Già dal suo nome originale, Capracotta, piccolo borgo di nemmeno mille anime in provincia di Isernia, rimanda alla pastorizia, alle transumanze di pecore, capre, asini, ad una cultura agreste che la veloce società dei consumi rischia di estinguere.
Qualcuno dice che il nome sia di origine longobarda e per di più risalga ad un’usanza del periodo carnevalesco, in cui una capra veniva immolata su un rogo; altri sostengono che l’etimologia della parola conduca ai termini indoeuropei “cap”, cioè luogo elevato e “kott”, cioè luogo roccioso, entrambe caratteristiche del paesaggio di Capracotta.
I primi abitatori della zona risalgono al periodo neandertaliano, di cui sono state trovate tracce; la sua disposizione in alta quota e fuori dalle più importanti vie di comunicazione, se da una parte l’hanno abbastanza salvaguardata, dall’altra ne hanno anche ritardato lo sviluppo.
La cittadina infatti si ingrandisce nel corso dei secoli solamente grazie allo sviluppo della transumanza invernale delle greggi dalle alture d’Abruzzo al Tavoliere pugliese.
Ad oltre 1400 metri slm, Capracotta è il secondo comune più alto dell’appennino molisano; nei pressi del paese vi sono le sorgenti del torrente Verrino, affluente del fiume Trigno.
Un luogo interessante da vedere è sito il “Giardino della Flora Appenninica”, orto botanico di alta quota che raccoglie notevoli specie floreali e arboree dell’Italia centro-meridionale.
In periodi diversi Capracotta ha subito fenomeni di abbandono ed emigrazione verso terre anche lontane, dove la vita fosse un pò meno dura; il sudamerica e l’Argentina in particolare ha rappresentato per i capracottesi un faro ed ogni anno si ripete il commovente rito dei ritorni al paese per gli emigrati e per le generazioni successive anche se nate là.
La vocazione turistica
Capracotta è anche una località che da qualche ha riscoperto il turismo estivo ed invernale; sul Monte Capraio è stato allestito un impianto servito da seggiovia per lo sci alpino e a Prato Gentile un circuito per lo sci di fondo.
Il manto nevoso, qua, può raggiungere anche i tre mesi d’altezza; la piccola stazione invernale, soprattutto a gennaio e febbraio, è talmente innevata e con frequenti bufere di neve, da essere stata soprannominata appunto “il paese delle bufere”.
Feste e sagre in linea con la tradizione agro-pastorale
Diversi gli eventi che vi vengono organizzati, legati alle tradizioni agro-pastorali ed alla cultura religiosa della gente.
La “Pezzata”, sagra dell’agnello alla brace e della pecora bollita con erbe aromatiche, è una delle più importanti manifestazioni di tutta l’estate molisana e risale a quando la transumanza tra le montagne dell’Alto Molise ed il tavoliere delle Puglie era pratica comune
Questa tipica pietanza locale, si distingue per la semplicità e facile reperibilità degli ingredienti indispensabili alla sua preparazione, abilmente dosati da mani esperte per esaltarne il sapore e conservarne il gusto secondo l’antica ricetta dei pastori locali è diventato oggi un piatto da buongustai.
Tra le feste religiose care agli abitanti di Capracotta, c’è la ricorrenza della Madonna di Loreto, quando da tutte le parti del mondo ritornano in paese parenti ed amici,
Nel corso di questa festa settembrina che dura tre giorni vi sono diversi eventi, con processioni, messe, incontri; particolarmente suggestiva è la “sfilata dei cavalli”, subentrati ai muli, che, riccamente decorati con coperte e panni sfarzosi ed addobbati di fronzoli di ogni genere.
Anche i prodotti tipici locali non potevano del resto che richiamarsi alla tradizione agro-pastorale; il pecorino di Capracotta, per esempio, è molto noto, apprezzato e molto ricercato, soprattutto quando è ben stagionato, per il suo profumo intenso ed il suo sapore fragrante e pastoso.
Nel territorio circostante vengono coltivate anche le Miccole, una varietà di lenticchie che cresce solo in alta montagna, in Molise, a 1420 metri di altezza, favorite dal clima qualità del terreno che conferiscono loro più sapore e proprietà nutritive.
Altro prodotto tipico delle montagne che circondano Capracotta è il tartufo; i cercatori riescono a trovare splendidi esemplari destinati ai ristoranti, mercati, manifestazioni e tavole di tutto il territorio italiano e del mondo, portando il tartufo del Molise al doveroso riconoscimento, per la qualità ed il profumo intenso, che non ha nulla da invidiare al prodotto di territori la cui produzione tartuficola è molto più nota.