Fino a qualche decennio fa il Lago d’Orta, l’antico Cusius, il più occidentale dei grandi laghi prealpini, era considerato uno dei luoghi più inquinati dell’alta Italia, praticamente quasi privo di vita, a causa degli scarichi industriali che per decenni avevano sversato nelle sue acque tanti veleni.
Dopo un’imponente opera di bonifica iniziata una quarantina d’anni fa, il lago è tornato a vivere; le sue acque si sono ripopolare di pesci, gli uccelli hanno tornato a far sentire i loro canti, quelli migratori sono tornati a fermarsi e sono tornati anche i turisti.
Il lago si trova a 290 metri slm; un bacino stretto e allungato delimitato da un lato dai rilievi montuosi culminanti nel Mottarone che lo separano dal Lago Maggiore e dall’altra da una bassa catena montuosa che lo divide dalla Valstrona e Valsesia.
Le sue acque sono alimentate da diverse sorgenti sotterranee e da piccoli corsi d’acqua che scendono dalle vicine montagne, mentre l’emissario, il Nigoglia, al contrario di quanto avviene per gli altri laghi, anziché uscire verso sud, esce a nord, nei pressi di Omegna, per poi finire nello Strona, affluente del Toce che alimenta il lago Maggiore.
Il Lago si è formato durante le grandi glaciazioni del quaternario e la presenza dell’uomo nella zona risale all’età del ferro; Osci, Liguri e Celti anticiparono l’arrivo dei Romani; con loro successivamente giunse nella zona anche il Cristianesimo, portato dai santi Giulio e Giuliano, due fratelli missionari greci del IV secolo, che contribuirono ad edificare diverse chiese e convertire la popolazione.
Una di queste è proprio la piccola Basilica di San Giulio, nell’isola omonima dentro il lago, che ospita le spoglie del Santo, edificata nel IV secolo e successivamente ricostruita nel IX e XI secolo.
In epoca medioevale il territorio del lago d’Orta fu soggetto al dominio longobardo che lo infeudarono dandolo in gestione ai Vescovi di Novara, che lo mantennero fino al ‘700; nel corso dei secoli, comunque, le sue placide acque hanno visto lotte, battaglie, tradimenti fin quando, un paio di secoli fa, entrò definitivamente a far parte dei territori controllati dalla dinastia savoiarda, seguendone poi l’evoluzione storica.
Il territorio attorno al lago è una distesa di boschi, punteggiati qua e là da caratteristici borghi e paesi ricchi di storia e di testimonianze del passato, i principali dei quali sorgono lungo le sue sponde, contribuendo a creare un’atmosfera romantica e tranquilla.
Orta San Giulio
Nella zona centrale della riva orientale sorge Orta San Giulio, il borgo che nel corso del tempo ha dato il suo nome anche al Lago, un tempo chiamato Cusio, è una rinomata e romantica località turistica, dominata dal Sacro Monte, con le 20 cappelle affrescate, di fronte al quale si trova l’isola di San Giulio. Ma un po’ tutto il territorio è pieno di paesaggi e borghi pittoreschi, che sono stati fonte d’ispirazione per scrittori, pittori e registi di fama internazionale, tra i quali, tanto per citarne qualcuno, Nietzsche, Balzac, Soldati, Gadda, Montale, oltre a Gianni Rodari, che qui ebbe i natali.
Negli anni lungo le sponde del si sono sviluppate anche diverse tradizioni dapprima artigianali e quindi industriali; sono sorti qui negli ultimi decenni il “distretto dei casalinghi“, nella zona di Omegna, ed il “distretto del rubinetto“, tra San Maurizio d’Opaglio e Gozzano.
Oltre alle attività manifatturiere, il turismo è diventato un fattore importante dell’economia locale, in particolare quello naturalistico ed escursionistico, oltre che quello storico culturale legato ai centri medioevali del lago.
Un posto molto particolare è poco distante da Omegna, la valle Strona, caratterizzata da una natura rigogliosa che regna incontrastata dove, percorrendo la strada che fiancheggia il torrente, ci si imbatte in piccoli paesini di montagna.
Uno di questi paesi, Sambughetto, nasconde sotto i suoi piedi e dentro le viscere della montagna che lo sovrasta, una serie di cunicoli e di grotte chiamate Balma delle Fate o Caverna delle Streghe, raggiungibili percorrendo un breve sentiero tra i boschi. Le grotte, scavate nel marmo bianco, percorrono una serie di cunicoli lunghi settecentotrenta metri, attraverso corridoi ed antri con suggestive stalagmiti di sabbia.
La storia di questi luoghi ed il lavoro dell’uomo è testimoniata però anche dalla presenza di molti Musei, motivo di richiamo di scolaresche, di appassionati di storia locale e semplici curiosi, come l’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, il Museo delll’Ombrello e del Parasole, il Museo degli Alberghieri, il Museo Etnografico e dello Strumento Musicale a Fiato, quello dell’Arte della Tornitura del Legno ed il Museo dello Scalpellino.