Sono molti in Lomellina i piccoli borghi che hanno mantenuto le loro caratteristiche medioevali; una di queste è Gambolò, paese di poco più i 10.000 abitanti in provincia di Pavia, sulle rive del torrente Terdoppio e poco distante da quelle del Ticino.
Un po’ di storia
Di epoca probabilmente preistorica, Gambolò ed il suo territorio vedono la presenza dei celti, che realizzano diversi villaggi, e successivamente dei romani, che introdurranno nella zona nuove conoscenze tecniche e colturali, sviluppando anche una rete commerciale.
Probabilmente nel periodo medioevale sorge anche il castello, per accogliere al sicuro gli abitanti del villaggio e della campagna circostante durante le frequenti incursioni da parte dei feudi vicini, tipiche del periodo.
Fra XIII e XIV secolo il paese gravita politicamente nell’orbita di Pavia, che è continuamente in guerra con Milano e nel corso degli anni viene ripetutamente assediata, danneggiata ed infine definitivamente assoggettata dai Visconti di Milano, che comunque ne valorizzano la campagna con opere di bonifica e canalizzazioni.
Successivamente il territorio subisce le conseguenze delle vicissitudini del tempo, tra guerre e devastazioni che imperversano in questa parte d’Italia per i secoli successivi, fino alle guerre d’Indipendenza ed al Regno d’Italia.
Il borgo medioevale
Dell’epoca medioevale il borgo ha mantenuto alcune delle sue chiese: in particolare la chiesa millenaria parrocchiale dedicata San Gaudenzio completamente rifatta a fine ‘800 conservando il campanile romanico, dove sono conservati affreschi del ‘400.
Poco distante ci sono la basilica romanica di Sant’Eusebio che si dice sia sorta sui ruderi di un tempio dedicato a Minerva, con facciata tipicamente lombardesca; la parte originale è in stile romanico.
In seguito alla diffusione della peste, la Chiesa fu trasformata in lazzaretto e successivamente fu disinfettata tinteggiando e ricoprendo tutti gli affreschi della parte originale; solo pochi anni fa ne sono stati ultimati i restauri che le hanno restituito il suo antico splendore.
Ai margini del centro abitato si trova la piccola chiesetta della Madonna del Terdoppio, sorta nel ‘500 sui resti di un antico tabernacolo, particolarmente cara ai gambolesi.
A pianta quadrata con copertura a volta riccamente decorata, è preceduta da un porticato ed ha in un angolo un campanile ancora oggi funzionante.
Il castello di Gambolò
Tra gli edifici civili c’è invece il castello, che presenta i caratteri essenziali delle rocche visconteo – sforzesche con pianta quadrilatero/trapezoidale e torri sia negli angoli e al centro, unite dai muri di cinta con merli ghibellini, lungo cui si snodavano i camminamenti di ronda.
Il fagiolo borlotto di Gambolò
Diverse le manifestazioni folkloristiche organizzate a Gambolò; tra queste la tradizionale sagra del Fagiolo Borlotto, uno dei prodotti più caratteristici della Lomellina. Nelle vie del centro si vendono i sacchetti di fagioli accanto agli altri prodotti tipici del territorio, mentre all’ora di pranzo si farà una grande risottata in piazza.
Utilizzato fresco o secco, intero o macinato, il fagiolo borlotto è diventato il protagonista della manifestazione di fine estate di Gambolò, richiamando nella cittadina pavese migliaia di visitatori.
Questo legume, considerato da sempre la carne dei poveri, è diventato uno dei vanti culinari della Lomellina: di solito viene abbinato a cereali e pasta, o utilizzato nel risotto con la salsiccia oppure, grazie al suo sapore delicato, viene usato anche nella preparazione dei famosi biscotti borlottini o della torta Ariosa. Un altro dei prodotti tipici della zona è il salame d’oca di Mortara.