Incuneata in una conca tra le montagne cuneesi, nella valle Maira, c’è Elva, un tipico “paese diffuso” formato da alcune frazioni distribuite tra i 1100 ed i 3000 metri slm, in un territorio dominato dai monti Pelvo, Chersogno e Marchisa, nelle Alpi Occitane.
La particolarità di Elva e del suo territorio consiste nell’essere un vero e proprio eden; paesaggi mozzafiato, pascoli verdissimi pieni di pecore e mucche, stradine e sentieri che s’inerpicano sui pendii e all’interno delle valli, verso i piccoli borghi dove vivono in pace e serenità appena un centinaio di persone che richiamano la cultura occitana e provenzale, le quali, d’inverno, si ritrovano piuttosto isolati in mezzo a metri di neve che ricopre ogni cosa, creando uno scenario da favola, nell’assoluto silenzio delle borgate.
Elva, gruppetti di case sparse
I borghi non sono altro che gruppetti di case sparse qua e là in mezzo a boschetti di pini, larici e pascoli; una delle strade per raggiungere Elva, stretta ma facilmente percorribile, passa per quello che è chiamato l’Orrido di Elva, tra alte e suggestive pareti di roccia che la sovrastano e varie gallerie che le attraversano.
A quanto pare l’abitato risale al periodo romano, come attesta una lapide ritrovata in zona ed inglobata nella facciata della chiesa del paese, nel borgo principale di Serre; la sua posizione isolata e distante dalle vie di comunicazione del fondovalle, ha contribuito non poco a mantenerla fuori dalle guerre e lotte per il potere delle varie signorie medioevali.
E medioevale è rimasto anche l’impianto urbanistico delle varie frazioni di Elva, con case in pietra, talvolta con intere pareti in tronchi d’albero, sormontate da un tetto a lastre di ardesia sostenuto da travature in legno.
Gli edifici sono per lo più su tre livelli: quello inferiore adibito a stalla, quello di mezzo ad abitazione e quello superiore adibito a fienile; le case più antiche hanno soffitti in legno, mentre quelle sette-ottocentesche hanno generalmente la stalla in basso con una volta a botte.
In alcuni degli edifici più caratteristici sono presenti dei porticati e delle balconate su più livelli, sostenuti da colonne in pietra; alcune abitazioni hanno in alto dei passaggi chiusi tra un fienile e l’altro; alcuni esempi di queste particolari caratteristiche edilizie sono soprattutto nelle frazioni Molini Allioni e Chiosso.
L’edificio più rappresentativo di Elva è la trecentesca chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, in località Serre, costruita in stile romanico, decorata con affreschi di un artista fiammingo a fine quattrocento; notevoli anche le bellezze architettoniche all’interno, tra cui spicca una fonte battesimale in pietra scolpita del XIV secolo e un’acquasantiera del 1463.
Elva, il Museo dei Pels
Un’altra particolarità di Elva è costituita dal suo Museo dei Pels, aperto nel 2006 per celebrare l’attività dei “Caviè o Pelassiers”, gli elvesi che nell’ottocento si spostavano nelle città della pianura padana o in Francia, dove svolgevano l’attività di raccolta dei capelli, usati per le parrucche della nobiltà, dei magistrati e delle attrici di cinema e teatro.
Una volta raccolti i capelli tagliati, li portavano ad Elva dove le donne li lavoravano nei piccoli laboratori familiari, lavandoli, pettinandoli e dividendoli in mazzetti a seconda della colorazione, della lunghezza e della finezza, prima di spedirli ai grossisti delle varie città europee e del nordamerica.
Dopo il progressivo spopolamento delle borgate negli anni ’60, l’economia locale si è caratterizzata per lo più con i lavori di agricoltura e pastorizia; oggi, oltre all’allevamento del bestiame, si è affacciata anche la nuova opportunità del turismo ambientale, con la riscoperta dei sentieri delle montagne circostanti, che si possono percorrere a piedi, in mountain bike o a cavallo, lungo le antiche mulattiere, come quella denominata “A spass per lou viol” o la “strada dei cannoni” sul crinale tra la Valle Maira e la Valle Varaita.
La Toma di Elva
Tra le curiosità di cui turisti, escursionisti e visitatori di Elva possono godere, oltre alla splendida sensazione di bellezza dei luoghi, c’è anche quella rappresentata dal suo prodotto tipico per eccellenza, la “Toma di Elva” o “Caso di Elva”, un formaggio stagionato a latte parzialmente scremato di vacche di razza Piemontese, prodotto ormai solamente dal locale Caseificio cooperativo Elvese.
Si tratta di un formaggio molto particolare, che richiede una lunga e ripetuta lavorazione del latte di due mungiture, che dopo la stagionatura per almeno un mese, fino ad uno o più anni, diventa “blu” grazie alle muffe che si sviluppano sulla superficie della crosta.