Poco sotto il suo capoluogo comunale, Nonio, alle falde del colle di Cregno, a picco sul lago d’Orta, in provincia di Verbania, si trova Oira, un piccolissimo e suggestivo borgo di case strette in una valletta che si apre verso il lago.
Oira era famoso, fino al secolo scorso, per le cave, da cui si estraeva il serpentino, che fu impiegato nella costruzione del Duomo di Milano, di Novara e della Certosa di Pavia e della basilica nell’isola di San Giulio.
Situato in un’invidiabile posizione, a ridosso dello specchio d’acqua e ben esposto al sole per molte ore del giorno, ad Oira può crescere ogni tipo di albero da frutto, soprattutto la vite, che un tempo hanno costruito la ricchezza di questa frazione e che le hanno attribuito il nome di “riviera dell’Ossola”.
Oira, un paese “diffuso”
Oira si può suddividere in tre gruppi di insediamenti distinti che a partire dal XV secolo furono denominati Villa Inferiore, Villa di Mezzo e Villa Superiore.
La Villa Inferiore era ed è costituita di case situate più in basso vicino al Toce, il gruppetto più consistente delle quali forma l’abitato di Canova.
La Villa di Mezzo divenne il centro della comunità di Oira e qui fu anche scelto il luogo principale delle riunioni, la piazza, nelle cui vicinanze sorse la prima cappella di S. Mattia che diventò poi la parrocchiale e successivamente anche l’Oratorio di S. Sebastiano.
La Villa Superiore, detta anche “Villa de cima”, domina come un castelliere sull’elevato dosso sovrastante; le abitazioni poste più in alto fanno infatti pensare che si trattasse di un villaggio fortificato, un castello o casa forte in funzione di difesa, segnalazione e osservazione sulla sottostante “Via Francisca”, una strada fondamentale per i collegamenti con la Francia e la Svizzera.
Il borgo, piuttosto rustico è oggi un modesto abitato, regno di pace e tranquillità, che ha mantenuto la sua antica personalità, con la strada che termina in riva al lago, di fronte ad una spiaggetta e ad un approdo per i battelli in navigazione.
Nei pressi c’è anche una bella cascata che precipita dal monte con un salto di almeno trenta metri.