Gorizia, la città che sta un po’ di qua e un po’ di là; di là inteso che una sua parte è oltre confine, in Slovenia e si chiama Nova Gorica, “Nuova Gorizia”, divisa dalla città italiana da un confine oggi praticamente invisibile.
Cerniera tra mondo latino e centroeuropeo
La città infatti è una cerniera tra mondo latino e centroeuropeo, tra Alpi e Mediterraneo; un filtro di diverse culture che tra queste colline ha trovato una delle sue massime espressioni.
Gorizia è un crocevia delle grandi culture europee: latina, slava e germanica, una caratteristica che si nota ovunque in città, nelle strade e nelle piazze, nei locali, nei tanti giardini e nella stessa gastronomia.
Adagiata sulle sponde del fiume Isonzo, dal quale trae acqua necessaria per le sue coltivazioni, frutteti e vigne, Gorizia ha un fascino tutto suo, fatto di contrasti, armonie e contraddizioni.
La Nizza Austriaca
L’atmosfera mitteleuropea in città si respira ovunque; nei parchi pubblici e privati, nell’architettura dei palazzi, nelle strade nei suoi caratteristici “café”, tanto da essere stata chiamata “la Nizza austriaca”, appellativo derivato dall’essere stata meta prediletta della borghesia asburgica.
La storia, in quest’angolo estremo d’Italia proteso verso l’Europa dell’Est, ha un connotato diverso rispetto ad altre zone del Paese; la vicinanza con “l’altra parte” ne ha fatto una città più tollerante, più capace di comprendere, cosmopolita prima delle altre.
Gorizia, 36.000 abitanti circa, è un coacervo di lingue e culture diverse che ne hanno arricchito il tessuto sociale: dal friulano, originario della città, al giuliano, di chiara origine mitteleuropea ed austroungarica, allo slavo dell’est, all’ebraico, tutti perfettamente integrati in una comunità che ha imparato a rispettarsi e a prendere il meglio delle culture altrui in un processo di crescita continuo.
Il luogo migliore per capire la diversità delle culture presenti a Gorizia è il mercato coperto di Corso Verdi – Via Boccaccio, una vera meraviglia, dove i prodotti agricoli del goriziano si mescolano con i loro profumi alle diverse lingue e dialetti della popolazione.
Il castello medioevale
Tante le cose da vedere, a cominciare dal Castello medioevale che sorge tra le mura dell’antico borgo, ricostruito negli Anni Trenta, che ospita anche il Museo del Medioevo Goriziano, ed ha un bel cammino di ronda dal quale si possono ammirare le bellissime colline del Collio che circondano la città.
Oltre al Castello c’è il duecentesco Palazzetto dei Conti e il Palazzo degli Stati Provinciali risalente al XV secolo mentre del XVI-XVII secolo è il cosiddetto Palazzetto Veneto che ne unisce i due corpi principali.
All’interno del borgo sorge la quattrocentesca Chiesetta di Santo Spirito e, nelle vicinanze, il bell’edificio seicentesco dei conti Formentini, ora, assieme alle case Dornberg e Tasso, sede dei Musei Provinciali che presentano ricchissime collezioni artistiche, oltre al prestigioso Museo della Guerra, con le testimonianze del primo conflitto mondiale.
Discendendo da Borgo Castello si arriva nel cuore del centro storico della città, dove si trovano una serie di piazze scenografiche e di antiche strade fiancheggiate da chiese e palazzi.
Qui troviamo il duecentesco Palazzo degli Stati Provinciali, la cinquecentesca Casa del Comune e la Casa degli Ungrispach, una delle più antiche della città, in stile tardo gotico, sulla cui facciata spicca una targa con la data 1441, ma sono molti i palazzi di origine medioevale che si incontrano nelle vie della città.
Notevoli anche le vestigia ecclesiastiche, sempre di epoca medioevale, a partire dal Duomo quattrocentesco, la chiesa di Sant’Ignazio del 1600, il complesso di Santa Chiara, risalente al Seicento
La comunità ebraica ha sempre avuto una particolare importanza in questa città, fin dal 1600, e lo testimonia il Ghetto, con la sua Sinagoga che custodisce anche il Museo didattico della Piccola Gerusalemme sull’Isonzo.
L’economia e la gastronomia goriziana
L’economia goriziana ha sempre goduto della particolarità della sua gente e del suo territorio, specializzandosi nella coltivazione della vite e nella produzione del vino, il Collio, il Carso e l’Isonzo, con i vigneti che si perdono a vista d’occhio dalle colline alla pianura sottostante.
Diverse manifestazioni offrono il pretesto per approfondire la conoscenza del vino, dei prodotti gastronomici e del territorio, tra cui “Gusti di Frontiera”, manifestazione che trasforma Gorizia in un ponte tra le culture a tavola, senza limiti alla contaminazione, dove tutte le tradizioni culinarie d’Italia e d’Europa portano il meglio della loro produzione.
Tra i tanti prodotti della gastronomia goriziana, con una ricetta tutta sua, leggermente variata rispetto a quella che si trova in altre aree della regione, c’è la Gubana, il dolce più tipico della città, dal sapore dolce e asprigno tipico degli agrumi ed un vago sentore di spezie.
Di origine settecentesca, la ricetta della Gubana di Gorizia, chiamata anche Presnitz oppure “strucolo alla goriziana” è stata brevettata e le sono state dedicati dei premi e scritti numerosi libri.