Il Cadore, territorio interamente bellunese, si trova in una splendida posizione panoramica e rappresenta uno dei luoghi più incantevoli d’Italia.
L’area cadorina è attraversata dal Piave, fiume sacro alla patria, e dai suoi numerosi affluenti, che, scendendo dalle cime montuose delle Dolomiti, patrimonio dell’Umanità Unesco, caratterizzano con le loro cascate ed i loro tumultuosi alvei l’intero territorio.
L’altra peculiare caratteristica del Cadore è l’essere interamente all’interno delle Dolomiti, i “monti pallidi”, col loro fascino; qui è impossibile citare qualche cima, senza fare un torto ad un’altra.
Cadore: le montagne incantate
Le Tre Cime di Lavaredo sono probabilmente le più conosciute, assieme alla Marmolada, ma altrettanto imponenti e solenni sono i Cadini di Misurina, l’ Antelao, il Sorapiss, il Pelmo, il Cristallo, il Nuvolao, la Croda da Lago, le Tofane, le Marmarole, solo per citare alcuni.
Per non parlare dei tanti laghi e laghetti, come Misurina, Sorapis, d’Antorno, Sant’Anna, d’Auronzo, Comelico, Cestella ed altri, le cui acque riflettono il verde dei boschi che li circondano o il colore delle cime. Colore che cambia durante il giorno, all’alba ed al tramonto, dando a queste vette la caratteristica colorazione rosata che ne ha fatto una delle meraviglie del mondo.
Cadore: Cortina d’Ampezzo la “capitale”
Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti, è sicuramente la località più rinomata, con le sue Regole, statuti giuridici di diritto privato che regolano le proprietà locali collettive; Cortina è una cittadina elegante e raffinata, meta di un turismo decisamente elitario è comunque baricentro dell’intero territorio.
Ma ogni paese, ogni località, è piena di storia e di monumenti o luoghi di culto di un passato che questo territorio ha sempre ricordato ed imparato a rispettare. Tra queste merita un cenno Auronzo di Cadore, placidamente adagiato sulle sponde del piccolo lago artificiale di Santa Caterina, meglio conosciuto come lago di Auronzo, nella verdissima e magica valle del fiume Ansiei, affluente del Piave, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.
La cittadina è stata meta turistica fino da fine ’800 e dall’ultimo dopoguerra ha avuto uno sviluppo urbanistico consistente lungo tutta la sponda del suo lago, dovuto ad un turismo estivo ed invernale che la gente cadorina ha saputo interpretare, coltivare ed incrementare con dedizione e capacità non comuni.
La fama turistica di Auronzo di Cadore richiama infatti un pubblico internazionale di sciatori, scalatori e sportivi insieme a tranquilli villeggianti alla ricerca di relax e indimenticabili passeggiate.
L’architettura del borgo è quella tipica delle montagne bellunesi; sono visibili resti di epoca romana e le antiche borgate sono ancora ben identificabili dalle varie pievi che spiccano qua e là.
Se il turismo, sia estivo che invernale, è oggi la più importante industria locale, anche l’agricoltura ed i prodotti tipici non sono di secondaria importanza.
Tra le attività manufatturiere cadorine c’è l’occhialeria, che ha costruito qui un polo industriale ben noto anche a livello internazionale, anche se oggi abbastanza in crisi.
Cadore: una cucina ricca di gusto e tradizione
Notevole la cucina cadorina, che si basa sulla semplicità e genuinità dei prodotti di montagna, a partire dalla polenta, dalle patate, dai formaggi d’alpeggio, dalle carni, tra cui anche quelle della selvaggina, in special modo il cervo ed il capriolo, dal prosciutto sappadino allo strudel di mele.
Tra i primi piatti ci sono canederli, gnocchi di patate, di pane, di zucca gialla o alle erbe che crescono numerose nei prati circostanti, i tipici casunżiei conditi con burro fuso, semi di papavero e ricotta affumicata; le tante zuppe e le tagliatelle al sugo di selvaggina o di funghi; come in molte alte zone del territorio alpino, anche il Cadore va fiero delle sue mele, utilizzate per strudel, frittelle e péta.