Tra le tante cittadine che si sono meritate un posto di rilievo tra quelle che hanno fatto conoscere il Made in Italy nel mondo c’è anche Faenza, paese di quasi sessantamila abitanti in provincia di Ravenna, situata a cavallo della via Emilia tra Imola e Forlì, nel cuore della Romagna.
Il suo prodotto di punta, conosciuto nel mondo intero da secoli, è la ceramica artistica, le “Faenze”, maioliche finemente decorate che generazioni di artisti locali hanno saputo creare, portandole nelle dimore più prestigiose della nobiltà mondiale.
Un po’ di storia
La città manfreda ha origini che si perdono nella notte dei tempi, fondata presumibilmente dagli stessi coloni che dopo avere costruito Ravenna, si spostarono nell’entroterra creando nuovi borghi.
Etruschi e celti prima e romani poi, grazie alla sua posizione strategica lungo la via del Sale che dall’Adriatico portava a Sud lungo la valle del fiume Lamone, ne fecero un centro commerciale di notevole importanza; trovandosi poi sul percorso della romana via Emilia fu per la città un ulteriore vantaggio.
Nei secoli successivi, con l’arrivo dei longobardi, contro la cui invasione venne costruita la prima cerchia muraria nel VII secolo, Faenza conobbe un periodo di decadenza cui fece seguito una rinnovata prosperità, grazie alla sua vicinanza con Ravenna, Firenze e le altre città-stato romagnole ed emiliane.
Il suo centro storico ha mantenuto nei secoli l’impronta urbanistica della struttura romana, con un intreccio di stretti vicoli e stradine ad intersecare i cardi e decumani principali: la via Emilia che la divide in due da ovest a est e la via Salara che la divide in due da nord a sud; nel loro punto d’incrocio c’è Piazza del Popolo, una delle più belle ed eleganti dell’intera Romagna.
Con l’arrivo dei longobardi il territorio si arricchisce di chiese e conventi; la presenza di una vasta popolazione ecclesiastica arricchisce la città ed il contado, con opere di bonifica dei terreni e nuove costruzioni laiche e religiose; le più antiche sono la chiesa di S. Maria ad Nives, conosciuta anche come S. Maria Vecchia, del VI secolo e la cripta della chiesa di SS. lppolito e Lorenzo del VII secolo; nel X secolo, accanto alla prima, venne innalzato il grande campanile ottagonale.
Anche l’edilizia civile ebbe notevole sviluppo, con il rafforzamento della linea difensiva la coistruzione del Palazzo del Podestà e del Palazzo del Popolo, destinato a divenire sede della signoria della famiglia Manfredi che per secoli ha dominato Faenza.
I Manfredi completarono anche il ponte delle Torri, che ha resistito fino a metà ottocento, la chiesa dei Servi, fondato la Zecca cittadina, edificato quella che più tardi diventerà la torre dell’Orologio, il Palazzo della Signoria, dotato di un lungo portico colonnato ed altri edifici di notevole interesse architettonico.
Sotto l’impulso della signoria manfreda venne avviata la costituzione della Libreria Manfrediana, si approntò un piano di rinnovamento urbano del centro cittadino, la ristrutturazione della piazza secondo il modello vitruviano.
A fine ‘400 venne inoltre eretta nella piazza centrale la Cattedrale di San Pietro Apostolo, che sostituì l’omonima Pieve di epoca precedente.
Successivamente la città finì prima sotto il dominio della Serenissima e quindi definitivamente tra le terre dello Stato della Chiesa, sotto il quale furono costruiti il Loggiato degli Orefici di fronte alla Cattedrale, la Fontana Pubblica, la Torre dell’Orologio e fu completato il loggiato occidentale della piazza maggiore, oltre che nuovi palazzi di stile neoclassico e nuove chiese e abbazie.
L’arte ceramica
Fin dal primo medioevo Faenza ha coltivato l’arte ceramica, conosciuta prima nei regni di tutt’Italia e quindi d’Europa; ad inizio ‘900 la città si è arricchita ulteriormente con l’apertura del Museo Internazionale delle Ceramiche, diventato un importante centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo e di diverse epoche storiche, compresa quella attuale, tanto che oggi può fregiarsi dell’ambito riconoscimento dell’Unesco di “Monumento testimone di una cultura di pace”.
Eventi, sport, cultura, gastronomia
Oltre che per le sue peculiarità storico-architettoniche e artistiche, Faenza è una città che ha saputo guardare con interesse anche alle sue tradizioni, recuperando manifestazioni folkloristiche di estremo interesse, come il ‘”Palio del Niballo’”, una rievocazione storica fra i 5 rioni della città contrassegnati da altrettanti colori, accompagnato nelle settimane che lo precedono dalla “Bigorda”, gare tra cavalieri, sbandieratori e musicanti, con succulente cene propiziatorie.
Da anni, inoltre, la sera del 5 gennaio si celebra la “Nott de bisò”, altro avvenimento legato al Palio che ogni anno attira centinaia di visitatori, in cui si beve il tradizionale “Bisò“, come viene dialettalmente chiamato il Vin Brulè, quando nel centro della piazza viene bruciato un grande pupazzo raffigurante un guerriero saraceno vestito coi colori del rione che ha vinto il Palio del Niballo dell’anno precedente.
Anche sul piano sportivo Faenza si è meritata un posto d’onore, con l’organizzazione della “100 km del Passatore“, una impegnativa maratona che richiama ogni anno più di 1000 partecipanti da tutto il mondo, che partendo da Firenze devono attraversare gli Appennini sul Passo della Colla di Casaglia per poi scendere verso Faenza, con l’arrivo nella centrale piazza del Popolo della città manfreda.
Altra manifestazione di grande prestigio che viene organizzata a Faenza è “Enologica“, un appuntamento che si occupa di buon vino e che si sta affermando tra gli esperti come un vero fiore all’occhiello del settore, dove le migliori etichette romagnole e non solo fanno a gara per mettersi in mostra, assieme alla gastronomia romagnola, altro vanto di questa terra.