Tra le Alpi Apuane e l’appennino Tosco Emiliano, confinante con la Lunigiana, la Versilia e la Lucchesia, c’è la Garfagnana, che si sviluppa lungo la vallata del fiume Serchio e in quelle dei suoi numerosi affluenti, in mezzo ad un territorio ricchissimo di fitti boschi.
Garfagnana significa letteralmente Grande Foresta: così questa valle appariva ai suoi primi visitatori e ancora oggi si rimane stupiti davanti all’estensione rigogliosa dei suoi boschi dove compaiono, quasi all’improvviso, arroccati su una collina, adagiati sugli altopiani che degradano verso il fiume, a strapiombo su vertiginose pareti rocciose, numerosi, piccoli centri abitati. È una Toscana diversa, quella che si svela nelle montagne e nelle valli in provincia di Lucca: una terra dove le montagne nascono dal mare, nascondono mondi sotterranei e si abbracciano al verde paesaggio dai tanti piccoli borghi arroccati dove storia e tradizione vivono ancora oggi.
Pillole di storia
Abitata dalla popolazione Apuana, venne successivamente occupata dai romani, che vi fondarono le colonie di Luni e Lucca, deportando altrove le popolazioni che si erano stabilite nella zona precedentemente, costruendovi anche diverse strade di collegamento.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, la Garfagnana fu occupata dai Longobardi che da questo territorio partirono per estendersi ulteriormente verso il centro e il sud.
Con il successivo arrivo dei Franchi la Garfagnana venne divisa in tanti Ducati, con la costruzione di castelli, pievi, monasteri e ospedali.
Lucca, Pisa e Firenze se ne disputarono a lungo il predominio territoriale che vide anche la presenza degli Estensi di Ferrara, che delegarono l’amministrazione del territorio a Ludovico Ariosto, governatore che si mise in mostra, oltre che per le sue liriche, anche per il contrasto del fenomeno del banditismo.
Il commissario-poeta ebbe spesso a che fare anche col temibile Moro del Sillico, un bandito locale, reso oggi popolare da una festa organizzata dagli abitanti di questo piccolo borgo nel quale sono rievocati gli incontri tra il poeta e il fuorilegge.
Successivamente il territorio seguì le sorti del resto della regione, con una povertà sempre più diffusa dovuta alla scarsità di terreni destinati all’agricoltura fin quando, tra metà ottocento e l’inizio del ventennio fascista, si verificò un grande flusso migratorio che spinse gli abitanti della valle a emigrare all’estero, soprattutto verso gli Stati Uniti e l’Australia.
Un territorio riscoperto
La Garfagnana offre un’ampia varietà di paesaggi, a partire da una fascia montana impervia e incontaminata, rocciosa sulle Alpi Apuane, prativa e dal declivio più dolce in Appennino, che si trasforma alle quote minori in un collina ricca di prati e coltivi di una particolare bellezza paesaggistica. Il corso del fiume Serchio con un ampio greto sassoso (in Garfagnino “la Jara”) segna ovunque il centro del declivio della vallata.
Paesi e borghi
Nel suo territorio, ricco di storia, vi sono sedici comuni, il più importante dei quali è Castelnuovo di Garfagnana, nel fondovalle, che sorge alla confluenza del fiume Serchio con il torrente della “Turrite Secca”. È un paese molto esteso suddiviso in diversi rioni; quelli più antichi si raccolgono intorno alle mura castellane; sono il rione del Centro, identificabile con il borgo fortificato, nel quale sorgono alcuni fra i monumenti maggiormente rappresentativi della città, quali la Rocca Ariostesca, il Palazzo Comunale e il Duomo dei Ss. Pietro e Paolo; il rione di Santa Lucia, che si sviluppa a partire dalla “Porta Miccia” o “Porta di Castruccio” e, attraversando il ponte detto appunto “di Santa Lucia”, ricalca il tracciato delle antiche vie di comunicazione; in questo rione ci sono il caratteristico “Vicolo Parigi” e il “Convento di S. Francesco” o “Convento dei cappuccini”.
