Inserite come perle nell’azzurro intenso del mar Tirreno, le isole Pontine, composte da Ponza, Palmarola, Gavi, Zannone e Ventotene, appartengono alla provincia di Latina.
L’arcipelago è stato abitato fin dal periodo preistorico; Aurunci, Etruschi, Fenici e Greci le colonizzarono nelle diverse epoche della loro espansione, facendone un centro ed uno scalo importante per i loro commerci.
Una storia molto antica
L’arrivo dei Volsci e successivamente quello dei Romani ne provocò la progressiva trasformazione da centro commerciale a postazione militare; la presenza dei primi è testimoniata anche dai resti delle possenti mura ciclopiche sull’isola di Ponza, mentre quella della civiltà romana è ben visibile e documentata.
Alla fine dell’impero Ponza e le sue sorelle, che avevano visto l’arrivo di diversi monaci che avevano edificato chiese e monasteri, subiscono vari assalti da parte dei pirati saraceni.
Molti monaci ed eremiti vi poterono trovare oltre alla sicurezza fisica anche la pace dell’anima, e la cristianità sull’isola diventò il fulcro della vita isolana; nacquero in questo periodo diverse abbazie, monasteri e chiese, distrutte nel corso dei secoli, facendo dell’isola un fiorente centro del monachesimo; sull’isola di Zannone sono visibile, ancora ben conservati, i resti del convento benedettino.
L’epoca medioevale è caratterizzata proprio dall’edificazione di nuove chiese e conventi, mentre l’isola e l’intero arcipelago viene infeudata e dominata dai Farnese, finendo successivamente ai Borbone di Napoli.
Non cessano le incursioni piratesche che ne distruggono le fortificazioni, fin quando, nel ‘700, vengono definitivamente sconfitti dalla marina borbonica e, dopo la precedente colonizzazione delle isole con tecnici, operai e coloni, proseguono a popolarle con deportazioni forzate di detenuti di ogni estrazione, in particolare di natura politica, facendo dell’arcipelago un luogo di detenzione che durerà fino all’ultima guerra mondiale, quando vi vennero confinati per pochi giorni Benito Mussolini e per un lungo periodo Altiero Spinelli a Ponza e Sandro Pertini a Santo Stefano, solo per fare alcuni nomi.
L’isola di Ponza, la più grande, che comprende anche l’omonimo capoluogo comunale, è caratterizzata da un paesaggio agrario collinare, brullo, pieno di agavi e fichi d’India, con alcune coltivazioni a vigna, dal quale si ricava il Biancolella, un vino bianco profumatissimo.
Il borgo, con poco meno di 3500 abitanti, è circondato da basse colline, che digradano sulla costa, molto frastagliata, con diverse spiagge e calette.
Ponza e le sue bellezze naturali
Ma la bellezza di Ponza e dell’arcipelago delle Pontine risiede nelle sue bellezze naturali collegate al mare ed al porto attorno al quale ruotano la vita economica e l’organizzazione della città, caratterizzato dalla sua Torre che domina la rada, costruito nel cinquecento sui ruderi d’epoca romana.
Molte sono sull’isola le aree naturali, come la spiaggia Chiaia di Luna, protetta dai venti da un’alta parete di tufo bianco, accessibile via mare o tramite un tunnel di epoca romana.
Oppure la spiaggia di Frontone, raggiungibile via mare dal porto con un taxi-barca; la spiaggia di Lucia Rosa facilmente raggiungibile con i vari taxi che partono dalle Piscine Naturali; Cala Fonte, suggestiva insenatura naturale, dove l’acqua è particolarmente pulita e si possono ammirare i pescatori che si attrezzano nello stile tradizionale; la spiaggia delle Felci, una delle più rinomate di tutto l’arcipelago Pontino, dove l’acqua è cristallina ed i pesci non sono spaventati dalle barche; le Grotte di Pilato, un complesso di caverne di epoca romana a livello del mare.
Nei fondali delle isole si trovano sommerse numerose navi, che hanno fatto la storia dell’archeologia subacquea nazionale; sono infatti state ritrovate navi di diversa provenienza con molte merci trasportate nelle anfore, come vino, olio spagnolo, salsa di pesce, datteri africani, ma anche reperti delle guerre del novecento.
Con tante bellezze naturali, il turismo ed il suo indotto negli ultimi decenni ha soppiantato gli antichi mestieri legati prevalentemente alla pesca; un turismo che non è solamente estivo, anche per la mitezza del clima che caratterizza l’arcipelago pontino.
L’autoctono Biancolella
L’isola di Ponza offre molte piccole grandi chicche, tra cui appunto il Biancolella, un vitigno poco conosciuto fino a qualche anno fa. Originario di Ischia, importato a Ponza a metà del ‘700, ora è considerato a tutti gli effetti autoctono laziale, ma la sua coltivazione è autorizzata esclusivamente sulle isole Ponziane.
Casale del Giglio, una nota azienda agricola laziale, ha deciso di investire nel progetto della rinascita di Biancolella e, nella zona di Faro della Guardia, da qualche anno vengono coltivati circa 2 ettari di vigneti alla vecchia maniera, con pali e canne, per produrre 5000 bottiglie annue.
È un vino molto difficile da trovare sul Continente, se non presso qualche enoteca a Formia e Gaeta, ma potete gustarlo nel ristoranti di Ponza o anche acquistarlo nei negozi di alimentari o nelle enoteche.
Vino dai profumi intensi delle erbe e dei fiori del Mediterraneo, in bocca si presenta con fragranze minerali e buona sapidità.