In Puglia, al centro di un immaginario triangolo ai cui vertici vi sono Bari, Taranto e Brindisi, dove il Salento finisce ed iniziano le terre del barese, troviamo Fasano, paese di poco meno di 40.000 abitanti, nota soprattutto per ospitare lo zoosafari più conosciuto e visitato d’Italia.
La città è stata creata oltre mille anni fa dalle popolazioni in fuga da Egnazia e dal suo porto, distrutta dalle continue incursioni piratesche; nell’entroterra, attorno al casale di S. Maria de Fajano si crea un piccolo insediamento che diverrà poi l’odierna Fasano.
Gli abitanti del piccolo borgo trascorrono il loro tempo condividendo la sorte con quella degli altri paesi vicini, tra lotte per il potere, saccheggi, battaglie, ma anche lavoro nei campi e riti devozionali.
Case bianche e strade strette
Fasano, come molti i paesi del nostro meridione, è una cittadina caratterizzata da un centro storico fatto di case bianche, piccole stradine che finiscono in belle piazzette, secondo i canoni architettonici tipici del periodo medioevale.
Nella sua parte più antica vi sono diverse chiese, tra le quali la più imponente è la chiesa Matrice, risalente al XVII sec., dedicata a San Giovanni Battista, uno dei due patroni della città, che ha un bellissimo rosone intagliato nella pietra; l’altra protettrice della città è S. Maria di Pozzo Faceto.
Oltre a queste, comunque, sono tanti gli edifici religiosi della città, come la piccolissima cappella di Santa Maria della Grazia, le chiese di San Nicola, SS.Maria del Rosario, SS.Maria Assunta, Anime Purganti, Sant’Antonio Abate con il suo antico chiostro francescano, San Francesco d’Assisi e San Francesco da Paola, la seicentesca, bellissima chiesa barocca del Purgatorio. solo per citarne alcune.
Il centro storico cittadino è caratterizzato dalla bianca Piazza Ciaia con i due corsi principali rivestiti in chianca locale, l’Orologio e i palazzi rinascimentali, tra cui il Palazzo del Balì, oggi sede del municipio, l’Arco del Balì e i Portici delle Teresiane, antico convento del cinquecento trasformato in galleria commerciale, il Torrione delle Fogge, unico torrione superstite dell’antica cinta muraria seicentesca.
La macchia mediterranea, i trulli, il mare
I dintorni di Fasano rivestono un particolare interesse, sia dal punto di vista naturalistico che storico ed archeologico; le colline, un tempo ricoperte di lecci e macchia mediterranea, oggi sembrano un giardino con ville e antichi trulli.
Nella parte sul mare, la scogliera di Savelletri, costellata di piccole calette con sabbia fine e acqua trasparente, le dune e l’arenile di Torre Canne sono un richiamo turistico eccezionale per gli amanti del sole e del mare.
E poi ancora il Dolmen di Montalbano, gli insediamenti rupestri, il Parco Archeologico di Egnazia, il Tempietto di Seppannibale e le numerose masserie, autentiche testimonianze di una cultura che ha mantenuto il suo spirito originario e le le sue tradizioni secolari.
Tra le tante la millenaria Masseria di S.Angelo de’ Graecis, creata come possedimento benedettino ed oggi privata, che conserva nei locali dell’antico frantoio un piccolo Museo dell’olio d’oliva, con i macchinari, gli attrezzi e gli oggetti che raccontano la storia della produzione dell’olio in questa azienda.
Lo zoosafari
E poi c’è lo zoosafari, una grande area dove vengono ospitati allo stato brado decine di specie animali esotiche spesso provenienti da strutture dismesse o sequestri giudiziali, che hanno trovato in quest’area protetta un’oasi sicura e che è divenuta una grande attrazione turistica.
Chi viene a Fasano, per le sue bellezze storiche, architettoniche o naturalistiche, non può prescindere dall’incontrare anche la cucina fasanese, una tipica cucina mediterranea semplice e saporita, dove l’olio soprattutto, da sempre la coltura principale del territorio, è protagonista indiscusso, condimento ideale per le verdure e gli ortaggi della zona.
Sono tante le paste fresche condite con le verdure di stagione o con i tradizionali ragù, gli arrosti di carne,”la carne al fornello” con agnello, i “gnumarielli” e salsiccia; i dolci, dai bocconotti alle cartellate, dalla copeta alle pettole; fatti con mandorle, noci, miele, marmellate, mosto cotto, sono tipici dei periodi di festa, così come le “zeppole di San Giuseppe”, ciambelle fritte o al forno, decorate esternamente con crema, amarena e un po’ di cannella.