Gli altri quartieri cittadini sono il rione di Sant’Antonio, con l’omonima chiesa e la sua caratteristica torre; il rione della Madonna, che ospita la chiesa “della Beata Vergine” e “la Barchetta”, caratteristica via dalla forma incavata e il rione del Crocifisso, con la zona residenziale del Colletto ed altre vie minori.
A circondare questi antichi rioni, ne sono sorti negli ultimi decenni diversi altri, oltre a zone industriali, artigianali e commerciali.
Tra le vestigia del passato, a Castelnuovo in Garfagnana c’è la Rocca Ariostesca, simbolo della città, costruzione del XII secolo e successivamente modificata e ampliata con un allargamento dell’intera cinta muraria del borgo; al centro della rocca c’è l’imponente torre ornata dall’orologio civico; nelle sue sale è ospitato il Museo Archeologico della Garfagnana.
Nel centro storico c’è anche il cinquecentesco Duomo dei Santi Pietro e Paolo, costruito sui resti di una preesistente chiesa romanica, ristrutturato in età barocca, con una bella facciata rinascimentale; all’interno sono conservate una splendida pala d’altare in terracotta attribuita al Verrocchio, una cornice marmorea alcuni notevoli dipinti ed il cosiddetto “Cristo Nero”, scultura del XV secolo.
La cinquecentesca Fortezza di Mont’Alfonso, recentemente oggetto di un’imponente operazione di restauro è uno dei motori del rilancio culturale oltre che economico della Valle, che ospita molte manifestazioni culturali ed è destinata a diventare un importante centro di ricerca e di educazione nel campo delle energie alternative.
Un altro comune importante della Garfagnana è Castiglione di Garfagnana, località di quasi duemila abitanti posto su un contrafforte appenninico in riva sinistra del fiume Serchio, ad una quota di circa 550 metri slm, lungo la strada provinciale del Passo delle Radici. Il borgo è caratterizzato dalle mura e dal castello medievale ancora intatti e dalle due chiese di San Michele e San Pietro; il suo territorio è ricco di castagni, conifere e faggi e percorso da numerosi sentieri molto interessanti da un punto di vista turistico-ambientale.
E ancora San Pellegrino in Alpe, paese più alto di tutta la catena appenninica, la cui caratteristica è quella di appartenere contemporaneamente a due comuni, Castiglione e Frassinoro, due province, Lucca e Modena e due regioni, Toscana ed Emilia-Romagna. Da vedere in paese il Santuario dei Santi Pellegrino e Bianco ed il Museo etnografico provinciale “Don Luigi Pellegrini” che conserva oltre 4000 oggetti legati alla civiltà rurale della Valle del Serchio e dell’Appennino tosco-emiliano.
Nei pressi ci sono il punto panoramico del Molo, il percorso devozionale legato a vicende di San Pellegrino detto il “Giro del Diavolo, con un cumulo di pietre portate nel corso dei secoli dai pellegrini e la “Fonte del Santo” dove secondo la tradizione il Santo si recava per abbeverarsi.
Altro centro particolarmente suggestivo è Gallicano, borgo del primo medioevo, caratterizzato dall’impianto medioevale con il castello e le mura, edificato probabilmente con i primi insediamenti feudali, distrutto e ricostruito più volte nel corso dei secoli.
I prodotti della terra garfagnina
I boschi regalano da sempre grandi prelibatezze: i funghi, condimento perfetto per la famosa polenta di Formenton otto file, varietà di granturco locale, i frutti di bosco, lavorati in conserve per poter assaporare l’estate tutto l’anno, ma soprattutto la castagna che, trasformata in Farina di Neccio della Garfagnana DOP, diventa il prodotto più caratteristico della stagione invernale, per piatti dolci e salati.
Ed è il farro, certificato dal marchio europeo IGP, a essere protagonista nelle ricette più tipiche ma anche nella pasta, nei biscotti e nella birra.
Caseifici, mulini e cantine con vendita diretta e degustazioni sono i luoghi ideali dove ritrovare i sapori più autentici di una cucina semplice e sostanziosa tipica della gente di montagna.
Un ricco calendario di eventi culturali, gastronomici, sportivi e musicali anima la valle in ogni periodo dell’anno, offrendo tante occasioni diverse per scoprire questo angolo nascosto della Toscana.