Nella Valle della Cupa, una vasta depressione carsica caratterizzata da terreni fertili e abbondanza di acqua, circondata da una campagna caratterizzata dalle coltivazioni di vigneti che producono diverse tipologie di vini a partire dall’ottimo Negroamaro, c’è Novoli, cittadina salentina di poco più di ottomila abitanti della provincia di Lecce.
Il territorio è stato abitato dall’uomo fin dall’epoca preistorica; sono stati infatti ritrovate ossa fossili, selci scheggiate ed un menhir nelle grotte di Cardamone ed a Pietragrossa, una delle contrade di Novoli.
Anche greci e bizantini, che si sono succeduti nei secoli successivi, hanno lasciato tracce del loro passaggio, come resti di una necropoli con arredi funerari, così come i normanni, che nel corso della loro conquista del sud Italia, occuparono anche il Salento fondando diversi villaggi, tra cui anche questa Santa Maria de Novis, l’attuale Novoli.
Svevi e Angioini si alternarono poi nel dominio del territorio, cui succedettero gli Aragonesi che governarono attraverso i loro feudatari fino a fine settecento, dopo di che la storia di Novoli e del Salento segue il corso degli eventi fino ai giorni nostri.
Tra il ‘500 e il ‘600 il paese conobbe un periodo di discreto benessere; venne edificato il Palazzo Baronale della famiglia Mattei che governava il territorio e sorsero nel borgo molte chiese mentre altre dell’epoca precedente furono restaurate.
Tanti gli edifici di culto
Tra queste la chiesa di Sant’Andrea Apostolo fu eretta nella seconda metà del ‘500 sostituendo la Chiesa Vecchia, oggi chiamata chiesa dell’Immacolata, che era l’antica chiesa parrocchiale, la prima edificata nel borgo medioevale.
Tra gli edifici religiosi dell’epoca c’era anche la chiesa ed il convento della Madonna delle Grazie, edificati verso la metà del XVI secolo; la chiesa, coi i suoi sette altari, tutti ornati di affreschi e di quadri, era provvista di un chiostro, un dormitorio di sedici celle, giardino e refettorio.
Nell’800 il convento venne ceduto e modificato, suddividendolo dapprima in ville e fattorie e, successivamente, destinandolo a fabbrica di tabacchi orientali.
Della fine del ‘500 è invece la chiesa di S. Salvatore, oggi di S. Oronzo, e di qualche anno successive quelle di S. Antonio Abate, interamente realizzata in conci di tufo e dell’attuale Madonna del Pane, edificata per meglio conservare l’immagine bizantina della Madonna posizionata su un muretto.
In città c’è anche il cinquecentesco Palazzo Baronale dei Mattei che la famiglia nobiliare ha continuamente arricchito con una splendida Biblioteca; nel ‘700 il palazzo è stato ristrutturato con anche la costruzione di una passeggiata scoperta nel cortile e una fontana al piano superiore.
Altre vestigia di un passato più o meno lontano della storia novolese sono anche la Colonna dell’«Osanna” detta anche la “Sannà”, il Pallazzo della “Cavallerizza” ed i Frantoi Ipogei.
Il culto del fuoco
Novoli è però conosciuta nell’intero Salento anche per il “culto dei fuoco”, un’usanza antichissima che si rifà ai riti per propiziare buoni raccolti e benessere.
Un culto che i novolesi celebrano a metà gennaio con una festa dedicata a Sant’Antonio Abate, protettore di Novoli, quando viene organizzata una imponente processione, vengono distribuiti i caratteristici “panini di Sant’Antonio cu li turcinieddri”, si sparano in cielo tantissimi bengala e palloncini colorati e si visita la “focara”, una grande piramide di fascine che nella notte, al culmine della festa, verrà data alle fiamme.