Sulla cima di un colle affacciato sul mar Tirreno, nella Val di Cecina, in provincia di Pisa, c’è Montescudaio, un piccolo borgo fortificato di meno di 1.900 anime che è una vera oasi di pace, nonostante il nome richiami la sua antica rilevanza militare e strategica.
Sono numerosi i reperti archeologici che attestano presenze umane in questa zona sin dall’epoca villanoviana, ma sono del periodo medioevale quelli che fanno di Montescudaio un luogo magico e pieno di fascino.
Originariamente sede di un monastero benedettino, nel periodo medioevale Montescudaio divenne un importante borgo grazie alla sua posizione strategica e di quel periodo rimangono il Castello, le mura, i palazzi nobiliari, la Torre della Guardiola e quella civica, la casa del Gabelliere.
La cittadina ha vissuto tutte le contese tra i pisani, i fiorentini e le altre città e dinastie in lotta tra loro per il predominio territoriale, subendone in più occasioni conseguenze disastrose con distruzioni e saccheggi; anche un terremoto, a metà dell’800, provocò danno ingentissimi; la ricostruzione portò, tra le altre cose, alla costruzione del rione Poggiarello, con le sue casette addossate le une alle altre.
Montescudaio, un borgo d’altri tempi
Passeggiando per le stradine del borgo si ha sensazione che il tempo si sia fermato; è facile trovare angoli estremamente suggestivi; per strada la gente del posto si ferma a chiacchierare, magari bevendo un bicchiere di vino ai tavolini delle osterie.
Nelle giornate più terse, dal Piazzale del Castello si scorgono le lontane isole di Gorgona e Capraia e a volte addirittura la punta nord di Capo Corso; dalla parte del paese i tetti rossi dei coppi toscani delle casupole del borgo.
Poco fuori dal borgo si può vedere il caseggiato settecentesco di Scialicco e la chiesa romanica del XII secolo di S. Lucia a navata unica; inoltre, seguendo il vecchio acciottolato che porta in località S. Perpetua, ci si inoltra nel bosco percorrendo tra gli argini la “strada del Muggine” abbracciata da una folta vegetazione abitata ancora da istrici, cinghiali e rapaci; un altro itineriario percorre la Via dei Pellegrini, l’area dell’antica Badia, l’oasi naturale attrezzata degli Scornabecchi e le fonti medievali.
Montescudaio, città del vino
Montescudaio fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino e vanta una propria Doc per un rosso a base di sangiovese e un bianco a base di trebbiano, malvasia e vermentino, che può essere prodotto anche come vin santo secco, semisecco o dolce.
Il Montescudaio Doc viene celebrato ogni anno con la Sagra del Vino ad ottobre; ma il borgo è anche una delle Città del Pane, quello classico toscano insipido, cotto nel forno a legna, fa parte dell’Associazione nazionale Città dell’Olio ed è inserito nel Club dei Borghi più belli d’Italia.
La cucina di Montescudaio è quella tipica e caratteristica toscana, dove il pane è sempre presente e comprende crostini di milza e fegatini, ribollita, pappa al pomodoro, minestra di pane e fagioli o ceci, e la toscanissima “zuppa lombarda” ricca di verdure.