Nella fertile campagna, vercellese, importante nodo viario equidistante dai centri regionali più importanti, c’è Livorno Ferraris, grosso centro industriale di oltre 4500 abitanti, paese natale dell’illustre scienziato Galileo Ferraris.
Il borgo era ben nono anche al tempo dei romani, che vi edificarono un insediamento abbastanza importante, per controllare le strade di transito verso il nord e l’occidente, attraverso cui passarono poi anche le truppe barbariche in epoca medioevale.
Tra la via Francisca e la via Francigena
Una di questa era la Via Francisca, che si congiungeva con la Via Francigena attraverso la Via Liburnasca; strade che permettevano anche lo sviluppo dei commerci ed il transito di pellegrini, truppe, culture diverse.
Il suo territorio è strato soggetto ad innumerevoli battaglie per occupare lo strategico incrocio praticamente fino all’Unità d’Italia quando venne costruita la strada ferrata voluta da Cavour che fu il viatico per il successivo sviluppo industriale della città piemontese.
Nel duecento il borgo fa parte del Comune di Vercelli, che provvede a dotarlo di fortificazioni, con la costruzione del Torrione, la cella benedettina di Sant’Andrea e la chiesa di Santa Maria d’Isana, edificata dai cavalieri Templari ed alla loro disgregazione passata ai Gerosolimitani.
Quest’ultima è particolarmente interessante: una piccola chiesa dedicata alla Vergine Maria Assunta che risale presumibilmente alla metà del XII secolo, riedificata dall’Ordine su un edificio preesistente distrutto dal terremoto padano del 1117, che vi installarono una loro “mansio”.
Sul luogo si svolge ogni anno a ferragosto una processione votiva a piedi le cui origini risalgono, secondo alcuni, alla terribile pestilenza del 1624.
Nel cinquecento la città otterrà l’autorizzazione per svolgere le fiere ed il mercato del sabato ed a fine secolo verrà costruito il convento agostiniano e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie cui seguiranno pochi anni dopo il convento dei Cappuccini, un romitorio e la chiesa di San Rocco sul luogo del lazzaretto, edificato su un preesistente oratorio, la settecentesca chiesa parrocchiale di San Lorenzo, la più importante del paese ed altre chiese e pievi nel contado e nelle frazioni.
Nel frattempo, in seguito ad un periodo di relativa tranquillità, arriva per il territorio livornese un notevole incremento dell’agricoltura ed un rinnovamento delle coltivazioni, con il riso che soppianta sempre più la pastorizia e le coltivazioni del frumento e della vite.
Centro storico medioevale
Il suo centro storico è ricco di testimonianze architettoniche come i portici di epoca medioevale, palazzi rinascimentali, come Palazzo Ciocca, che fu all’epoca il Castello di Coziano, poi i palazzi Montiglio, Della Valle, Bersani, Corio, Palazzo Ferraris e diversi altri.
Fuori città rivestono particolare interesse le tenute agricole del Murone, dove sono stati ritrovati dei reperti archeologici di epoca romana, quella di Colombara, una tipica grangia fortificata con ingresso turrito e chiesa cinquecentesca e la tenuta di Castell’Apertole, con il Palazzo Chiablese, la chiesa di San Rocco e alcune case coloniche settecentesche.
Particolarmente interessante anche l’Ecomuseo di Livorno Ferraris, creato nella Tenuta Torrione della Colombara per far conoscere alle nuove generazioni quelle che furono le condizioni e le abitudini di vita e di lavoro della gente del territorio, pieno di oggetti, arredamento cucina e camera da letto, laboratori del fabbro, maniscalco, margaio, scuola, macchine e carri agricoli di varie epoche passate.
Sempre all’interno della tenuta è possibile visitare la nuova e moderna Riseria dove è stata ricostruita la filiera completa del riso ecologico, dalla coltivazione alla trasformazione e confezionamento.
Il toponimo completo del paese risale al 1925, quando aggiunse il nome del suo illustre concittadino al suo, sia per celebrarne la notorietà, sia per distinguersi dall’omonimo capoluogo toscano.