Diviso tra le regioni Calabria e Basilicata, con un territorio che ricade nelle province di Cosenza, Matera e Potenza, il Parco Nazionale del Pollino è disseminato in ben 56 diversi comuni che ospitano quasi 180.000 abitanti, con diverse vette tra le più alte dell’appennino meridionale, il Massiccio del Pollino, i monti dell’Orsomarso e il monte Alpi.
Nel suo territorio c’è la cosiddetta “Grande Porta” che conduce ai Piani del Pollino, un pianoro bellissimo in alta quota, circondato da crinali caratterizzati fiumi e torrenti e dalla presenza del pino loricato, un albero molto robusto che vive bene anche alle gelate che qui non mancano, e soprattutto ai venti, che li piegano nelle forme più strane.
Nei vari corsi d’acqua presenti all’interno del Parco, che scorrono precipitando in gole strettissime tra gigantesche pareti di roccia o inoltrandosi, tra mulinelli e cascate, circondati da boschi di alberi secolari, non è raro incontrare giovani impegnati con canoe e gommoni a praticare l’avventuroso sport del rafting.
Non meno affascinante quella parte del territorio caratterizzata dalla presenza di spettacolari monoliti o di particolari forme rocciose di natura calcarea-dolomitica di origine sedimentaria, come Pietra Campanara, Pietra Pertusata e Tavola dei Briganti, che creano uno scenario naturale tra i più suggestivi e incantevoli del meridione.
Canyon e reperti archeologici
I numerosi canyon formati dall’erosione delle acque, come le Gole del Lao, la Garavina, del Barile e le famose Gole del Raganello hanno pareti così alte e ravvicinate da rendere difficile la penetrazione della stessa luce.
Numerose i reperti archeologici e paleontologici ritrovati nel territorio, che è stato abitato fin dall’antichità, come i fossili di rudiste scomparse da 65 milioni di anni e lo scheletro di un grande esemplare di Elephas antiquus italicus, in ottimo stato di conservazione, risalente ad un’epoca tra i settecento ed i quattrocentomila anni fa.
La zona del Pollino, dopo gli uomini preistorici dei quali si sono trovate necropoli ben conservate, ha visto la presenza di Greci, Romani, poi Longobardi, Saraceni, Bizantini, Normanni e Spagnoli, prima di essere annessa al Regno d’Italia.
Il territorio del Parco Nazionale del Pollino è caratterizzato da una natura aspra e varia, montagne, boschi, torrenti, e da una flora e fauna unica; i vari centri storici dei borghi in cima ai colli o nel fondo delle vallate sono caratterizzati da dedali di viuzze, dove tra botteghe artigiane e vecchie osterie, saperi e sapori di una volta, dove il tempo sembra essersi fermato.
Bellissimi piccoli borghi
Tra i tanti centri abitati del Parco, a San Donato di Ninea, c’è la grotta di S. Angelo, con una chiesa sotterranea del V-VI sec. d.C., dove si trovano affreschi, altari, colonne e opere architettoniche.
Nel territorio di Valsinni e di Cersosimo sono visibili le cinte murarie del IV secolo a.C., ma antichissime chiese, santuari e monasteri sono disseminati un poi’ ovunque nei vari paesi del Parco, molti dei quali in posizioni panoramiche suggestive.
Il Santuario della Madonna delle Armi, nei pressi di Cerchiara di Calabria, costruito nel 1440 su una parete rocciosa conserva preziosi affreschi e la teca d’argento con l’immagine della Madonna delle Armi con bambino in braccio; di grande impatto è anche la Chiesa medioevale di S. Maria di Costantinopoli, a Papasidero, che si affaccia a strapiombo sulle pareti del fiume Lao; come anche il Santuario della Madonna del Pettoruto a San Sosti, quello delle Cappelle a Laino Borgo ed altri ancora.
Un altro dei centri maggiori del Parco del Pollino è Morano Calabro, che contiene tra l’altro i ruderi del cinquecentesco Convento di Colloreto, la quattrocentesca Chiesa di S. Bernardino dal pregiato soffitto ligneo a cassettoni e dal portale gotico, la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo con le due statue del Bernini e la Collegiata della Maddalena.
Oltre ai tanti pregevoli luoghi di culto presenti in molti centri all’interno del Parco, vi sono anche strutture fortificate e palazzi nobiliari di epoca medioevale e rinascimentale un po’ ovunque, in particolare a Chiaromonte, Valsinni, Senise, Morano Calabro, Grisolia, Mormanno e a Castrovillari, con i resti del castello aragonese di fine ‘400.
Particolarmente suggestivo è il centro storico di Laino Castello, antico borgo in posizione dominante sulla Valle del Lao, completamente abbandonato in seguito ai terremoti dei primi anni ottanta, come quelli di Orsomarso, con la caratteristica Torre dell’Orologio costruita sulla roccia, Papasidero, Civita, con i particolari comignoli, Viggianello, Rotonda, con i portali e i pregiati fregi scolpiti da scalpellini locali.
L’enclave albanese
Tra le altre cose, nel territorio del Parco del Pollino si sono insediate in epoca tardo medioevale alcuni nuclei di popolazione albanese che hanno mantenute vive le proprie tradizioni, costumi e linguaggio, fondando diversi paesi che costituiscono una vera e propria enclave arbëreshe,
La comunità albanese presente nel Pollino è fra le più radicate d’Italia: a Civita e a S. Paolo Albanese, due paesi che hanno mantenuto intatte le caratteristiche agro-pastorali, si trovano i musei della Civiltà Arbëreshe dove sono conservati numerosi oggetti, attrezzi e costumi tipici.
Agricoltura, allevamento e turismo
Se il turismo rappresenta oggi una voce importante per l’economia del Parco, l’allevamento e l’agricoltura ne costituiscono da sempre l’asse portante; le principali produzioni coprono i settori lattiero-caseario, l’ortofrutta, i salumi ed i prodotti da forno.
Tra i formaggi freschi e stagionati dell’area ci sono il pecorino a pasta dura, il paddaccio e la ricotta infornata; in ambito ortofrutticolo spiccano i fagioli bianchi, la melanzana rossa ed il peperone di Senise, mentre per quanto riguarda i salumi, ben noti sono la soppressata più o meno piccante e la salsiccisa fresca e stagionata, lievemente piccante.
Conosciutissimo è anche il pane di Cerchiara di Calabria, profumato fragrante e piacevole anche dopo dieci giorni, come le frese o freselle, di forma piatta o a ciambella, rotonde o rettangolari, biscottate e croccanti, che si possono condire con un filo d’olio e pomodori tagliati a pezzettini.
Nell’area del Parco Nazionale del Pollino si possono trovare comunque tante altre tipicità, tra cui l’olio, il miele, le marmellate e i liquori, ma anche un vino, il moscato di Saracena, presidio Slow Food, ottenuto da uve moscatello, guarnaccia, malvasia e la profumatissima odoacra, che si abbina sia ai prodotti dolciari tradizionali del Pollino che ai formaggi non erborinati.