Ogni tanto, da quando le immagini televisive arrivano in ogni casa, ci capita di assistere praticamente in diretta alle spettacolari eruzioni dell’Etna, il “Mongibeddu” siciliano, il vulcano più alto d’Europa, originatosi nel quaternario.
Le sue numerose eruzioni avvenute nel corso dei secoli hanno modificato il paesaggio dei suoi pendii, minacciando spesso le diverse comunità umane che nei millenni vi si sono insediate, comprese quelle nelle parti basse della pianura sottostante.
Il vulcano sorge poco distante dalla costa orientale siciliana, nel territorio della provincia di Catania ed ha un perimetro di 180 chilometri alla base e di 45 nel cono.
La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folte boscaglie con diverse specie botaniche alternate ad aree desolate ricoperte da roccia vulcanica, periodicamente soggette ad innevamento alle quote più elevate.
Uno spettacolo inquietante e affascinante
In realtà l’Etna è caratterizzato da una serie di “bocche da fuoco laterali” a varie altitudini e non da un unico cono; periodicamente l’attività vulcanica in profondità riprende e da qualcuna delle sue caldere fuoriesce magma incandescente che scorre lungo i fianchi e nelle vallate della montagna, oltre a cenere e lapilli che, non di rado, portate dal vento, arrivano a coprire campi, case, strade e oggetti dei paesi vicini, compreso il capoluogo Catania.
Il territorio del vulcano è suddiviso in ambienti differenti per morfologia e tipologia; fino a circa mille metri slm sui versanti est e sud è coltivato e fortemente urbanizzato; oltre questo limite, nel versante orientale si apre la Valle del Bove, un territorio “lunare” coperto di neve per buona parte dell’anno, dove sono stati realizzate alcune piste da sci la cui particolarità unica è di permettere di scendere dalla montagna guardando il mare sottostante, Taormina e la costa calabra.
La parte occidentale è selvaggia e brulla; questa parte del territorio, oltre i mille metri, è caratterizzato dalle le “sciare”, specie nella zona di Bronte; il versante nord è invece coperto di boschi e poco urbanizzato.
L’Etna, dal 2013 tra i Patrimoni Unesco dell’Umanità, è anche meta ininterrotta delle visite di turisti interessati al vulcano e alle sue manifestazioni in virtù del fatto che è uno dei pochi vulcani attivi al mondo ad essere a portata di mano di chiunque avendo a supporto ogni tipo di mezzo di comunicazione per raggiungerlo, con l’aiuto di guide specializzate e mezzi fuoristrada che in sicurezza portano fino ai crateri sommitali o nei diversi rifugi e case forestali della montagna.
Uno dei luoghi più suggestivi è la “Grotta del Gelo”, una galleria di scorrimento originata dal raffreddamento di una colata lavica a poco più di 2000 metri slm nel territorio di Randazzo, la cui caratteristica peculiare consiste nell’avere all’interno del ghiaccio perenne, una “neviera” usata in passato dalla popolazione sia per la produzione che dai pastori per abbeverare le loro greggi.
Il territorio del vulcano ha caratteristiche che lo rendono fertile e ottimo per le coltivazioni agricole, grazie alla particolare dei detriti vulcanici; dai venti comuni a diverse quote compresi sulle pendici dell’Etna arrivano moltissimi prodotti, dal vino alle olive ed all’olio d’oliva, dalle castagne ai fichi d’India, dai funghi alle mele, dalle fragole ai pistacchi, dal miele alle ciliegie, dalle pesche ai prodotti ortofrutticoli.