Nell’entroterra marchigiano, in provincia di Macerata c’è un paesino il cui centro storico è rimasto quasi immutato nel tempo: Loro Piceno, 2500 abitanti, arroccato attorno al suo castello, con un assetto urbanistico settecentesco.
Situato sulla sommità di una collina in lieve declino, Loro è un paese antico, di epoca pre-romana; il periodo romano è quello comune al resto dell’Italia centrale.
Il suo castello alto-medioevale, invece, che ne ha caratterizzato la storia, è appartenuto ai Farfensi e quindi farà parte del sistema dei 60 castelli dell’area di Fermo.
In epoca medioevale il Comune di Loro, non ancora Piceno, non potè sottrarsi alle contese tra le varie famiglie in lotta per il potere; solo nella prima metà del ‘500 riuscì ad avere una certa tranquillità e benessere, con uno sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, mentre le attività artigianali si limitarono sempre ad una produzione destinata al consumo locale, arrivando anche ad ampliare il proprio territorio con l’acquisto del castello dell’Appezzana.
Successivamente l’avvento del potere temporale della Chiesa rinfocolò le lotte tra la nobiltà e quelle con i paesi vicini; è di questo periodo la nascita delle Confraternite, che vennero un vero e proprio punto di riferimento per la vita ecclesiastica del paese.
Solo dopo l’unificazione delle Marche al Regno d’Italia, a Loro fu aggiunto il termine Piceno, per non confonderlo con altre omonime località sparse per lo Stivale.
Il centro storico de borgo è caratterizzato da vicoli di ciottoli che hanno visto transitare carri trainati dagli animali, case e palazzi in cotto dorato, che scendono dolcemente verso il piano e la parte moderna della cittadina.
Attorno al paese si stendono a perdita d’occhio le colline dolci ricoperte di ulivi, vigneti, alberi da frutto e campi di grano, punteggiati qua e là da qualche altro paesino o dai campanili di qualche chiesa isolata.
Diverse le vestigia del suo passato presenti nel centro storico; tra loro Chiesa del Corpus Domini, con annesso Monastero delle Monache Domenicane, situato presso il Castello Brunforte, sul Girone, nella parte più alta del paese.
Ma anche le chiese di San Giorgio, di Santa Lucia, la centralissima chiesa di Santa Maria di Piazza e la Chiesa e Convento di San Francesco d’Assisi col suo chiostro e l’ex convento dei Cappuccini
L’agricoltura è sempre stata l’attività più rilevante del borgo marchigiano, soprattutto la produzione vinicola; da tale attività è scaturita la caratteristica tipica di Loro Piceno, divenuta la patria del “vino cotto”.
A confermarlo c’è anche il fatto che nei palazzi nobiliari e padronali lungo le vie caratteristiche del paese, si è sviluppata una interessante architettura in funzione della pigiatura dell’uva e della bollitura del mosto.
Ovunque vi sono voluminose caldaie di rame inserite in una struttura in muratura alla cui base vi è lo spazio necessario per la legna da ardere.
La procedura per ottenere il vino cotto non è delle più semplici ed ogni botte ottenuta è diversa da un’altra, a sottolinearne la perizia e l’ingegno di chi lo fa, adoperando una tecnica di vinificazione antica, rimasta sostanzialmente invariata nel corso dei secoli.
Il vino cotto è un vino tradizionalmente marchigiano, di una ristretta zona enologica del maceratese e d una parte del fermano; è un vino forte, dal colore giallo ambrato con tendenza a sfumature nocciola, limpido e dal profumo fruttato, dal sapore in perfetto equilibrio fra acidità e dolcezza.
A Loro Piceno il vino cotto è così “amato” che è stata creata un’associazione tra i produttori per richiederne la Dop, organizzare un Museo delle attrezzature e degli utensili per il vino cotto e per organizzare una grande sagra celebrativa che si svolge ogni anno ed alla quale partecipa tantissima gente anche da territori distanti.