcuni degli ultimi scavi archeologici, immergersi nella storia di questo bellissimo borgo un tempo molto ricco grazie alla sua strategica posizione di passaggio tra nord e sud che favoriva le attività commerciali ed artigianali, oltre che assistere a spettacoli musicali e teatrali e gustare la cucina tipica valtellinese nei caratteristici “crotti” locali.