Il Delta del Po è ricchissimo di meraviglie; una di queste è la città di Comacchio, in provincia di Ferrara, che dà anche il nome alle omonime valli comprese all’interno del Parco Nazionale del Delta del Po.
A soli 7 chilometri dalle spiagge dei lidi ferraresi, Comacchio, 23.000 abitanti circa, sorta sull’unione di tredici piccole isole formatesi tra il Po di Primaro ed il mare, è uno dei centri maggiori del delta.
Nel cuore del Delta
Comacchio e le sue valli rappresentano il “cuore” del Delta, il polmone verde dell’intera costa adriatica da Chioggia a Cattolica, che si estendono nelle province di Ferrara e in parte di Ravenna, per più di 11.000 ettari, tra Comacchio e il fiume Reno.
Intorno alle valli si è incentrata la storia e l’economia del territorio di Comacchio; un esempio di integrazione tra l’ambiente naturale e l’attività dell’uomo, dove la produzione del sale e la pesca hanno sempre rappresentato le basi economiche primarie, con un po’ di artigianato, e l’assenza di attività agricole e di turismo, arrivato solo in epoca recente, dopo la bonifica di una consistente fetta delle valli.
Di origine etrusca, nei suoi ultimi duemila anni di vita, la città ha subito il potere dell’Esarcato di Ravenna prima, degli Estensi in seguito e dello Stato Pontificio e del Regno di Sardegna poi.
In epoca longobarda il territorio venne donato ai monaci di San Colombano che vi costruirono il porto fluviale e svilupparono l’agricoltura, l’allevamento e lo sfruttamento delle saline e della commercializzazione del sale, allestendo tra il VI e IX secolo, una delle più potenti flotte adriatiche, in concorrenza con Venezia, che finì per occuparla e saccheggiarla in più occasioni.
L’insediamento umano in un territorio difficile come quello del delta, caratterizzato da una estrema mobilità e dalla necessità di continue manutenzioni in quanto soggetto ad alluvioni, abbassamento del terreno emerso, insabbiamento dei corsi d’acqua, ha per contro goduto in antichità dei vantaggi dati dalla sicurezza dell’approdo per le navi che transitavano nell’Adriatico e dall’agevole collegamento con l’interno della pianura padana attraverso il Po e la rete degli affluenti, dalla pescosità del mare e delle valli, dalle saline.
Comacchio, la piccola Venezia
Passeggiare per Comacchio, detta appunto la “piccola Venezia”, è una sensazione ed un’emozione non meno intensa di quella che si prova girando per le calli di Venezia o di Chioggia, perchè è anch’essa un piccolo gioiello, una città fluttuante dolcemente incastonato tra il caldo rosso dei mattoni e il verde scintillante dei canali.
Una rete di canali si sostituisce alle strade, i ponti che uniscono i quartieri, le colorate case le une addossate alle altre che nascondono gli androni, i lunghi corridoi che conducono alle corti interne, sono affascinanti ed intriganti.
Lo Stato Pontificio che l’ha governata nel sei-settecento contribuì alla sua rinascita urbana con la costruzione di edifici, chiese, ponti, tra cui il famoso Trepponti, che ne rappresenta l’emblema ed il massimo richiamo per un turismo sempre più massiccio.
L’epoca moderna ha visto la bonifica di gran parte delle valli, la scoperta archeologica dei resti della città etrusca di Spina, l’arrivo dell’acquedotto in una città priva di falde acquifere alla quale l’acqua veniva in passato fornita con il trasporto su barche, il grande impulso del turismo balneare, naturalistico e culturale.
I ponti e i canali
Dalle scalinate del Trepponti, che accolgono il visitatore, si entra nel centro e si costeggia la Pescheria, assaporando a pieno l’atmosfera della località dove l’aria profuma di mare e le sue genti si sono sempre dedicate alla pesca e alla produzione del sale.
Sul vicino Canale Maggiore sono all’ancora piccole imbarcazioni, dette batàne, che accompagnano i turisti in valle.
Dopo uno sguardo alla Torre dell’Orologio, costeggiando la Loggia del Granosi raggiunge l’antichissima Cattedrale di San Cassiano per procedere poi, passando sotto lo scenografico Loggiato dei Cappuccini,, prima verso la Manifattura dei Marinati, poi per il Santuario di Santa Maria in Aula Regia.
Rimangono da ammirare anche il Ponte di San Pietro, vicino all’antico Ospedale degli Infermi, il Ponte degli Sbirri, di fronte Palazzo Bellini, dimora gentilizia dell’Ottocento, e il Museo del Carico della Nave Romana, che ospita il relitto di una nave commerciale di epoca imperiale, riemersa nel 1989 durante i lavori di drenaggio di un canale, in ottimo stato di conservazione, con tutto il carico composto da anfore con derrate alimentari, lingotti di piombo e tempietti votivi in piombo.
Le principali attività sono attualmente connesse al turismo, soprattutto quello estivo nei vicini lidi ferraresi, ma anche la pesca e la vallicoltura sono voci importanti dell’economia local, come rilevante è anche l’attività legata alla manifattura delle anguille marinate.
I visitatori apprezzano la città per aver mantenute intatte nel tempo buona parte delle proprie strutture architettoniche, caratterizzate dalla presenza di canali, palazzi antichi e di ponti monumentali che le conferiscono appunto l’aspetto tipico delle città lagunari.
Recentemente è stato aperto il Museo della Manifattura dei Marinati, che mostra il ciclo di lavorazione di anguille e acquadelle.
Sua maestà l’anguilla
L’anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio è presidio SlowFood, e gli viene dedicata da quindici anni anche una frequentatissima sagra, nell’ambito del Wine Food Festival Emilia Romagna, con degustazioni di piatti a base di anguilla e di pesce di mare e di valle; stand espositivi di prodotti tipici e artigianali, animazione musicale e di strada, angolo giochi per bambini, mercatino del collezionismo e delle curiosità, mostre d’arte e fotografiche e la possibilità di effettuare escursioni a bordo delle caratteristiche imbarcazioni lagunari.
Inoltre, dal 2006 si tiene annualmente la Fiera Internazionale del birdwatching, che richiama a Comacchio e nelle sue valli un numero elevatissimo di appassionati di ogni età di questa disciplina naturalistica, muniti di binocoli e macchine fotografiche.