Tra le tante località dell’invitante Sicilia c’è, nella zona occidentale, la cittadina di Erice, in provincia di Trapani.
Situata su un monte di 750 metri, Erice è divenuta particolarmente nota quando oltre cinquant’anni fa vi fu fondato il Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana”, che vi organizza annualmente importanti iniziative culturali e scientifiche di livello internazionale.
Erice si trova in una splendida posizione panoramica; dal colle si possono ammirare le vicine isole Egadi e, con tempo limpido, perfino il lontano vulcano dell’Etna, dall’altra parte dell’isola.
Il borgo ha mantenuto intatto nel tempo il suo impianto medioevale, con le mura, i torrioni, le tre porte normanne d’ingresso al centro ed a Castel Pepoli, oggi bellissima villa circondata dal giardino del Balio.
Erice, borgo medioevale pieno di chiese antichissime
Ha mantenuto invece il suo aspetto originale, risalente al XII secolo, l’altro castello, quello di Venere, costruito nell’area ove un tempo doveva sorgere l’antico santuario di Venere Ericina.
Una sessantina le chiese, alcune delle quali di particolare pregio architettonico; tra queste la fabbrica di San Giovanni Battista, di origine medievale ma ricostruita nel ‘600, con un bel portale gotico, la cui cupola bianca svetta isolata all’estremità orientale della città.
Notevole anche la millenaria chiesa di San Giuliano, restaurata nel milleseicento, con una facciata di pietra rosa, ora adibita ad aula conferenze e centro culturale, e la chiesa della Matrice, del 1300, con uno straordinario portale ogivale ed un massiccio campanile isolato della chiesa, merlato ed ornato di bifore e monofore.
Di origine fenicia, Erice, per la sua posizione strategica, fu successivamente occupata dai Cartaginesi, dai Siracusani, dai Greci e dai Romani, quindi dai Saraceni e dai Normanni.
Di questi passaggi ed in particolare della cultura fenicia sono stati ritrovati diversi reperti, custoditi nel museo di villa Whitaker, tra i quali la bellissima statua dell’Auriga.
Erice, un turismo consapevole
Entrando da una delle sue porte la cittadina, che non è comunque mai affollata di turisti nemmeno in estate, sembra sospesa tra le nuvole; passeggiando lungo le stradine medievali del borgo, ci si ritrova spesso in solitudine ed a volte, specie nel periodo invernale, immensi nella nebbia in un ambiente strano e surreale.
Le cose che più colpiscono i visitatori sono i giardini ed i balconi delle case, pieni di fiori e di piante, ed il silenzio; il paese, pur animato di botteghe di artigianato tipico, ceramiche, tappeti tessuti a mano, enoteche e gastronomia tipica, ha mantenuto l’aspetto dell’antico borgo medioevale fortificato.
Il Centro Ettore Majorana
Numerosi gli eventi che vi si organizzano, in genere collegati all’attività del centro “Ettore Majorana”, con delegazioni internazionali e convegnisti di fama mondiale.
Tra questi c’è la Settimana di Musica Medievale e Rinascimentale, un appuntamento per gli amanti della musica antica quando i vicoli e le chiese medievali riecheggiano di queste vecchie melodie, suonate spesso da artisti di fama internazionale.
Nei dintorni, in direzione del capoluogo Trapani, c’è lo Stagnone, uno specchio d’acqua di mare, oggi divenuto Riserva Naturale Orientata, per la ricchezza della flora e della fauna, con un paesaggio incantato dominato dai mulini a vento, alcuni dei quali del ‘500, completamente restaurati nei loro ingranaggi in legno utilizzati per dimostrazioni di produzione del sale marino.
Anche l’isoletta di Mozia merita una visita: il breve tratto di mare che la separa dalla terraferma, era attraversata un tempo dai carri pieni di uva tirati da buoi; ancora oggi nell’isola si coltivano le uve da vino che la resero famosa nell’antichità e da qualche anno si è ripresa la produzione di un vino preziosissimo, fatto con le antiche tecniche fenicie.
La famosa pasticceria ericina
Una delle specialità gastronomiche di Erice è la pasticceria; ad introdurne la cultura furono i monaci dei monasteri; per esempio all’Antica Pasticceria del Convento, una delle più celebri pasticcerie siciliane, si possono acquistare i tipici dolcetti di pasta di mandorla ripieni di cedro candito.
Comunque, data l’esigua distanza dal mare, la cucina ericina è anche ricca di piatti a base di pesce e la contaminazione con le culture mediterranee vi ha portato anche l’ottimo cous cous, sia quello tradizionale di pesce e verdure, sia nella variante con la carne di montone, secondo l’originale ricetta araba.