Sciacca, in provincia d’Agrigento, se ne sta placidamente adagiata sulla costa, in un anfiteatro tra le foci dei fiumi Platani e Belice, poco distante dal Monte San Calogero, dal quale giungono in paese attraverso un percorso nel sottosuolo, le acque termali conosciute da secoli.
E’ opinione diffusa che il nome della città siciliana sia mutuato dalla lingua araba, che per molti anni dominò questa parte dell’isola, anche se qualcuno vuol invece farlo risalire al latino “ex acqua” con chiaro riferimento alle sorgenti di acque termali.
Data la sua posizione sul mare Mediterraneo, ha rappresentato sempre un ghiotto boccone per le scorrerie di molti popoli, pirati compresi, e la civiltà che vi si è sviluppata è sempre stata legata al mare ed alla pesca.
Sciacca, una fiorente industria conserviera
Oggi dal suo porto prendono il largo moltissimi pescherecci e piccole imbarcazioni anche se negli ultimi anni la sua flotta peschereccia, un tempo la seconda in Sicilia dopo quella di Mazara del Vallo, si è notevolmente ridotta.
Attorno alla pesca si è sviluppata anche un fiorente indotto che occupa un migliaio di persone, che movimentano le casse di pesce azzurro, pesce spada ed altro pescato, o lo lavorano nelle industrie conserviere locali.
L’industria conserviera ittica locale ha una produzione che viene esportata in tutto il mondo, facendo di Sciacca il primo produttore europeo.
Anche l’artigianato ed in particolare la produzione delle ceramiche sono una fonte di reddito non indifferente per l’economia della città, tanto che la ceramica e la maiolica saccensi, conosciute in Italia ed all’estero, hanno ottenuto il riconoscimento Dop.
Di origine trecentesca, questa attività è stata tramandata da generazione all’altra perfezionandola nel tempo, tanto che oggi piatti, vasi, anfore, statue, piastrelle e oggetti vari fanno bella mostra nei negozi del centro storico, in molte abitazioni e monumenti della Sicilia e d’Italia.
Oltre alla pesca ed all’artigianato ceramico, anche il turismo è sempre più presente, grazie al sole, al mare, alle coste che ne delimitano i dintorni, come anche quello termale, con stabilimenti moderni ed accoglienti.
La Sciacca turistica
Numerose le opere d’interesse artistico; le mura della città, abbattute e ricostruite più volte nel corso dei secoli; le sue tre porte, Porta Palermo, Porta San Salvatore e Porta San Calogero, che hanno subito il medesimo destino delle mura; il trecentesco castello dei conti Luna, con la sua cinta muraria, la torre grande e quella cilindrica, ed il Palazzo del Conte, parzialmente diroccato
Mentre del Castello Vecchio sono rimaste poche tracce, pregevoli sono invece le costruzioni civili e nobiliari, soprattutto rinascimentali: Palazzo Amato, del XIII secolo; Palazzo S. Giacomo del XV secolo, Palazzo Arone di Valentino; il neoclassico Palazzo Bertolino-Tommasi ; Palazzo Steripinto, esempio d’arte spagnola, solo per citarne alcuni tra i tanti.
A poca distanza da Sciacca si trova il cosiddetto Castello Incantato, che non è un maniero, bensì sculture scalpellate nella roccia da Filippo Bentivegna, un artista contadino di quest’ultimo secolo; le sue sculture, l’una diversa dall’altra, raffigurano personaggi famosi e non, a cui dava anche un nome e che, nel suo immaginario, rappresentavano i sudditi del suo regno.
I monumenti ecclesiastici sono altrettanto numerosi, a testimonianza di una fede che le genti del sud ed i pescatori hanno sempre manifestato con devozione: solo per citare i più importanti, troviamo l’antica Cappella di San Giorgio dei Genovesi; la Chiesa di Maria SS. del Soccorso, che è anche il Duomo della città; chiesa di Sant’Antonio Abate, e quella del Collegio, che conserva una tela del Domenichino.
Altri esempi d’architettura religione sono la Chiesa di San Domenico del 1176 e il suo Convento, successivo di qualche secolo; la Chiesa del Carmine, quella di Santa Margherita del 1342 mentre, sulla cima del Monte Cronio si trovano le Stufe naturali, un santuario con testimonianze rinvenute all’interno delle grotte neolitiche del monte San Calogero.
Tanti gli eventi organizzati a Sciacca
La fede dei pescatori e degli abitanti di Sciacca viene celebrata anche nelle manifestazioni organizzate in città, tra cui una delle più importanti è la “Festa della Madonna del Soccorso”, patrona del paese nata nel seicento in seguito ad una epidemia di peste, e accompagnata da una leggenda che parla della statua della Madonna ritrovata in mare e portata in processione dai pescatori.
Oltre questa, c’è in città un’altra manifestazione che richiama gente dall’intera isola, il famoso Carnevale di Sciacca le cui origini si perdono negli anni, forse ai “saturnali” d’epoca romana o con più probabilità, al 1616 quando il viceré Ossuna stabilì che l’ultimo giorno di festa tutti si dovevano vestire in maschera.
La cultura enogastronomica viene invece celebrata in agosto, con Azzurro Food, Festival del cibo Mediterraneo, per la gioia delle migliaia di locali e di turisti che accorrono un po’ da tutta l’isola.
La gastronomia che profuma di mare
La gastronomia naturalmente non può prescindere dai prodotti offerti dal mare; il pesce di Sciacca, pescato in un mare limpido caratterizzato da una costante corrente che ne agevola il ricambio e l’apporto di nutrienti e ne favorisce l’abbondanza la qualità e la genuinità.
Le massaie e gli chef di Sciacca, seguendo le antiche ricette ne sanno trarre piatti fantastici dal sapore unico, come spaghetti con le sarde o con le cicale, sarde panate e fritte o arrostite, filetti di pesce marinato con succo di limone di Sicilia, zuppa di Cicale o di pesce di Paranza, piccoli molluschi fritti, i tipici “Cappuccettu frittu” o “Cappuccettu Affucatu” se cotti in sugo di pomodoro, alici sott’olio e tanti altri.
Tra i dolci, troviamo le “Cucchitelle”, antica ricetta di origine araba, i cannoli siciliani edi caratteristici arancini di riso.
Ed anche i vini non sono da meno, con una gamma che comprende bianchi e rossi, vini liquorosi, passiti, moscati, dal “Grecanico”, alla Vernaccia, dall’Inzolfa allo Zibibbo.
L’agricoltura del territorio porta in tavola anche formaggi e ricotte di pecora e di vacca, i primo sale, le tume, il canestrato, il pepato, il Caciocavallo quadrato fresco o stagionato, fiore all’occhiello della produzione casearia siciliana, definito anche il “parmigiano siciliano”.
Il territorio della città di Sciacca si presta molto bene anche alla coltivazione dell’olivo, con una produzione di olio extravergine d’oliva di tutto rispetto per quantità e qualità, così come per la produzione di arance, la cui qualità “Arancia di Ribera” ha ottenuto anche la Dop.