Tra i golfi di Salerno e Policastro, in Campania, in un territorio delimitato dalla catena dei monti Alburni e dal Vallo di Diano, c’è il Cilento, patrimonio Unesco dell’Umanità, il cui nome viene fatto derivare dal fiume Alento che lo percorre.
Il territorio, che ricade interamente all’interno della provincia di Salerno, è coperto di estesi boschi di faggi e lecci, con pendii montagnosi e impervi; la maggior parte dei paesi si trova in altitudine.
Il territorio
Il Cilento è geograficamente diviso in cinque differenti aree: Alto Cilento, il territorio attraversato dal fiume Alento; il Cilento Centrale, l’area circoscritta tra il massiccio del Monte Gelbison e la fascia costiera delimitata dalla penisola di Punta Licosa e la penisola di Capo Palinuro; il Basso Cilento; la Valle del Calore e Alburni, l’estremo confine settentrionale del Cilento e il Vallo di Diano.
Il territorio cilentano è stato abitato fin dall’antichità, come testimoniano le numerose tracce ritrovate nelle grotte costiere presso Camerota, a Palinuro ed altri siti archeologici dell’intera zona, “leggendo” i quali è evidente come il Cilento fosse un crocevia di scambi e di contatti con le altre civiltà dell’appennino.
Successivamente vi si insediarono i greci, che fondarono alcune importanti città come Posidonia ed Elea, portando la loro cultura; vi fondarono la Scuola Eleatica di filosofia e la Scuola Medica Salernitana, madre della moderna medicina.
La storia destinò poi il Cilento alla dominazione romana; Cesare Ottaviano Augusto ne fece una provincia per allevare gli animali e coltivare alimenti destinati alle mense romane, mentre in epoca medioevale venne infeudato dai longobardi, che vi edificarono nuovi borghi e introdussero nel territorio i monaci Basiliani e Benedettini, con le loro chiese e abbazie.
Il territorio fu poi soggetto per secoli alle traversie che hanno caratterizzato la storia di questa parte d’Italia, con le dispute tra le varie signorie, i passaggi delle truppe militari, i terremoti, fino ai “moti del Cilento” del 1828 contro il governo borbonico, il fenomeno del brigantaggio avverso a quello sabaudo, per arrivare alla storia di oggi.
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
All’interno del territorio cilentano è stato creato una ventina d’anni fa il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che oltre alla parte appenninica comprende anche buona parte della costa meridionale salernitana che comprende oltre 180.000 ettari di territorio e 80 comuni.
Il Parco, caratterizzato da preziosi habitat naturali, con diversi borghi e molti antichi sentieri un tempo percorsi dalle greggi transumanti, è il principale strumento di sviluppo del Cilento, che ha consentito a moltissimi turisti la scoperta di questo bellissimo territorio dove si realizza l’incontro tra mare e montagna, occidente e oriente, storia e culture settentrionali e meridionali.
La certosa di San Lorenzo
Il monumento più importante dell’intero territorio cilentano è rappresentato dalla Certosa di San Lorenzo, conosciuta anche come Certosa di Padula, a Vallo di Diana, che è la più grande d’Italia.
La certosa, fondata da Tommaso Sanseverino all’inizio del trecento, ha una struttura che si richiama alla graticola sulla quale il santo fu bruciato vivo; la sua parte principale è barocca, caratterizzata da oltre 320 stanze ed il più grande chiostro del mondo, contornato da 84 colonne; una grande scala a chiocciola in marmo bianco conduce alla grande biblioteca del convento.
Attualmente la Certosa di San Lorenzo ospita il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, con numerosissimi reperti che coprono il periodo che va dal neolitico all’età ellenistica.
Il territorio cilentano comprende un’ottantina di paesi, spesso abbarbicati in cima ai colli o adagiati sulle placide rive del mar Tirreno; piccoli borghi pieni di storia e tradizioni secolari per lo più di origine contadina, che si sono radicate anche nelle usanze, nelle manifestazioni folkloristiche e nella gastronomia della popolazione.
Ad esempio, a Casaletto Spartano, il 1º maggio di ogni anno gruppi di questuanti vanno di casa in casa a chiedere legumi di ogni tipo, che vengono poi cotti la sera nella piazza del paese in una grande caldaia e conditi con olio e sale ed offerti ai paesani come augurio di prosperità e abbondanza dei raccolti.
Tradizione simile a quella che si celebra a Ispani, chiamata “cuccìa” e a Cicerale, dove invece prende il nome di “cecciata” o altrove, con nomi diversi, dove però i “ceci”, una tipica coltivazione cilentana, è tra i protagonisti principali.
Un’altra particolare tradizione è la “Festa del Pane e delle tradizioni contadine”, che si svolge a Trentinara, paese noto anche come la terrazza del Cilento, dal quale si gode un panorama stupendo sul Tirreno, particolarmente al tramonto.
Per non parlare delle tantissime manifestazioni devozionali di questa popolazione religiosissima, con suggestive e colorite processioni organizzate dalle tante confraternite nelle feste patronali ed in quelle tradizionali del calendario
Tanti i prodotti tipici del Cilento; l’olio di oliva, il vino, il pane, la pasta, i legumi secchi, frutta e agrumi, gli ortaggi, in primo luogo pomodoro, ma anche prodotti trasformati, come le mozzarelle e diversi altri tipi di formaggi, il latte, il pesce, tra cui il tonno e le alici del piccolo borgo marinaro cilentano di Cetara, conosciute fin dall’epoca romana, nota anche per dare il nome ad un altro prodotto tipico molto apprezzato anche fuori dai confini nazionali, la colatura di alici di Cetara.