Risalendo la Valsesia, sui primi contrafforti prealpini, all’interno del Parco del Monte Fenera, c’è Cavallirio, piccolo paese di circa 1200 abitanti il cui nome si richiama ad un medioevale “parco del cavalli”, animale peraltro effigiato anche nello stemma comunale, che ricorda le antiche mandrie di cavalli esistenti nel comprensorio intorno all’anno mille.
Il territorio è stato sicuramente frequentato dai romani, come testimonia il ritrovamento di un’ara votiva dedicata a Mercurio; a cavallo del millennio il villaggio venne infeudato e concesso ai potenti Vescovi di Novara e poi, dopo molti altri passaggi di proprietà di famiglie nobiliari, ai Romagnano e successivamente alla Corona di Spagna ed alla famiglia Serbelloni.
Cavallirio, dove si allevavano i cavalli dei Re
Sembra che si trattasse di una località in cui si allevavano “i cavalli del Re” quando erano ancora sovrani barbarici, anche per la presenza della località Stoccada, dal germanico Studegarde ovvero recinto per cavalli.
Tra le vestigia del suo passato, sul colle a 470 metri slm, in posizione dominante, ci sono i resti della Torre di Cavallirio, edificata nel seicento sui resti di un’altra torre preesistente dell’XI o XII secolo.
Interessante anche la Chiesa Parrocchiale, ricostruita nel settecento a tre navate, con due altari marmorei dello stesso periodo ed alcune tele ottocentesche; notevoli anche gli affreschi del XVIII secolo presenti all’interno dell’Ossario, all’esterno della Chiesa.
In paese sono presenti anche due oratori: quello dell’Assunta, seicentesco, con una bella icona lignea dorata ed un settecentesco altare marmoreo e quello di San Rocco, di proprietà privata, con alcuni interessanti affreschi.
Lungo i sentieri del parco del Fenera che conducono nella zona della Torre, ci sono le edicole votive delle Tre Madonnine, dipinti risalenti alla metà dell’Ottocento e restaurate a metà del Novecento, considerate tra i simboli di Cavallirio.
Un altro elemento architettonico particolarmente amato dagli abitanti di Cavallirio, è la chiesetta di San Germano, dell’XI secolo, che conserva intatto il paramento esterno dell’abside, con la cornice ad archetti pensili a coppie scandite da lesene.
Cavallirio, i caratteristici “Casotti”
Altri simboli caratteristici del paese sono i Casotti; quello del “Col dal Perincioli”, il “Casin ross”, il “Casott dla butèglia”, quello “dla Stèlla e dla Mèzaluna” ed il casotto “Salerno” di proprietà comunale.
I Casotti sono caratteristiche strutture di modeste dimensioni a pianta quadrata o rettangolare, con uno o più locali divisi su due piani, edificati a partire dal 1800, collocati nella zona più alta della collina coltivata, inizialmente utilizzati come ricoveri per attrezzi o fieno e successivamente anche come seconda dimora per i contadini che, durante la stagione produttiva, trascorrevano la maggior parte della giornata nel vigneto.
La denominazione del casotto poteva derivare dall’appartenenza familiare oppure indicare una particolare caratteristica o un simbolo quale, ad esempio, la mezzaluna o la bottiglia, legata al buon augurio o all’abbondanza dei raccolti.
Per i turisti c’è la possibilità di fare escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo lungo i sentieri del Parco del Fenera e della Riserva Naturale delle Baragge e di gustare i piatti e i prodotti tipici del territorio, come l’immancabile polenta con il “tapulon” lo spezzatino d’asino, l’Uberlekke o il gustoso Macagn, un formaggio antico, tipico della zona del Monte Rosa.