In Trentino, a Mezzano di Primiero, uno dei Borghi più belli d’Italia, all’ombra delle dolomitiche Pale di San Martino, esplode discreta e incantevole una nuova forma d’arte, unica nella sua semplicità. Tanto semplice che nessuno ci aveva pensato prima.
Mezzano di Primiero, fra i Borghi più Belli d’Italia, si sta popolando di meravigliose cataste artistiche di legna (canzei in dialetto locale).
Lungo i vicoli, sui ballatoi, nelle piazzette e nei cortili del paese, la tradizionale scorta di ceppi per l’inverno si fa bella grazie a “Cataste e Canzei”, che ogni anno richiama in paese artisti affermati e studenti degli istituti d’arte perché realizzino le loro grandi installazioni, utilizzando la tecnica dell’accatastare la legna, un tronchetto sopra l’altro. Ecco allora la fisarmonica in tensione che pare una stella, la clessidra chiusa tra sole e luna a segnare il trascorrere del tempo, la grande parete che ricorda l’alluvione che colpì il paese nel 1966, gli uomini intenti a tagliare l’albero, la catasta instabile che cede a un coreografico crollo…
In tutto sono 27 le cataste artistiche già sparse per il borgo, a cui se ne aggiungono di nuove, di anno in anno. Un dono quello dei canzei, che ha fatto di Mezzano uno straordinario museo en plein air.
Un po’ di storia
In medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo. Lo sanno bene a Mezzano di Primiero, borgo-gioiello che del suo passato di paese conteso da Italia e Austria ha saputo far virtù, non tradendo nulla della propria storia. Oggetto nei secoli di continue dominazioni, dagli Scaligeri ai Lussemburgo, dai Tirolesi agli Asburgo, da quella napoleonica a quella bavarese, ha saputo conservare ogni esperienza, ogni influsso per rielaborare una propria, forte e fiera identità culturale.
Secondo alcuni l’origine del suo nome sia latina e derivi da medianum, in mezzo per l’appunto; chi invece fa risalire il nome alla nobile casata feltrina De Mezzan. Certo è che la versione tedesca del nome – Mittelsdorf – avvalora la prima tesi.
I segni sparsi del rurale
Entrato a gran merito nella schiera dei Borghi più Belli d’Italia, Mezzano manda in scena uno spettacolo tutto suo, di quelli che incanto nella loro disarmante semplicità. Il passato altrove dimenticato, legato a doppio nodo alla ruralità montana, qui non si limita a sopravvivere, ma è vivo, si fa presente.
Rinasce non solo nelle cataste di legna che qui si fanno arte, ma anche nelle antiche case contadine in pietra e legno sapientemente ristrutturate; nel campanile a cipolla della chiesa di San Giorgio, dai chiari richiami tirolesi, che nell’800 fu dipinto a due colori; nelle piazze abbracciate alle fontane; nelle facciate impreziosite di iscrizioni e affreschi; nella storica lisièra (il locale dove si produceva il sapone e si faceva il bucato secondo rigidi rituali e precise gerarchie) restituita al paese da un attento restauro; negli orti – che sono circa 250 fra Mezzano e frazioni, su circa 1.600 abitanti – che secondo la tradizione trentina uniscono l’utile al dilettevole spartendo la terra tra ortaggi, fiori, odori e piante da frutto; nei tabià (le vecchie stalle in disuso) che narrano ancora il rito del filò (le storie narrate dagli anziani del paese nelle lunghe serata d’inverno), recuperati a nuova vita per ospitare un commuovente museo etnografico fatto di reperti e amore, l’esposizione di prodotti di artigiani e produttori agroalimentari locali, oppure per diventare una sorta di piccolo teatro e altro ancora; nei vicoli a salesà, ovvero minuziosamente acciottolati; negli stoli, piccoli acquedotti in cunicoli pensati per captare l’acqua dalla sorgente e condurla in paese al coperto, al riparo da contaminazioni: Mezzano ne conserva tre, restaurati e visitabili.
Mezzano Romantica
Oggi il borgo è una sorta di serbatoio di vita alpina, i cui segni si svelano via via al visitatore che passeggia fra vicoli e piazzette. L’invitò è quello di scoprire Mezzano Romantica seguendo le indicazioni di una piacevole cartellonistica turistica dal fresco design accattivante (e di una App), che conduce i visitatori alla scoperta degli angoli più interessanti del borgo. Rosso, simbolo dell’amore, è il colore scelto per il logo di Mezzano Romantica e per la cartellonistica, per ricordare che a Mezzano tutto si fa con il cuore, che il romanticismo è nella sua natura e che qui gli ospiti vengono accolti come amici.
La sedia rossa
Rossa è anche la sedia che viene posizionata di volta in volta negli angoli più suggestivi del borgo. Quando un turista suona la campanella appoggiata sul suo sedile, una persona del paese arriva e si mette a disposizione per dare informazioni, aiutarlo a scoprire grandi e piccoli tesori locali e rendere più piacevole e interessante possibile la sua permanenza. Un modo genuino ed autentico di dare il benvenuto, in cui sono coinvolti una ventina di volontari di tutte l’età, dai bambini agli anziani.
Trentino Music Festival per Mezzano Romantica
Piccolo borgo virtuoso, Mezzano è stata scelta da qualche anno dalla Music Academy International di New York per i propri corsi di perfezionamento estivi, riconosciuti tra i migliori a livello internazionale, a cui prendono parte – fra docenti ed allievi – decine di musicisti, cantanti d’opera, strumentisti, artisti di musical, formazioni corali provenienti da tutto il mondo. La prestigiosa accademia musicale statunitense, palestra di straordinari talenti internazionali, dal 19 giugno al 29 luglio dà vita anche quest’anno al Trentino Music Festival per Mezzano Romantica, fortunata rassegna che anima la stagione estiva del Primiero ed è ormai diventata uno degli appuntamenti consolidati e di maggior prestigio dell’estate culturale trentina (www.trentinomusicfestival.org).
Il ponte tibetano e gli abeti giganti
Mezzano è circondata da una natura forte e rigogliosa, che accoglie il quotidiano della gente di montagna e si fonde con esso. I numerosi sentieri che partono dal paese portano alla scoperta, a piedi o in mountain-bike, di un ambiente ancora inalterato e di grande bellezza. Ci sono luoghi che si godono meglio su due ruote come la pista ciclabile del Molaren, una passeggiata illuminata anche la sera con diverse soste per godersi il panorama in completo relax. Altri che conquistano i più avventurosi, come gli orridi di Val Noana, in uno dei quali si fa anche canoyng, o il ponte tibetano che fa da collegamento tra rifugi Caltena e Fonteghi. Altri che conquistano per l’assoluta bellezza dei boschi, come il Parco Naturale di Panveggio e il Sentiero degli Abeti Giganti in Val Noana, con i suoi alberi secolari che svettano fino a toccare i 50 metri ed hanno il diametro del tronco che può arrivare a misurare un metro di larghezza.