Al centro della verde Umbria c’è Spoleto, una cittadina medioevale che tutto il mondo ci invidia, Patrimonio dell’Unesco dal 2011, attorniata da boschi secolari che nascondono antichi romitori che affascinarono Michelangelo Carducci, D’Annunzio, solo per citarne alcuni e che da qualche anno ha trovato nuova linfa vitale con la notorietà portata dalla seguitissima fiction “Don Matteo” prodotta dalla RAI.
Conosciuta come la città del Festival dei Due Mondi per l’omonima manifestazione musicale internazionale che tra le sue mura viene organizzato da diversi decenni, cui partecipano grandi interpreti che richiamano spettatori da ogni parte del mondo, Spoleto è una cittadina millenaria piena di fascino e di storia, che è stata oggetto di molte odi ed opere pittoriche, finendo per divenire un importante centro di attrazione culturale per intellettuali di diverse epoche.
Spoleto, una storia importante
Costruita ai piedi del Monteluco e del suo Bosco Sacro, sono ancora numerosissimi i reperti che ne ripercorrono la storia, soprattutto quella della dominazione romana e le successive di epoca medioevale e rinascimentale; fu infatti un importante municipio romano che ha lasciato alcuni reperti evidenti come il Teatro e la Casa romana, o l’Arco di Druso e Germanico.
Da quando poi attorno al IV secolo divenne sede episcopale si formò una solida organizzazione ecclesiastica, con la costruzione di chiese e monasteri in città, eremi e romitori nel contado e sui monti.
Attorno al potere ecclesiastico fiorì comunque anche il potere delle famiglie nobiliari che facevano a gara per ostentare potere e ricchezza, con la costruzione di palazzi sontuosi, come il Palazzo Comunale del XIII secolo, Palazzo Racani Arroni, Villa Redenta, Palazzo Mauri, Palazzo Ancaiani, Palazzo Leti Sansi del Sec. XVI secolo e Palazzo Collicola di quello successivo.
Vi è inoltre Palazzo Vigili, con la sua “Torre dell’Olio”, la più alta della città, così chiamata per l’antica consuetudine di gettare dalla sommità delle torri l’olio bollente sugli assalitori.
Per quanto riguarda il Palazzo Comunale, l’unico elemento duecentesco ancora visibile è l’alta torre che sovrasta il resto della struttura settecentesca; nelle sue sale vi sono alcune pregevoli decorazioni, stucchi ed opere pittoriche tra le quali una grande tela del Guercino e due affreschi di Giovanni di Pietro detto “Lo Spagna”.
Quasi tutti questi palazzi ospitano strutture culturali, mostre d’arte, concerti ed eventi particolari anche collegati con le tradizioni e l’enogastronomia del territorio.
L’inizio della scalata ad un ruolo di primaria importanza nel panorama culturale internazionale è iniziata nell’immediato dopoguerra, quando Spoleto si concede il Teatro Lirico Sperimentale, cui fa seguito pochi anni dopo il Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo e l’anno successivo, il 1958, la prima edizione del Festival dei Due Mondi, per dar voce a tutti gli aspetti dell’espressione artistica, dal teatro alla danza, dalla musica classica a quella contemporanea, passando per il cinema e la scienza
Spoleto, città di chiese e monumenti storici
Trattandosi di una comunità particolarmente legata al mondo ecclesiastico medioevale e rinascimentale, Spoleto pullula di luoghi culto e meditazione; tra queste l’ex chiesa Sant’Agata, la Chiesa dei SS. Simone e Giuda, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, l’ex Chiesa di Santa Maria della Manna d’Oro, la Cripta di Sant’Isacco, la Chiesa e Monastero di San Ponziano e tante altre tutte meritevoli di una visita.
Un’emozione particolare la si prova attraversando il duecentesco “Ponte delle Torri” che svetta a 76 metri di altezza su un dirupo; si tratta di parte di un antico acquedotto lungo 230 metri, sorretto da nove piloni collegati tra loro da arcate ogivali, che ancora oggi unisce il centro storico con il Monteluco; al termine del ponte è visibile il duecentesco Fortilizio dei Molini, incastonato tra le prime fronde del bosco.
Altro ponte caratteristico il “Ponte Sanguinario”, d’epoca romana, nella parte bassa della città, chiamato così perché si dice che sotto vi scorreva il sangue dei cristiani martirizzati nell’adiacente anfiteatro.
Ma Spoleto è nota anche per le sue fontane, alimentate in certi casi dalle acque freschissime che scendono dalla montagna soprastante, come quella del Mascherone del 1600, così chiamata per un’imponente maschera coronata d’alloro.
Spoleto, enogastronomia e turismo
Oltre a quelle culturali, Spoleto si è cimentata con successo anche nell’ambito enogastronomico, organizzando manifestazioni di respiro locale, nazionale ed internazionale sempre frequentatissime; tra queste “Le stelle europee del gusto”; “Vini nel mondo”, “Spoleto tipica” e “Spoleto in fiore”.
Se il turismo è oggi il fulcro dell’economia spoletina, grazie alla sua vocazione culturale, alla sua storia ed ai suoi eventi, sono importanti anche l’artigianato, con la sua tradizione antica di tessuti, ricami e sellerie; l’agricoltura, con la produzione di olio extravergine di oliva antica di secoli; il commercio e la piccola e media industria, con aziende che operano nel settore metalmeccanico, tessile e grafico.
La cucina e la gastronomia di Spoleto ha antiche tradizioni ed offre una varietà di piatti gustosi ma allo stesso tempo semplici che per lo più usa i prodotti della zona, come il raro “sedano di Trevi”, ottimo sia crudo che cotto “alla parmigiana”.
E poi il tartufo nero, che tra Norcia e Spoleto è molto comune, attorno al quale ruota buona parte della cucina regionale; piatti che vanno dagli spaghetti al tartufo nero, ai gamberi delle limpide acque del Clitumno o le trote del fiume Nera, alle carni alla braci e il cinghiale.
Tra i dolci il tipico panpepato e la “crescionda”, un dolce tipico a base di uova, farina, cioccolato, amaretti e mistral, non manca mai nelle tavole imbandite nei ristoranti e trattorie della città e dei suoi dintorni.