Nel punto d’incontro tra le provincie di Ferrara, Bologna e Modena, equidistante dai tre capoluoghi, in mezzo alla pianura padana, in un territorio totalmente pianeggiante, agricolo, ricco di corsi d’acqua e di stagni, troviamo Cento, grosso borgo di quasi trentaseimila abitanti.
Cento, città medioevale
La città è di origini medioevali, quando il territorio era sotto l’autorità del vescovo di Bologna e gli abitanti di Cento erano impegnati nei lavori di bonifica e di disboscamento dei terreni per renderli adatti all’agricoltura.
Nel ‘300 viene costruita la Rocca, un fortilizio che nel corso dei secoli subisce radicali modifiche ed ampliamenti, assumendo prevalentemente la connotazione di carcere, conservata sino a qualche decennio fa.
Durante le numerose guerre che si combattono nel quattrocento tra il comune di Bologna e i cardinali legati, Cento diviene proprietà ora del vescovo, ora del comune, ora dei Visconti.
Dal cinquecento in poi il paese passa sotto dominazioni che si alternano al potere, fra lotte e faide; diverse rotte del Reno causano gravi allagamenti nel paese e nelle campagne, con conseguenti carestie.
Sono anni difficili ma anche importanti dal punto di vista culturale per Cento; nel 1543 Alberto Accarisio, con l’aiuto di un tipografo itinerante, stampa presso la propria abitazione, nell’attuale corso Guercino, il primo vocabolario della lingua volgare.
Nel secolo successivo conflitti e pestilenze ne minano le fondamenta; scomparsa quest’ultima, i centesi, oltre ad utilizzare i canonici strumenti della fede per lo scampato pericolo, organizzano un memorabile carnevale che è stato ripreso anche in epoca moderna diventando uno dei più importanti d’Italia.
Dello stesso periodo è inoltre la nascita delle importanti scuole pittoriche tra cui quella del Guercino, che hanno lasciato importanti opere al paese.
Case antiche e palazzotti medioevali
Cento è caratterizzata dalla struttura architettonica delle sue case, antichi palazzotti medioevali, in un ambiente urbano che si sviluppa intorno alla chiesa e alla piazza e in cui spiccano i colori solari del mattone e del cotto, materiali tipici delle architetture padane.
Il Palazzo del Governatore, la Casa Pannini, la Chiesa del Rosario, l’antica Rocca sono solo alcuni degli elementi architettonici di Cento, inseriti nelle sue strade porticate sotto le quali la popolazione si trova a chiacchierare e commentare ciò che succede nella società di oggi.
Tanti gli eventi
Diverse le manifestazioni che vengono organizzate, tra cui la “Fiera di Cento”, “Pasqua Rosata”, manifestazione storico-culturale in stile rinascimentale che si svolge nel centro cittadino, la “Festa di San Biagio”, ed il noto Carnevale.
Ma l’elenco delle iniziative di Cento e delle sue frazioni, dove i piaceri della gola sono pungolati è lungo: la sagra del castrato di Renazzo; la sagra della porchetta di Corporeno, la sagra del tortellino di Reno Centese, la festa delle pere di Renazzo, la sagra del tortellone di Bevilacqua.
E ancora la sagra della salama da sugo tipica di Buonacompra, la sagra di Sant’Anna di Reno Centese, la fiera di San Lorenzo, la festa della lumaca di Casumaro, la sagra del salame alla brace di XII Morelli, la sagra dell’anatra di Pilastrello e quella del cotechino di Alberone, la sagra dei primi piatti di Bevilacqua, la sagra della frittella di Renazzo, i giorni della salama di Buonacompra e la festa della polenta di XII Morelli.
In queste ed in ogni occasione gli aspetti più caratteristici della cultura centese sono poste all’attenzione dei turisti e visitatori, a partire dai prodotti della terra, in particolare cereali, frutta, ortaggi che rappresentano un elemento ancora molto importante della sua economia.
Non secondario è l’aspetto che ne caratterizza la gastronomia; non per niente Cento è definita anche “La piccola Bologna” per via della struttura del centro storico e per via dei portici caratteristici sullo stile bolognese e per molti tratti della sua cucina, che comprende tortellini, tortelloni di ricotta, nocino.
Terra di confine, Cento risente però anche delle contaminazioni del modenese e del ferrarese, con il cotechino, il salame alla brace, lo zampone ed il lambrusco della prima, il pane, le lumache, la salama da sugo, i tortelloni di zucca della seconda.