Parma è considerata la capitale alimentare d’Italia per i suoi tantissimi prodotti inimitabili; una provincia della bassa padana ma caratterizzata da vaste e gradevoli zone montagnose cosparse da numerosi castelli.
Fra i secoli XII e XVI sono sorti circa 100 tra fortilizi, rocche e castelli. Sicurezza, unita ad eleganza architettonica e ricchezza decorativa degli interni: erano rocche forti, ma anche spesso le sontuose abitazioni di piccole eppur fastose corti, centri di cultura e d’arte, a cui accorrevano, specie nel Rinascimento, poeti e pittori di altissima fama.
Parma, terra di musica, di teatro e di scrittori
Il viaggiatore che, lasciata la Via Emilia, s’avventura diretto al Po, sfiorando antiche Abbazie Benedettine ben presto giunge alle Roncole di Busseto, dove sta la casa di Giuseppe Verdi, dove tutto parla di lui e quasi aleggiano nell’aria le note delle sue opere.
Dalla Parma ducale, dove si conservano le memorie del suo peregrinare nel mondo, massimo interprete verdiano nei maggiori teatri d’Europa e delle Americhe, fa eco Arturo Toscanini. Il Festival Verdiano è il degno omaggio della sua terra al Maestro.
È Lui, Giovannino Guareschi, nel suo celebre “Don Camillo”, che invita a recarsi in “quella fettaccia di terra grassa spaparanzata lungo la riva del Grande Fiume” dove “c’è gente che si scalda facilmente” e s’appassiona ancora a “storie che il Grande Fiume racconterà a chi va per favole nei pioppeti e sugli arenili”. A patto naturalmente di andarci quando il caldo non è ancora “roba che si vede e che si tocca” e la nebbia non è tale “da tagliare col coltello”.
Parma, Terra di laghi e di acque termali
Nell’alto declivio a settentrione del crinale appenninico, bordate di verdi faggete, splendono gemme scintillanti. Gli specchi d’acqua del Lago Santo, dei Lagoni o Laghi Gemini in Val Parma, del lago Ballano in Val Cedra e altri ancora, una ventina in tutto, in un breve spazio di monti accolgono il turista amante della natura e dell’antica storia, testimone del dialogo dell’uomo con la montagna.
C’era una volta il sale a Salsomaggiore. Poi nel 1839 Lorenzo Berzieri, medico condotto, scoprì le virtù delle bagnature “d’acqua madre”. Maria Luigia, duchessa di Parma, sovvenne con munificenza all’apertura delle Terme solforose di Tabiano. E tutto cambiò, le fabbriche del sale furono soppiantate dagli stabilimenti termali.
La Regina Margherita era una delle più assidue frequentatrici di Salsomaggiore mentre la vicina Tabiano era la stazione termale preferita da Giuseppe Verdi.
Ancora oggi le Terme Berzieri, fra Liberty e Dèco, entrando in quelle profluvie d’oro e d’azzurro, col suo perpetuo moto ondoso, incanta i sensi, cura lo spirito, placa il corpo.
Il mito antico si ripete anche altrove in provincia, sempre ai piedi dell’Appennino, entro cornici di riposante tranquillità. A Monticelli Terme, a S.Andrea Bagni sgorgano le acque della salute, là si rinnovano con provata efficacia i riti intramontabili dei culti termali.
Parma, terra di buongustai
Parma, food valley dell’Italia, con la sua storia, la sua gastronomia, i suoi prodotti e le sue aziende offre con i Musei del cibo, la possibilità di entrare e scoprire secoli di tradizione finalizzati a produrre cibi di altissima qualità.
Inimitabili il Parmigiano Reggiano e i salumi. Il culatello è uno dei salumi più prestigiosi della tradizione italiana. Patria di questo eccellente salume è la ” bassa parmense “la zona del territorio della provincia parallela al fiume Po, in particolare la zona di Zibello, il cui clima procura quelle inconfondibili qualità di dolcezza e fragranza. Vista, udito, olfatto, tatto e gusto.
Il Prosciutto di Parma invade l’intero fascio della percezione. Il godimento delle papille gustative è il risultato finale di un trionfo di piacere dei sensi… Le mode alimentari passano mentre la tradizione resta.
Il sottobosco e la facile vegetazione boschiva dell’Appennino parmense offrono un opulento assortimento di frutti della terra. Particolarmente prelibati i funghi porcini delle valli di Borgotaro e Berceto, che sono certamente in qualità e sapore i migliori del mondo.
Nel territorio parmense caratteristici sono i distillati dalla lavorazione in alcool di frutti, così come: il Nocino lo Sburlon, fatto con le bucce di mele cotogne, il Bargnolino, ricavato dalle bacche di pruni selvatici, la Citronella, dalle foglie di limoniana-Lippia Citridora.
Parma, dove impera il lambrusco
Il vino che predomina come quantità nella provincia di Parma è il celebre “Lambrusco“. E’ un vino rosso-scuro, generoso e sàpido, leggermente asprigno, con profumo di mammola e di moderato tenore alcolico: 10-11 gradi.
Come ebbe a dire Filippo Corridoni “Il Lambrusco non solo è il vino più garibaldino del mondo, ma il più generoso, il più libero, il più italiano fra tutti i vini italiani.”
(di Luisa Decò)