Al largo della costa tirrenica prospicente il promontorio del Circeo, nel golfo di Gaeta che fa parte della provincia laziale di Latina, ci sono sei perle rare, le isole Ponziane, meglio note come isole Pontine, resti di antichi vulcani che, come molti altri sono sorti nell’arco di milioni di anni lungo il versante tirrenico della penisola italiana.
L’uomo arrivò sulle isole Pontine in epoca preistorica, attratto da una particolare lava vetrosa, di colore da bruno a nero assoluto, conosciuta poi col nome di ossidiana dai romani che le occuparono, facendone anche luogo d’esilio per personaggi scomodi, pratica che si è perpetuata fino al secolo scorso.
Le sei isole Pontine
Le sei isole sono Ponza, Ventotene, Zannone, Palmarola, Gavi e Santo Stefano; fra tutte faticano a raggiungere i quattromila abitanti stabili, che nel periodo estivo aumentano in modo esponenziale di turisti, tanto che l’economia delle isole ne ha fatto la sua principale industria, in sostituzione della pesca, praticata da sempre.
Qui sono passati tantissimi personaggi illustri, attori, registi, cantanti, industriali, politici, non solamente italiani, che hanno potuto godere della calda ospitalità degli isolani e della tranquillità delle tantissime baie infrattate nelle coste, spesso raggiungibili solo via mare, partendo dai porticcioli dei rarissimi borghi.
Ma le isole Pontine sono una meta turistica anche di migliaia di persone ogni anno, perché l’offerta turistica è varia ed articolata, per tutte le tasche e, soprattutto, il mare è talmente splendido e cristallino da attirare chiunque, così come le tradizioni gastronomiche.
La meravigliosa Ponza
Ponza, ha una singolare forma a mezzaluna; si arriva attraversando un canale, tra l’isolotto di Gavi e l’isola di Zannone, dove il mare ha un colore straordinario, tra lo smeraldo e il cristallino; il suo porto, su cui vi sono le caratteristiche case colorate di celeste, giallo paglierino, rosa, bianco, è nella parte sud-est dell’isola, che all’interno ha una natura splendida e rigogliosa; il suo monte al tramonto, nasconde la palla infuocata del sole, esaltando ancora di più i profili dell’isola.
Chiaia di Luna, chiamata forse così per il colore delle rocce che ricorda la luna piena, è la baia più nota dell’isola, caratterizzata dall’impressionante roccia bianchissima a strapiombo sul mare di oltre duecento metri e da una lunga lingua di sabbia dorata.
Bellissima è anche Palmarola, un’isola deserta, piena di calette con le rocce a picco sul mare, di un colore turchese bellissimo, ricco di pesci, vero paradiso per gli amanti degli spor subacquei, con molti scogli affioranti ed un unico approdo dal quale si può partire alla scoperta dell’antico vulcano e delle sue caratteristiche “Cattedrali” antichissime conformazioni laviche molto suggestive.
Il Faraglione di Palmarola
A Palmarola si trova anche il Faraglione di Mezzogiorno, un grande blocco di lava con l’omonima Grotta, che le piccole barche possono attraversare senza difficoltà.
La costa di Zannone è punteggiata da piccoli scogli nel mare cristallino e spumeggiante; non è raro intravedere, esplorando con lo sguardo le pendici dell’isola, solitari mufloni, intenti a brucare l’erba tra la macchia mediterranea, caratterizzata da rosmarino, erica, euforbia lecci e corbezzoli.
Ventotene, nonostante i suoi due porti, è l’isola meno turistica dell’arcipelago, poco distante da quella di Santo Stefano: il Porto Nuovo di Cala Rossano per le imbarcazioni più grandi e l’antico e scenografico Porto Romano, sono davvero suggestivi.
Il piccolo borgo marinaro costruito con blocchi tufacei, per secoli, ha vissuto in continuo isolamento dovuto alla distanza dalla terraferma, alla lontananza dalle rotte più classiche, e alle sue ridotte dimensioni; è caratterizzata da strette stradine dove passano solo carretti, morini o velocissimi “Ape” Piaggio, con antichi negozi affacciati sui porti, dove c’è anche una zona riservata all’attracco delle navi più grandi, sotto il magnifico Faro, con le enormi bitte scavate nel tufo.
Le piscine romane
Poco distante vi sono le “piscine” scavate dai romani nella roccia tufacea per l’allevamento di diverse specie ittiche, oltre ad una serie di piccole buche nelle quali si poteva raccogliere il sale dall’evaporazione dell’acqua marina; nei pressi delle “piscine” ci sono i due scogli di Cala Nave, la cala più bella dell’isola che termina con una spiaggia molto frequentata in estate.
La gastronomia dell’arcipelago pontino risente della vicinanza alla costa laziale e a quella campana; i piatti a base di pesce, ovviamente, rappresentano la base imprescindibile, ma anche i prodotti agricoli che arrivano dai terrazzamenti costruiti sulle pendici montuose fin dall’800 non mancano, in particolare frutta, legumi, ortaggi e vino; lenticchie, fave e cicerchie sono gli ingredienti principali di molte zuppe.