Nella parte centro-settentrionale dell’isola, nel Logudoro, in provincia di Olbia Tempio, c’è sull’altipiano omonimo Alà dei Sardi, piccolo centro di nemmeno duemila abitanti, noto per la lavorazione del sughero.
Il paese è sorto attorno al 1600, costruito dai pastori dell’altopiano attorno alla chiesa di Santa Maria i quali abbandonarono le loro secolari e povere abitazioni, alcune delle quali ancora visibili nei dintorni, come ruderi oppure, ristrutturate, come piccolissimi nuclei di case rurali di campagna.
Prima della fondazione del borgo, Alà era parte del Giudicato di Arborea, i piccolissimi nuclei abitati sparsi per l’altopiano erano abitati da poche famiglie dedite per lo più alla pastorizia ed alla piccola agricoltura di sussistenza.
Un episodio testimonia quanto il posto fosse talmente sperduto e fuori dal mondo e dalle comunicazioni: nel 1823 il generale La Marmora, Vicerè di Sardegna, durante un viaggio sull’isola, si fermò ad Alà per avere dal Comune dei cavalli di ricambio, ma il sindaco, un pastore di capre, si rifiutò di farlo minacciando di reclamare direttamente con il governo di Madrid, senza sapere che la dominazione spagnola era terminata un secolo prima.
Alà dei Sardi, il Castello Corda Colonna
Il centro storico di Alà è composto da pallazzotti in granito, dalla forma allungata; la costruzione più importante è il ”castello Corda-Colonna”, della seconda metà dell’ottocento, recentemente restaurato, in una cui parete esterna è stato dipinto un murales che ricorda la bardana del 1870.
Da vedere è anche ”su puthu’e mesu ‘iddha”, del 1901, il vecchio municipio, ottocentesco in lastroni di granito e la bicocca dei Dessena, edificata in pregiato granito perlato, con l’andito esterno abbellito da un’aiuola rialzata.
Nel centro storico sono presenti anche le chiese di San Giovanni, di probabile costruzione sei/settecentesca e della Madonna del Rosario, al cui interno vi è un sedile in legno con mascherone scolpito del 1600, un mosaico in smalto di vetro veneziano e la statua in legno della Madonna, risalente al XVII secolo.
Anche la chiesa di Sant’Agostino, patrono di Alà dei Sardi e quella di San Francesco d’Assisi, non antiche ma molto frequentate dal popolo, testimoniano la religiosità dei fedeli locali che dedicano a queste figure anche le manifestazioni più sentire ed importanti del paese; l’ultima, in particolare, oltre al rito cristiano, si celebra con un pranzo tipico per più di 10.000 pellegrini provenienti da tutta l’isola e dal continente.
All’uscita del paese fa bella mostra di sè ”sa funtana de Serì”, anch’essa in granito grigio, costruita nel 1901 all’interno di una piazzetta circolare seminterrata.
Alà dei Sardi, i nuraghi e i dolmen
Il territorio è costellato di importanti siti archeologici di età nuragica, come Su Pedrighinosu, Balare, Su Posidu, Malagarrucca, Sos Nurattolos, Kidade, Dolifichima, Alteri, Binioni, Boddhò, Antoniarrù, Sas Tumbas, Intr’e Serra, Nuri, che testimoniano le sue antichissime origini.
Quello più noto è Sos nurattolos, a più di mille metri di altezza, composto da una fonte sacra, un capanno circolare per le riunioni, il santuario posto in alto, più alcune piccole abitazioni.
A sud-est del centro abitato è situato il nuraghe Boddò, il più ben conservato del territorio, caratterizzato da un leccio che spunta fuori dalla torre; oltre ad altri nuraghe sparsi per l’altopiano, vi sono anche le Tombe dei Giganti di Mala Carruca ed i resti di un Dolmen.
Il paese ha una lunga tradizione agropastorale, attività che ha dato per secoli il sostentamento all’intera comunità; l’allevamento bovino è sempre stato prevalente su quello ovino, a differenza del resto dell’isola.
Alà dei Sardi, la lavorazione del sughero
Oggigiorno si sono sviluppati alcuni comparti artigiani come la lavorazione del sughero, l’edilizia, con lavori di rivestimento in pietra da campo di abitazioni e villette, la lavorazione del granito; il territorio inoltre è parte integrante di un esteso sistema eolico per la produzione di energia elettrica.
Il sughero alaese è di ottima qualità, riconosciuto come il migliore della Sardegna per elasticità e lavorabilità, viene usato per fare turaccioli, rivestimenti, linoleum, ed anche souvenir per i turisti della vicina Gallura e non solo.
Alà dei Sardi, ricco di flora, è anche nota per la produzione del miele; sull’altopiano le api producono una gran quantità di miele vergine, di spremitura e centrifugato, dolce o amaro, mentre le vacche al pascolo producono abbondante latte, dal quale oltre il formaggio, viene prodotto «su brotzu», la ricotta, «latte ìschidu», lo jogurt, il burro e forniscono una carne tenera e molto saporita.