Nel cuore del Mugello, a pochi chilometri da Firenze, sulla riva destra dell’Arno che proprio qui vede la confluenza del fiume Sieve, c’è il borgo medioevale di Pontassieve.
Proprio da questo grosso centro toscano si dipartono le due vallate che salgono verso l’appennino tosco-romagnolo, la Val di Sieve e il Valdarno, caratterizzate, nella loro parte iniziale, dalle belle colline coperte di ulivi e alberi da frutto.
Pontassieve, cittadina di oltre ventimila abitanti, costituita dal paese principale e diverse frazioni, ha origini medioevali, sorta attorno al castello trecentesco di Sant’Angelo, sulla Strada Romea che da Firenze portava ad Arezzo, nel Casentino e in Romagna.
Vista la sua posizione strategica, la Repubblica Fiorentina ne fece un’imponente piazzaforte e centro amministrativo dell’area, importante centro agricolo, soprattutto vinicolo e sede di mercato fino ai primi anni del 1900, che nel corso dei secoli seguì sempre il destino della vicina città gigliata.
Pontassieve, il ponte mediceo gli dà il nome
Il nome stesso del paese toscano deriva dal ponte mediceo sul fiume Sieve, un punto di riferimento ancora oggi; ma Pontassieve convive benissimo con la sua medioevalità, dove spiccano all’interno del centro storico le tre porte rimaste dell’antico castello: Porta Aretina o Torre dell’Orologio; Porta Fiorentina e Porta Filicaia, oggi inglobata in abitazioni di epoca successiva ma ancora ben distinguibile.
Un medioevo che si vede anche in alcuni edifici, come Palazzo Sansoni Trombetta, sede del Municipio; nelle stradine e piazzette che caratterizzano il centro storico, nelle fattorie e castelli del territorio collinare circostante, e nelle numerose chiese, pievi e conventi presenti ovunque.
Tra le tante merita una visita la millenaria Pieve di Sant’Eustachio in Acone, e la chiesa di Santa Maria in Acone, sorta in epoca ancora antecedente, come la pieve di San Giovanni a Rèmole; del 1000 sono anche la chiesa di Sant’Andrea a Doccia e l’antica pieve di San Gervasio ad Alpiniano.
Tanti altri gli edifici religiosi e le chiese delle frazioni, talvolta nascoste sui pendii delle colline circostanti, tra boschi, vigneti e oliveti, piccole perle che fanno parte di un percorso turistico particolare, “l’Anello del Rinascimento”, lungo 170 chilometri, che congiunge antichi borghi medioevali, pievi, casali e parchi della montagna fiorentina, attraversando punti panoramici e luoghi magici e bellissimi, come il Santuario della Madonna del Sasso, i ruderi del castello di Monte Rotondo, la Chiesa di San Martino a Lubaco e la casa-torre di Colonne.
La Pontassieve moderna
Oggi Pontassieve, proprio grazie allo sviluppo di un turismo diverso, legato all’ambiente ed alla natura, non vive solo di “luce riflessa” rispetto a Firenze, della quale rappresenta comunque un consistente polo logistico e ricettivo.
La sentieristica allestita sulle colline attorno alla città sono un costante elemento di richiamo per escursionisti a piedi e in bicicletta, che approfittano della tranquillità delle numerose strutture ricettive, alberghi, B&B, Agriturismi sparsi nel territorio, non distanti dal capoluogo toscano, per coniugare il turismo culturale di Firenze con quello sportivo e naturalistico di Pontassieve; cosa che succede spesso anche in occasione delle innumerevoli manifestazioni, sagre, ed eventi folkloristici o religiosi sia di Firenze che di Pontassieve.
Ovunque, poi, vi sono posti dove poter gustare i piatti tipici della cucina fiorentina e del Mugello, dove vive ancora una tradizione gastronomica fatta di sapori semplici e ingredienti poveri, ma genuini, come l’olio, il pane, la carne, in particolare la “fiorentina”, la selvaggina, le verdure fresche coltivate in zona.
Tanti i piatti tipici che il territorio propone ai propri numerosi ospiti, molti legati alla stagionalità, come i Cenci e il Migliaccio di Carnevale, il Pan di Ramerino; i Tortelli di Patate; piatti estivi a base di papero o di anatra, mentre l’autunno è il periodo delle Pappardelle di cinghiale, della polenta fritta coi funghi, della cacciagione e dei tortelli ripieni di crema di castagne, come anche delle torte con le castagne.
Crostini, bruschette, la classica ribollita, la zuppa rustica del contadino, l’immancabile “Fiorentina”, il formaggio pecorino ed i tanti salumi dell’antipasto toscano, oltre al liquore “Gemma d’Abete” prodotto dai frati del Convento di Monte Senario, sono prelibatezze che si trovano tutto l’anno.